Capitolo 17

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Aspettava attento una mia risposta, che tardó ad arrivare. Quella domanda mi aveva spiazzata e nella mia mente se ne crearono mille altre. Ero confusa.

-"Ti importa?"- dissi di getto senza pensarci troppo. L'impulsività ogni tanto svolgeva il suo ruolo nella mia vita ed io non riuscivo a fermarla.

-"Si."- rispose secco e mi adirai. Corrugai le sopracciglia e schiusi un po' le labbra.

-"E per quale motivo?"- domandai stizzita. Si passò nuovamente una mano fra i capelli e sbuffó.

-"Non lo so"-

-"Cosa non sai?"- lo guardai stranita.

-"Non so cosa voglio e non so nemmeno perché io sia qui a domandarti cose che riguardano la tua vita"- mi informó per poi darmi le spalle e guardarsi allo specchio. Appoggiò le mani sulla ceramica bianca del lavandino e abbassò il capo scuotendo un po' la testa. Mi faceva strano vederlo così e nel suo viso trapelavano le sue insicurezze e le sue angosce. D'altronde studiavo psicologia e riuscivo ad intuire ciò facilmente. Dovevo aiutarlo. Mi avvicinai a lui e posai una mano sulla sua spalla calda. Guardai il suo riflesso nello specchio e lui alzò lentamente il volto.

-"Mi dici cosa è successo, Niccolò? Posso aiutarti"- lo intimai con tono dolce e pacato. Se il mio intento era quello di aiutarlo, allora avrei dovuto metter in moto tutto, e la prima delle cose da fare era cambiare il tono di voce. Avrei dovuto mantenere la calma e dialogare pacatamente con lui come se fosse un mio paziente ed io la sua psicologa. Non era né un pazzo o altro, ma capivo che aveva bisogno di aiuto. D'altronde una sana e genuina conversazione non avrebbe fatto male a nessuno. Mi fissò dallo specchio ed io gli accarezzai dolcemente la schiena. Lo sentii sospirare.

-"Ancora non l'ho capito, Auró"- si limitò a dire per poi deglutire. Posai anche l'altra mano sulla sua spalla.

-"Allora cerca di stare calmo e respira. Libera la mente e cerca di entrare nei tuoi pensieri. Dimmi quello che provi in questo momento"- continuai a dire in modo dolce mentre la mia mano, che da poco avevo poggiato su di lui, scivoló sul suo braccio destro. Gli accarezzai la pelle ricoperta di inchiostro e tiró fuori un altro sospiro.

-"Io l'unica cosa che riesco a provare in questo momento è.."- si fermò per un attimo. Respirò pesantemente e poi si voltò verso di me. Le mie mani scivolarono via dal suo corpo. Mi fissò dritto negli occhi e notai il suo solito luccichio. Continuó ad assumere un'espressione seria e serró la mascella.

-"Cosa, Niccolò? Cosa provi?"- lo invitai a continuare la sua frase. Non volevo che lasciasse un discorso in sospeso e sapevo che, continuando così, si sarebbe finalmente liberato di qualche sua angoscia.

-"Confusione, tormento e tanta voglia di darti un bacio"- sussurrò avvicinandosi a me. Sussultai al tocco della sua mano sul mio fianco destro. La situazione si ribaltó. Ero io, ormai, quella che aveva disperatamente bisogno di respirare e di rimettere apposto i pensieri. Non riuscivo ancora a credere a quello che avevo appena ascoltato. Mi sembrava di aver sentito male o di aver sognato. Era impossibile che avesse pronunciato parole simili.

-"Tu..cosa?.."- mormorai quasi senza voce. La gola era ancora più secca di come la ricordavo e le gambe minacciavano di abbandonarmi da un momento all'altro.

-"Hai sentito bene, Aurora."- disse continuando ad avvicinarsi a me. Lessi nei suoi occhi un velo di desiderio e le sue labbra giacevano a pochi centimetri dalle mie. Non riuscivo più a resistere ad una tale vicinanza. Quelle labbra mi avevano incuriosita fin da quando l'avevo conosciuto ed il mio orgoglio mi stava man mano abbandonando. L'attrazione verso di lui mi stava trascinando via per una strada che non avevo mai immaginato di poter intraprendere. Non volevo che niente di tutto ciò accadesse ma per me fu difficile interrompere quel momento. Desiderai solo che quelle labbra si posassero sulle mie una volta per tutte. Erano così belle, carnose e rosee e le bramavo più di qualsiasi cosa. Mi morsi nuovamente il labbro inferiore ma questa volta lo notó, tanto che tirò fuori un sorrisino beffardo. Sarei riuscita a resistere a tanto fascino e a tanta bellezza? Mi sentivo troppo debole mentalmente per reagire in qualche modo. Me ne stavo ferma lì tra le sue possenti braccia, con le mie labbra ad un palmo dalle sue e i nostri sguardi incastrati.

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