CAPITOLO 1: LA FESTA

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Karine.

-Per una volta, potresti ascoltarmi?- dice mio padre Brian a voce bassa.
-Sai quanto odio queste feste, ma tu continui a trascinarmi contro la mia volontà solo per mostrare agli altri che siamo una famiglia perfetta- borbotto infastidita a mio padre.
-Siamo una famiglia perfetta- risponde, e sfoggia un sorriso orgoglioso.
Non faccio in tempo a replicare, che le persone si avvicinano a noi.
-Signor Garibaldi è un onore averla qui- dice amabilmente uno dei migliori soci di mio padre.
-Come potevo rifiutare il vostro invito?- risponde mio padre molto cortese.
'Piacevole'? Dio, mio padre parla come se fossimo nel tredicesimo secolo.
-Già conosci mia moglie Melany- commenta mio padre: mia madre sorride e annuisce in forma di saluto. -E questa è mia figlia Karine- mi presenta mio padre. Io forzo un sorriso.
-È un piacere essere qui Signor Di Bani- mento, mentre guardo in faccia mio padre, che sorride compiaciuto.
-È un onore conoscere la figlia di uno dei miei migliori amici: ricordami di presentarti mio figlio più tardi- dice l'uomo con un sorriso. Guardo mio padre, a cui è scomparso il sorriso dalla faccia.
-Sarà un piacere conoscerlo- rispondo, sapendo che mio padre non è contento di quella proposta.

Continuiamo a camminare e a salutare a tutte le persone che si avvicinano a noi. Siamo ad una festa dell'alta élite di Manhattan e, mentre i miei cercano di dimostrare che siamo una famiglia normale, mi allontano da loro ed esco in terrazza: devo respirare un po' d'aria. Vi racconto un po' della mia vita: agli occhi di tutto il mondo, mio padre è il proprietario di uno dei migliori club di tutta New York, dove la gente ricca può andare a rilassarsi e passare momenti felici con la loro famiglia e amici. La cosa strana, ecco, qui c'è la bomba, è che di giorno il bar è popolato da persone ricche, mentre la notte è affollato da giovani che vanno a ubriacarsi, senza contare che il bar di mio padre, è il luogo principale dove si distribuisce droga proveniente dal paese. Mio padre è il boss della mafia siciliana qui a New York: questo è quello che nasconde dietro la storia di un famoso capo di un club. Bene io sono sua figlia, e anch'io sono una mafiosa.
Mio nonno era uno dei maggiori mafiosi in Italia, prima vivevamo li, però, quando il nonno morì, mio padre e suo fratello si divisero i vari compiti: non ebbero problemi nel mantenere tutto sotto controllo, però sono e saranno sempre sotto l'ombra di mio nonno, cosa che a mio padre non piacque più. Questo è quello che ci ha portato a trasferirci negli USA.

Io sono il suo braccio destro: lo so che ho solo vent'anni, però ho imparato in fretta.
Okay sono una ragazza, però questo non mi ferma: mi hanno rapita tre volte e questo doveva farmi capire che dovevo uscire da questo giro, però solo una di queste fu traumatica, poichè avevo solo otto anni. Dopodiché mi misi ad imparare tutti i tipi di lotta: karate, difesa personale, boxe, judo, e tutti i tipi di arte marziali. Imparai a utilizzare tutti i tipi di arma: dalle pistole ai coltelli. Proprio per questo motivo, le ultime due volte fu facile tornare a casa. Ritornata nel mondo reale, sto pensando seriamente di appiccare un fuoco nella parte posteriore (della casa) o creare una piccola bomba di fumo per fare in modo che tutte le persone scappino a gambe levate.
-Spero che non stessi pensando di appiccare un incendio- dice una voce conosciuta. Mi volto e vedo una delle mie guardie, Trevor.
-Non stavo pensando a niente di tutto ciò- rispondo guardandolo mentre si avvicinava.
-È nemmeno di fare una bomba di fumo- aggiunge un'altra voce dietro a quella di Trevor: guardo alle sue spalle e viedo i gemelli, le mie altre due guardie, Mark e Mac. Faccio loro il dito medio e sghignazzano.
-Fatemi indovinare: mio padre vi ha mandato a spiarmi?- Inarco un sopracciglio ai tre ragazzi che, oltre a essere le mie guardie, sono miei compagni di crimine quando mi tocca fare alcune cose per papà.
-Cerchiamo di evitare ciò che hai combinato in passato- risponde Trevor sorridendo. I tre sono vestiti con un completo nero, come ogni volta che dovevamo venire a questo tipo di feste.
-Questi feste mi annoiano: non riesco sempre a sorridere ed essere gentile come tutti- piagnucolo infastidita.
-Questo lo sappiamo- dice Mark. Lui più ribelle e più aggressivo di Mac: al contrario, Mac è dolce e tranquillo, però quando c'è da combattere, sa difendersi molto bene.
-Sei molto bella con questo vestito- dice Mac. Sorrido e lo ringrazio.

****

Passiamo molto tempo fuori, fino a che sentiamo delle grida e degli spari provenienti dal salone della festa. I ragazzi formarono un cerchio difendendomi.
-Non tirate fuori le armi: aspettate il mio segnale- sussurro ai ragazzi. In quel momento due uomini con un cappuccio nero, ci afferrano e ci portano nel salone.
Ci sono dieci o dodici uomini, tutti con dei cappucci neri: sembrano mercenari o ladri.
Tutte le persone sono allineate in cerchio, con delle facce spaventate: mia mamma è attaccata a mio padre che aveva una faccia tranquila. Appena lo vedo, corro subito accanto a lui.
-Che bella festa, vero?- esordisce uno dei ladri. -Se voi collaborate, uscirete da quì illesi.-
-Chi è l'anfitrione della festa?- domanda uno degli altri. L'amico di papà alza la mano e lo trascinano in un'altra stanza. -Adesso: chi è il capo della catena di hotel più importante?- Alcuni uomini alzano le mani e vengono portati via. -E per ultimo: chi è il capo del club più prestigioso del paese?- Mio padre guarda me e mia madre: alza la mano e viene trascinato via insieme ad altri uomini. Mia madre non smette di piangere.
-Bene, voi darete sarete il vostro denaro- continua il boss. -Se vi rifiutate, con questo cambierete idea.- I suoi scagnozzi cominciano a puntare le pistole verso noi ragazzi, me compresa.

Uno dei ladri prende una bambina che non ha più di quindici anni e la butta a terra: ora sono davvero incazzata.
-Ehi idiota, non ti hanno insegnato come si tratta una ragazza?- minaccio, camminando furiosamente vicino a lui. Carica la pistola e la punta alla mia testa.
Che primitivo.
-Hai detto qualcosa, principessa?- Odio quando mi chiamano così: specialmente se si tratta di un mafioso pervertito.
-Capo, qui la principessa vuole un trattamento speciale- dice l'uomo, prendendosi gioco di me. L'altro uomo si avvicina a me rapidamente.
Bingo.
-Non ho tempo da perdere con queste idiozie, quindi è meglio se collabori, sennò ti sparo- minaccia bruscamente, riponendo l'arma contro la mia testa. Sorrido e rapidamente rubo l'arma mettendomi dietro di lui: con facilità, l'arma cadde ai miei piedi, mentre la sua mano si contorceva in una maniera innaturale.
-Credo che le cose siano cambiate, posso spezzarvi tranquillamente un braccio e prendermi le vostre fottute pistole.- Nessuno si muoveva: così, strinsi il suo braccio fino a che l'uomo emette un grugnito di dolore. Gli altri uomini abbassano le pistole. Con un cenno del capo, i miei ragazzi entrano in azione.
In un minuto, è tutto sotto controllo: abbiamo ammanettato i ladri e messi in cerchio, sorvegliati dalle mie guardie e da quelle di mio padre. Mia madre corre verso di me e mi abbraccia.

Quando la polizia arriva, arrestano gli uomini e ci fanno alcune domande. Una volta a casa, salgo nella mia stanza e mi tolgo questo fastidioso vestito. Quando mi butt sul letto, noto che sono già le due del mattino. Questo, amici miei, è stato il giorno più normale della mia vita.


























Spazio autrice.
In allegato vi lascio la foto della nostra protagonista Karine, interpretata da Zendaya!

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