CAPITOLO 14: ROMANTICISMO SEGRETO

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LUCAS

Mi bacia teneramente e non posso fare altro che ricambiare. Il suo corpo è sopra di me, il piacere di stare dentro di lei era indescrivibile, un piacere fisico, ma anche pieno di emozioni.

-Ti amo- dico accarezzando il suo labbro con il naso.

-Anch'io ti amo- dice con un sospiro. Sorrido e le lascio un bacio sulla fronte.

-Chi te lo ha fatto?- chiedo indicando la ferita che ha sul labbro inferiore.

-Mio padre, era furioso riguardo noi due, gli ho detto cose orribili, in cambio mi ha dato uno schiaffo- mi spiega lei, accarezzo la sua ferita con delicatezza.

-Mi dispiace- rispondo sentendomi in colpa.

-Non è successo niente, non mi fa male- dice con un sorriso. L'avvicino alle mie braccia e lei nasconde la sua faccia nel mio collo. -Cosa facciamo?- chiedo a voce bassa.

-Non voglio separarmi da te- risponde guardando le stelle. Mi abbraccia forte.

-Nemmeno io, però, dire ai nostri genitori che ci frequentiamo non è un'opzione- dico alzando il suo mento per guardarla negli occhi.

-Bene, non glielo diciamo, stiamo insieme da tre mesi e non se ne sono preoccupati, figuriamoci ora- risponde sistemandosi i capelli.

-Se tu lo fai, lo faccio anch'io- rispondo. Mi avvicino alle sue labbra e le lascio un bacio dolce.

-Spero ti sia piaciuta la ricompensa per i giorni durante i quali non ci siamo visti- dice lei con un sorriso.

-Piacere, è dire poco- rispondo, e bacio la sua spalla.

-Non posso credere che lo abbiamo fatto qui- dice mentre si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Nemmeno nei miei sogni più pazzi, avrei mai immaginato di fare sesso in un parco- dico mentre continuo a baciarla fino all'orecchio.

-Lucas..- geme lei.

-Si?- chiedo posando le mie mani sulle sue cosce.

-È tardi, dobbiamo tornare nelle nostre case- dice non molto convinta. Il suo corpo è attaccato al mio.

-Sei tu che devi alzarti, piccola- affermo con un sorriso. Lei sorride, poi gira la testa, come per cercare qualcosa.

-Dove hai lanciato le mie mutandine?- chiede cercandole. Alzo i miei pantaloni, sono lì sotto.

Cominciamo a rivestirci e quando vediamo l'orologio sono le 23:30. Vuol dire che hanno chiuso il parco. Corriamo fino all'entrata, ed effettivamente, era chiuso il cancello. Però il muro è facile da scavalcare. Quando siamo fuori, ci sono le nostre moto che ci aspettano.

-Chiama, e avvisami su quando potremo rivederci- dico mentre lei sale sulla sua moto. Mi avvicino e ci baciamo.

Dopo averla vista andarsene, salgo sulla mia moto e vado a casa. L'ultimo posto in cui vorrei andare. Quando arrivo, parcheggio la moto e salgo dritto in bagno. Mi faccio una doccia per togliere il sudore e mi dirigo in camera. Metto il pigiama e mi butto sul letto.

*****

In questi giorni, mio padre ha avuto un pessimo umore. Mi ha chiesto dove ho conosciuto Karine, e gli ho risposto che ci siamo visti un paio di volte.

Karine e io siamo usciti un paio di volte in questi giorni. Sembra di far parte di un film romantico dove le famiglie della coppia si odiano. Una situazione stupida, però non possono fare niente. Oggi io e la mia castana andiamo alla città di Lancaster, un'appuntamento, lontano da tutto e da tutti.

Sono le nove di mattina e la sto aspettando sul mio Jaguar grigio. Poi la vedo arrivare con la sua moto: cammina fino a me con dei pantaloni corti neri e una maglia a maniche lunghe di colore rosa, trasparente.

-Ciao bellissimo- saluta con un sorriso. La prendo e la faccio avvicinare a me. La bacio.

-Non ti sta male, ma mi piacerebbe essere solo io, a vedere la biancheria- chiedo con una smorfia, lei ride.

-Sei l'unico che me la può togliere- risponde dandomi un tenero bacio. Poi sale in auto.

Guido per due pre fino a Lancaster, mente io e Karine ridiamo e scherziamo. Quando arriviamo, parcheggio l'auto ad una stazione privata, scendiamo dall'auto, e pago l'addetto che si prende cura della macchina. Metto il mio braccio destro intorno al suo collo, e lei, mi cinge in vita con il suo piccolo braccio.

-Cosa vogliamo fare?- chiede sorridente.

-Quello che vuoi- rispondo dandole un bacio sulla testa.

Camminiamo da tutte le parti, l'accompagno a comprare alcune cose che, secondo me non sono importanti, ma per le donne si.

Intanto si sono fatte le due, così, decidiamo di andare a mangiare in un ristorante semplice, ma comodo.

-Come vanno le cose con tuo padre?- chiedo mentre lei legge il menù.

-Non ci siamo rivolti la parola durante la settimana, e mia madre sta per diventare pazza- risponde con una smorfia.

-Avete scelto?- chiede il cameriere.

-Io voglio: pasta ai quattro formaggi e una coca-cola- dice lei sorridendo al cameriere.

-Io voglio un hamburger e una coca-cola- rispondo in tono secco.

Dopo aver pranzato, si sono fatte le quattro, così decidiamo di tornare a casa. Ci dirigiamo alla stazione privata e saliamo in macchina.

-Ci resta ancora tempo, vuoi fare qualcos'altro?- le chiedo baciandole la mano.

-I vetri sono polarizzati?- chiede guardandomi, alzo un sopracciglio.

-Si- rispondo confuso.

-Bene- sorride e con un rapido movimento, scavalca e si siede sopra di me.

Le sue labbra si avventano sulle mie con necessità, ricambio subito. La mia lingua chiede permesso per poi entrare nella sua bocca. Rapidamente, le tolgo la maglia e bacio il suo collo fino ad arrivare al petto. Lei fa lo stesso togliendo la mia camicia.

-Mmm...Lucas- geme lei.

-Non sai quanto ti voglio- rispondo con voce sensuale, poi le slaccio il reggiseno.

Prendo un seno nella mano sinistra e l'altro in bocca, un gemito esce dalla sua bocca. Le sue mani strattonano i miei capelli, facendomi gemere. Le tolgo i pantaloni, poi mi abbasso i pantaloni insieme ai boxer. Prendo un preservativo dalla tasca dei pantaloni.

-Mi permetti?- chiede indicando il preservativo con un po' di vergogna.

-Tutto tuo- rispondo strappando il pacchetto.

Dopo averlo scartato, con delicatezza, me lo mette. Si siede sopra di me e comincio a spingere.

I vetri sono impannati, i nostri corpi sudati, i nostri gemiti causati dal piacere. Il suo corpo si muove lentamente sopra il mio facendomi diventare pazzo. Stavo per venire.

-Lucas..- geme chiudendo gli occhi, riempio il preservativo. Veniamo insieme. Posa il suo viso sul mio collo, il cuore sembra vuole uscire dal nostro petto.

-Stai bene?- chiedo accarezzandomi i suoi capelli.

-Più che bene- risponde con il sorriso e il respiro affannoso.

-La prossima volta, lo facciamo in camera da letto- dico divertito, lei ride.

-Certo, ci sto- risponde tornando a sedersi accanto a me.

Ci vestiamo rapidamente e guido fino a New York, precisamente, fino al parco.

-Grazie per questo giorno meraviglioso- dice con tenerezza.

-Per me si potrebbe fare tutti i giorni- rispondo abbracciandola. Appoggia la sua testa sulla mia spalla.

-Ti amo- dice mettendo la mano sul mio collo e dandomi uno dei suoi baci che adoro.

-Ti amo anch'io- rispondo tra un bacio e l'altro.

Restiamo abbracciati per un po', fino a quando ci separiamo. Lei sale in moto e io sulla mia auto, pronti per tornare a casa.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora