CAPITOLO 31: FAREI QUALSIASI COSA PER TE.

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LUCAS.

Sospiro sollevato quando la presi tra le mie braccia. La mia testa non smetteva di immaginare cose orribili che le potessero accadere.

I miei genitori e quelli di Karine erano sollevati, sollevati nel poter riabbracciare le persone che amano.

-Stai bene?- chiedo a Karine dopo un secondo.

-Si, e tu?- chiede a sua volta staccandosi da me per guardarmi negli occhi.

-Bene- mento, deviando un po' lo sguardo. Lei mi guarda confusa, mi squadra dalla testa ai piedi fino a che posa il suo sguardo sul mio braccio sinistro.

-Non stai affatto bene- risponde in tono freddo e preoccupato.

-Lo so, ma starò bene- rispondo, per poi baciarla dolcemente.

-Che cosa credete di fare?- chiede il padre di Karine arrabbiato.

-Siamo qui, se non ve ne siete accorti- replica mio padre.

-Si, lo sappiamo- rispondo con freddezza.

-Sai, posso ricordartelo molto bene- dice Brian avvicinandosi a me.

-Non ti azzardare papà- dice Karine mettendo una mano sul suo petto.

-Voi due, smettetela!- interviene mia madre indicando Brian e mio padre.

-Siete degli idioti! I nostri figli si amano- ci difende Melany, la madre di Karine.

-Inoltre questo non è il momento e il luogo adatto per discutere- interviene mia madre.

-Parleremo dopo di questo, ora dobbiamo restare tutti uniti per uscire da qui- dice Melany.

Karine torna al mio fianco e prima che uno di noi potesse abrire la bocca, sentiamo dei passi lungo le scale. Davanti a noi c'è una porta e, senza pensarci due volte, entriamo nella stanza.

Nella stanza rimaniamo tutti di stucco quando vediamo gli uomini di mio padre e Ricky che erano legati ad una sedia e incoscenti. Mi avvicino a Ricky, lo slego e gli do un leggero schiaffo sulla testa per farlo svegliare. Lentamente apre gli occhi, il suo sguardo era confuso.

Quando tutti tornarono svegli e coscenti raccontammo tutto quello che stava succedendo e il piano per poter andare via.

-Sarà impossibile passare inosservati con tante persone- dice Karine.

-Hai ragione, per questo dovremmo essere più rapidi che silenziosi- rispondo guardandola.

-Dobbiamo trovare più armi, siamo a corto- afferma lei pensierosa.

Spiego il piano a tutti i membri. Io e Karine andiamo davanti, mio padre e Brian dietro di noi e le nostre madri accanto a loro in modo da formare un perimetro perfetto.

Usciamo dalla stanza, corriamo lungo il corridoio cercando la scala che da al piano di sotto. Gli spari andavano e venivano, sentivamo grida di dolore e ciò mi faceva perdere la concentrazione.

Quando troviamo la scala scendiamo velocemente e quando arriviamo al piano terra, c'era silenzio, un silenzio assordante.

-Questo non mi piace- dice mio padre accanto a me.

-Che facciamo?- chiede Melany.

-Dividiamoci in due per ogni parete- dice Karine.

-State allerta , non fatevi scappare nessuno- dice Brian per poi afferrare Karine, sua moglie e i suoi uomini e posizionandosi dietro la parete.

Guardo Karine che mi fa cenno con la testa di andare avanti, ma qualcosa mi diceva di non lasciarla sola, che dovevo stare accanto a lei.

Ignoro questa sensazione e comincio a camminare guardando da tutte le parti. Anche se eravamo lontani dalla porta e non c'era nessuno, la situazione era troppo tranquilla.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora