CAPITOLO 27: La calma prima della tempesta

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LUCAS

Mi sveglio deliziosamente bene. Da quando Karine è tornata a far parte della mia vita, mi sento di buon umore, anche se per colpa dei nostri genitori, non potremo vederci sempre.

Adesso io e mio padre parliamo un po' di più, però continuo ad essere arrabbiato con lui. Mi ha separato da Karine, e questa non è una cosa facile da perdonare.

Vado in bagno per farmi una doccia veloce perché devo uscire. Metto dei pantaloni azzurro scuro, una camicia bianca e infine una giacca sportiva. Scendo le scale e vado in cucina.

-Buongiorno tesoro- mi saluta mia madre con un sorriso.

-Ciao mamma- rispondo dandole un bacio sulla guancia.

-Ricky ti sta aspettando nell'officina di tuo padre- mi informa lei. Mangio un toast e bevo del succo di frutta.

-Okay, grazie- dico per poi uscire dalla cucina e andare in officina.

Quando entro, vedo Ricky seduto sulla poltrona che sfoglia delle carte. Mi siedo di fronte a lui e alza lo sguardo.

-Lucas, non ti ho sentito entrare- dice guardandomi.

-Eri molto concentrato. Che hai in mano?-chiedo curioso.

-Sono i documenti dei vari trasferimenti, però c'è qualcosa che non mi convince- risponde massaggiandosi le tempie e passandomi un documento.

-Pensavo che mio padre non utilizzasse più quella via...- dico guardando il mio amico.

-Lo so, per questo mi è sembrato strano. Come mai ora la usa?- chiede lui.

-Dobbiamo chiedergli se è tutto apposto- dico indicando il foglio.

-Si, però tuo padre è uscito stamattina- dice Ricky mentre beve dell'acqua.

-Bene, allora andiamo a cercarlo- dico mentre mi alzo dalla sedia. Ricky mi guarda per un momento, poi si alza e usciamo dall'officina.

Usciamo di casa con le nostre moto e andiamo alla ricerca di un uomo scomparso che lavora con mio padre. È una settimana che non lo vediamo e questo ci preoccupa.

Arriviamo al posto corrispondente è tutto è fin troppo tranquillo. Un silenzio pericoloso, troppo a dire il vero. Ricky e io prendiamo le pistole per maggior sicurezza.

Camminiamo un paio di metri intorno a una carrozzeria abbandonata. Mi separo da Ricky mentre lui guarda dentro il capannone e a un tratto, sento uno sparo. Mi volto e vedo il mio amico che sta combattendo con una persona.

Un momento, è Karine quella.

Con un movimento rapido, la mia ragazza si posiziona sopra a Ricky puntandogli la pistola alla testa. Ora ricordo, loro non si conoscono!

-Karine ferma! Non sparare!- grido mentre mi avvicino a loro. La mia castana mi guarda.

-Lucas... che ci fai qui?- chiede confusa.

-Sto lavorando- rispondo semplicemente. -Lui è un mio amico- dico indicando il corpo. Lei si alza con eleganza.

-Mi dispiace, non lo sapevo- dice allontanandosi da Ricky. Aiuto il mio amico a rialzarsi.

-Che ci fai qui?- chiedo guardandola.

-Lavoro- risponde con un sorriso. Rido e mi avvicino per abbracciarla.

-Guarda dove ci ha condotti il destino- sussurro al suo orecchio per poi darle un bacio.

-Okay, cosa mi sono perso?- chiede Ricky interrompendo il nostro momento.

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