CAPITOLO 29: MISSIONE SUICIDA

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Ciao ragazze/i. Nuovo capitolo della storia, spero vi piaccia! Perdonate i vari errori di battitura. Buona lettura!

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Aspetto Karine fuori dall'appartamento. Tutto ciò non ha senso: la casa è completamente distrutta e gli uomini della sicurezza sono morti.

Mentre la mia mente elabora pensieri sinistri, vedo Karine che parcheggia la sua auto accanto alla mia. Scende e viene verso di me correndo.

-Cosa sta succedendo?- chiede tra le mie braccia.

-Non lo so, ma lo scopriremo- rispondo dandole un bacio sulla testa.

Entriamo nell'atrio e saliamo le scale per andare nell'appartamento.

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Vado in cucina per preparare una tazza di tè alla mia ragazza. È molto agitata.

-Mi serve un computer- dice improvvisamente. La guardo e annuisco.

Prendo il computer dalla scrivania e glielo poso sul tavolo del salotto.

Accende il computer e si connette a un programma.

-Stai cercando via satellite, vero?- chiedo mentre la guardo.

-Si, l'ho imparato un po' di tempo fa- risponde abbozzando un sorriso.

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Sono passati cinque minuti e ancora non riusciamo a localizzare i nostri genitori.

-Prova con i numeri di telefono dei tuoi genitori- suggerisco per accelerare i tempi.

-Ottima idea!- Inserisce i numeri nella barra di ricerca e dopo qualche minuto appare la localizzazione. Sono fuori città.

-Ora dammi i numeri dei tuoi, così vediamo se sono nella stessa zona- aggiunge guardandomi.

I miei genitori sono nello stesso posto.

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Guardo l'orologio e sono già le otto di sera.

Corro nella mia stanza e prendo dal cassetto della scrivania delle pistole.

Quando esco, trovo Karine appoggiata al muro del corridoio.

-Andiamo- dico e lei annuisce.

Arriviamo al piano terra e usciamo dall'edificio.

-Dobbiamo prendere ognuno le nostre auto- dice lei mentre si allaccia il cappotto.

Cammino fino alla sua auto però, prima che lei possa salire in auto, la prendo per un braccio e l'avvicino a me.

-Promettimi una cosa: succeda quel che succeda, lascerai quel posto e, se le cose si complicano, sarai forte e guarderai avanti, senza pensare a ciò che è successo oggi- la supplico guardandola negli occhi.

-Perché dici così?- chiede agitata e preoccupata.

-Voglio solo assicurarmi che tutto vada bene. Ti amo e voglio che tu sia sempre felice, sei molto importante per me e farò tutto il necessario per vederti felice- rispondo accarezzandole la guancia. Una lacrima bagna il suo volto.

-Tutto questo mi suona come una dipartita- dice con voce tremante.

-Non lo è. Non sarà una notte difficile, almeno spero.- Mi abbraccia con forza e poggia la testa sul mio collo. -Promettimelo Karine, per favore..- la supplico. Poso due dita sotto il suo mento e le alzo il volto per farmi guardare.

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