KARINE
Mi alzai presto la mattina.
Mi misi un paio di pantaloni sportivi, una canottiera e scarpe da ginnastica. Decisi di lasciare i capelli sciolti e di truccarmi
Scesi le scale e andai in cucina a mangiare qualcosa. Preparai del cibo per Tessa e, mentre lei finiva di mangiare, andai in sala a prendere le chiavi che erano posate sul tavolo.Tornai in cucina e chiamai Tessa. Andammo in auto, la feci salire dietro e guidai fino alla palestra.
Dopo mezz'ora d'auto, arrivammo. Feci scendere Tessa e camminammo fino all'entrata della palestra. Qui, vengono ad allenarsi mio padre, i suoi uomini e i miei amici.
Da lontano vidi mio padre, mi avvicinai.-Ti stai allenando?-, domanda stupida, dato che era tutto sudato.
-Pensavo che non saresti venuta oggi-, disse mio padre dopo aver bevuto dell'acqua.
-Ho intenzione di allenarmi con i ragazzi-, risposi acida e girai i tacchi.
Andai vicino ai ragazzi. Si stavano riscaldando, poi Trevor si voltò verso di me.
-Allora, cosa vuoi farci fare oggi?-, disse Trevor.
-Rex!-, chiamai uno dei lottatori che si stava allenando. -Potresti venire ad aiutarmi?-, chiesi sbattendo le ciglia.
-Certo bellezza, come posso aiutarti?-, mi chiese sorridendo.
-Ehi Rex! Tocca mia figlia con un dito e ti spezzo la gamba-, gridò mio padre. Sempre il solito.
-Puoi combattere con i ragazzi?-, chiesi ridendo per la faccia che avevano i miei amici.
-Sarà un piacere bellezza-, disse facendomi l'occhiolino.
Mentre combattevano, mi ero seduta su un palla da palestra e guardavo.
Tessa era accanto a me. Mi protegge più lei, che mio padre.
Quando i ragazzi finirono di combattere, dissi loro che avevano 10 minuti di pausa.
Vidi mio padre sul ring e, questo, mi fece accendere la lampadina, così mi avvicinai a lui.-Che ne dici di combattere, Brian?-, chiesi in tono di sfida.
-Non credo sia una buona idea. Tua madre mi ucciderebbe se ti toccassi con un dito-, disse con il respiro affannoso.
-Non mi farai del male. Facciamo una scommessa: se vinco io, mi lascerai uscire durante il weekend, se vinci tu, farò tutto quello che mi chiederai, senza esitazione-, dissi alzando un sopracciglio.
Mio padre ci pensò un attimo e poi sorrise.-Dai, sali-, mi ordinò
Salì sul ring, mi misi i guantoni e comincia a saltare per riscaldarmi.
Ci mettemmo l'uno di fronte all'altra, le persone si misero intorno al ring per vederci combattere."Bene, ora o mai più Karine", pensai.
-Figlia cara, non avrò pietà-, disse mio padre ghignando.
-Non mi serve la tua pietà, voglio solo la libertà-, risposi fredda.
L'arbitro fischiò e iniziammo a combattere.
Nella mia testa avevo già una strategia: a mio padre piace dare colpi rapidi, quello che devo fare è bloccare e avanzare fino a riuscire a colpirlo.
Feci un bel respiro. Ricevetti un colpo da parte di mio padre, ma lo schivai. Mi girai e gli diedi un calcio alle costole.I minuti passavano e nessuno di noi due voleva arrendersi. Mi faceva male il braccio destro e la spalla, mio padre però, era messo peggio di me.
Mi mossi con destrezza per tutto il ring per confondere mio padre, quando lo colpii mi chinai e, con la gamba gli colpì la curva del ginocchio facendolo rallentare, mi gettai sopra di lui. Mio padre non riusciva ad alzarsi. Così l'arbitro contò fino a tre e alzò il mio braccio.
Avevo vinto.-Sei vecchio papà-, dissi sopra di lui.
Nel suo sguardo vidi sia orgoglio che tristezza.-Sei stata brava santo cielo-, disse con dolore.
Mi alzai e gli diedi un bacio sulla guancia.-Ho imparato dal migliore-, affermai e facendogli l'occhiolino.
Tutte le persone applaudirono. Mio padre mi abbracciò e, stranamente, ricambiai l'abbraccio.
Scendemmo dal ring e andai di corsa a farmi una doccia.
Quando uscì camminai fino al boxe, dove mi misi dei jeans neri attillati e una maglia bianca corta davanti e lunga dietro.
Mi truccai, sistemai i capelli e, quando arrivai alla porta, vidi Tessa.-Ehi bellissima-, dissi accarezzandole la testa.
-Dove vai?-, chiese mio padre.
-Ho solo 4 giorni di libertà, devo sfruttarli-, risposi saltellando.
-Chiama se c'è qualche problema e non tornare tardi a casa-, disse mio padre in tono di minaccia.
Uscì dalla palestra sentendomi la donna più felice del mondo, anche se solo per quattro giorni.
-Ti prometto che ti porterò al parco-, dissi a Tessa mentre salivamo in auto.
Guidai fino al parco, c'era sempre molta gente. Era pieno di colline, ma in particolare una collina attirava sempre la mia attenzione.
Non ci andava mai nessuno, perché è molto
lontana.Entrammo. Chiusi gli occhi. Senti l'aria fresca sferzarmi il viso, sentivo il profumo dei fiori: aria di libertà.
Quando li riaprì, vidi Tessa che correva fin su alla collina più lontana.
Corsi dietro di lei e dentro di me speravo che nemmeno oggi ci fosse qualcuno, non sapevo se Tessa potesse mordere se qualche estraneo si avvicinava."Merda, Tessa", dissi fra me e me.
Mentre correvo, guardavo dappertutto per vedere se c'era qualcuno. Ma, siccome ero distratta andai addosso a qualcosa. O dovrei dire, qualcuno.
I miei occhi incontrarono occhi color cioccolato. Il mio corpo era totalmente piegato su di lui, le mie ginocchia erano ai lati del suo corpo, le sue mani intorno alla mia vita, i miei capelli sul suo viso e potevo sentire il suo profumo.-Bella, normalmente questo lo faccio dopo il primo appuntamento-, disse lui divertito.
Mi alzai velocemente.
-In realtà mi dispiace, stavo seguendo il mio cane e pensavo che non ci fosse nessuno-, cominciai a parlare velocemente e il ragazzo sorrideva.
-Okay tranquilla, non è successo nulla-, disse tranquillizzandomi.
Dio, era bellissimo. Aveva i capelli marroni, occhi verdi, la mandibola quadrata, e il suo corpo, beh, mozzafiato.
Ad un tratta senti qualcosa toccare la mia gamba. Abbassai lo sguardo e vidi Tessa-Tessa, non ti porterò più al parco-, dissi tornando a guardare il ragazzo davanti a me.
-Beh, mi spiace per l'incidente, ora devo andare. Andiamo Tessa-, dissi girandomi.
-Ehi, aspetta!-, mi voltai.
-Ti piacerebbe fare una passeggiata per il parco? Sempre se non sei impegnata-, disse guardandomi negli occhi.
-Sono venuta solo con il mio cane e si, mi piacerebbe molto passeggiare per il parco-, dissi imbarazzata e lui sorrise
-Sono Lucas, a proposito-, disse alzando la mano.
-Karine-, risposi mentre ci stringevamo la mano.
-Allora Karine, che ne dici, mi faresti un bel sorriso? Sembri nervosa-, mi chiese Lucas.
-Perché no-, sorrisi. Forse un po' troppo.
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Amor Prohibido
Romance[COMPLETA ➪ IN REVISIONE] Lei troppo normale, occhi belli, capelli da modella, corpo invidiabile, personalità pazzesca e molto temeraria. Lui è alto, con occhi profondi, sexy quando vuole, tratti duri, con un corpo scolpito dagli dei e con una folle...