CAPITOLO 17: SOSPETTI

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KARINE

Oggi mi sono allenata duramente, d'altronde, non sono venuta ad allenarmi per due settimane.

-Andiamo Karine- dice mio padre. Sta colpendo un sacco da boxe.

-Sto colpendo- rispondo con il respiro affannoso.

-Mettici più forza- dice mio padre, così comincio a colpire con più forza.

Continuo a colpire fino a quando le mie braccia non resistono più. Quando smetto, mi butto per terra. Mac mi porta un po' d'acqua e io lo ringrazio.

-Perché tuo padre esige così tanto da te?- chiede Trevor sedendosi accanto a me.

-Per due settimane non sono venuta ad allenarmi- spiego mentre mi asciugo il sudore con un asciugamano. Mi alzo e torno ad allenarmi. Poi però, sento il mio telefono che squilla, è Lucas.

Lucas: piccola, possiamo vederci ora?

Io: certo, dove?

Lucas: nel bar Arlington.

Io: okay, sarò lì tra un paio di minuti.

Mi alzo velocemente e corro dritta negli spogliatoi. Mi faccio una doccia e corro verso il camerino per cambiarmi. Metto un paio di pantaloni neri con una maglia rossa e la mia giacca di pelle, mi trucco e raccolgo i miei capelli in una crocchia disordinata. Esco dallo spogliatoio e vado da mio padre.

-Vado a casa- annuncio guardandolo. Lui annuisce.

-Io resto ancora un'ora- risponde serio. Giro i tacchi ed esco dalla palestra.

Prendo un taxi fino al bar Arlington, dista solo cinque minuti. Quando arrivo, scendo rapidamente dal taxi e vedo Lucas all'entrata del bar. Corro verso di lui e mi butto tra le sue braccia.

-Mi dispiace di aver fatto tardi, ma ero in palestra ad allenarmi- spiego dopo che ci siamo baciati.

-Posso aspettare un'eternità se mi saluterai sempre così- risponde sorridendo. Entriamo nel bar e ci sediamo in un tavolo in fondo.

-Cosa posso portarvi?- chiede una ragazza poco vestita.

-Per me una coca- rispondo avvicinandomi di più a Lucas.

-Due, per favore- mi corregge mettendo il suo braccio sulla mia spalla. La ragazza annuisce e se ne va.

-Le cameriere non dovrebbero vestirsi in quella maniera- dico disgustata e squadrando la ragazza.

-A me piacerebbe vederti con quel vestito- sussurra Lucas al mio orecchio. Rabbrividisco.

Non rispondo, ma in cambio mi butto sulle sue labbra. Un bacio intenso, appassionato. Gemo quando Lucas tocca le mie cosce. Metto la mia mano sotto la sua maglietta e gli accarezzo il petto. Ad un tratto, sentiamo una tosse finta. Ci stacchiamo e ci giriamo. È la cameriera.

-Davvero lo stiamo facendo qui?- chiedo guardandolo con un sorriso. Lui mi guarda e mi fa l'occhiolino.

-Non ti ho chiamata per questo, però, con quel bacio, mi hai fatto eccitare come non mai. Perciò, ti do tre opzioni: bagno, bar o auto- dice guardandomi con desiderio. Come posso negare? Anch'io sono eccitata.

-Bagno- rispondo ansimando. Lucas prende i soldi dalla tasca dei jeans e lo lascia sul bancone. Prendo la sua mano e ci dirigiamo verso il bagno.

Appena chiudiamo la porta a chiave, cominciamo a baciarci con desiderio. Poco a poco cominciamo a spogliarci, restando solo in intimo. Il bagno è abbastanza grande, e c'è anche uno specchio sopra il lavabo.

Ci mettiamo davanti allo specchio e comincia a baciarmi il collo, poi la schiena, fino a slacciare il reggiseno e scoprire il mio petto. Comincia a massaggiare il seno e stringere i capezzoli mentre io gemo e mi spingevo contro il suo sesso. Con un movimento rapido, Lucas mi toglie i pantaloni e le mutandine.

-Sei sempre così umida per me- sussurra al mio orecchio. Prende un preservativo dai suoi pantaloni, si toglie i boxer e se lo mette.

-Fallo adesso- chiedo eccitata.

Lucas entra piano, mi sta torturando. Geniamo entrambi, senza smettere. I nostri occhi si incontrando nello specchio, è così erotica quella semplice immagine, che posso già venire. Percorre ogni curva del mio corpo mentre io lo bacio senza pietà. Sento un dolore nella mia parte bassa.

-Vieni Karine- mi incita Lucas. Le mie gambe cominciano a tremare, vuol dire che sto per venire. Il mio corpo resta appiccicato a quello di Lucas, poso la mia testa sulla sua spalla, entrambi cerchiamo di calmare il respiro.

Ci rivestiamo, entrambi sorridiamo. Usciamo dal bagno e dal bar e andiamo nella sua auto.

-Hai ancora tempo o devi andare?- chiede lui guardandomi prima di accendere l'auto.

-Ho ancora un po' di tempo- rispondo sorridendogli.

-Allora possiamo andare al parco, per un po'- dice mentre fa retromarcia.

Mentre Lucas guida, appoggio la testa al finestrino. Però, dallo specchietto, una macchina bianca dietro di noi, attira la mia attenzione. Guardo Lucas e vedo che anche lui guarda sullo specchietto retrovisore. La macchina bianca ci sfugge di vista, e questo mi tranquillizza. Quando arriviamo, scendiamo dall'auto e camminiamo vero il parco.

Ho una sensazione strana. Mi guardo intorno, Lucas mi vede nervosa, così mi prende per mano e torniamo verso l'auto. Ma da qui, comincia ciò che temevo. Gli spari. Ci rifuggiamo sotto un'albero.

-Dobbiamo arrivare alla macchina- dice Lucas prendendo la sua arma. Decido di imitarlo.

-Corriamo- dico, lui annuisce e ci mettiamo a correre.

Schiviamo tutti i colpi, almeno Lucas. Per disgrazia, una pallottola colpisce il lato sinistro del mio stomaco. Lucas non nota niente, dato che sta correndo. Metto una mano sulla ferita, e continuo a 'correre' nonostante il dolore lancinante. Dobbiamo uscire da qui. Quando arriviamo al parcheggio, le cose peggiorano.

Ci sono dieci tipi che circondano la macchina di Lucas. Guardiamo tutti: posso lottare, ma per poco. La ferita, è l'ultima cosa che mi preoccupa. Il mio ragazzo prende la mia mano e mi stringe a se.

Ci mettiamo entrambi in posizione di combattimento. Gli uomini si avvicinano, posso colpire solo due di loro, mentre Lucas tre. Ad un tratto, uno dei tipi, mi mette un panno sulla faccia, è droga. Mentre perdo coscienza, in sottofondo sento solo la voce di Lucas che mi chiama.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora