CAPITOLO 26: PARLIAMO

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LUCAS

E poi ci sono io che guardo la meravigliosa Karine che dorme. Il lenzuolo la copre fino al ventre, lasciando vedere la sua schiena. La mia testa è come un foglio bianco, senza scarabocchi. Mi alzo dal letto e cerco i boxer: sono accanto al preservativo che non abbiamo usato. Perché prende i contraccettivi? L'idea che ci possa essere qualcun altro, mi fa andare fuori di testa.

Vado in cucina e cerco nella dispensa una tazza. Quando la trovo, la riempio con del caffè e mi siedo su uno sgabello. Mentre sorseggio il caffè, mille domande mi passano per la testa.

Perché non la ho evitata ieri sera? Facile, perché stava ballando con un tipo poco affidabile.

Perché le ho chiesto di ballare con me? Quella canzone, descriveva in modo perfetto i miei sentimenti che ho per lei.

Come siamo finiti a fare sesso in quel modo? Vederla con quel vestitino nero! Dio, era maledettamente sexy.

E poi c'è la domanda che mi mette paura: cosa farò ora? È chiaro che non posso vivere senza di lei. Questi mesi sono stati terribili, devo parlare con lei. E se necessario, supplicarla di tornare con me. Lo so, è da pazzi, ma non riesco a vivere senza di lei.

Finisco di bere il caffè e guardo l'orologio: sono le 9:00. Mi alzo e torno in camera. Quando sto per varcare la porta, mi fermo: Karine sta parlando al telefono. So che non si dovrebbe fare, ma ascolto la conversazione.

-Mi dispiace, ma ti stavi baciando con un uomo..- dice lei in tono di scuse. Con chi parlerà?

-Se chiama mio padre, digli che sono a casa tua- chiede Karine.

-Grazie Mary, ci vediamo dopo, così ti racconto- chiude il telefono e posa le mani sui fianchi. Entro in stanza senza fare rumore.

-Ciao- dico di fronte a lei. Sta posando il telefono sul letto. Fa un salto e si porta una mano sul cuore.

-Dio, mi hai fatto prendere un colpo- risponde a voce bassa. La guardo meglio: indossa l'intimo.

-Smettila di guardarmi così- risponde alzandosi dal letto.

-Guardarti come?- rispondo con un sorriso. Sta arrossendo.

-Così..., oh dio smettila e basta- risponde senza darmi una spiegazione.

-Dobbiamo parlare- dico massaggiandomi le tempie.

-No, non dobbiamo. Quello che è successo tra di noi,- spiega indicando con il dito me e lei -è successo per colpa dell'alcol e attrazione fisica, niente di più- dice senza guardami. Sono confuso.

-È successo perché entrambi volevamo che succedesse- rispondo serio. Vedo che fa una smorfia di dolore quando si siede te di nuovo sul letto.

-No, dimentichiamocelo e basta- dice guardando in torno a lei. -Dov'è il mio vestito?- chiede preoccupata.

-In corridoio. Non voglio dimenticare quello che è successo- rispondo avvicinandomi a lei.

-Ti ricordo, che tu mi hai detto di dimenticarmi di te- dice alzando un sopracciglio e con voce triste.

-Lo fatto per te- rispondo subito dopo.

-Come osi? Non dirlo perché io non ti ho chiesto di dirmi quelle cazzate orribili. Mi hai detto che sono brava solo a fare sesso. Bene, è quello che abbiamo fatto stanotte. Ora, dimenticatelo- dice con le lacrime agli occhi. Si gira e mi da le spalle.

-Karine...- cerco di convincerla, però lei scuote la testa e cammina fino in sala. -Dove vai?- chiedo seguendola.

-Lontano da te- risponde fredda. Si abbassa per prendere il vestito e continua a camminare fino ad arrivare alla porta.

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