CAPITOLO 9: BACI UMIDI

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LUCAS

Sono arrivato prima rispetto all'ora che avevo stabilito con Karine. Mi siedo per terra: è notte, e in questa collina si possono vedere le stelle.

-Aspetti qualcuno?- chiede una voce dietro di me, poi mi tappa gli occhi.

-No, però se vuoi farmi compagnia, accomodati pure bellissima- rispondo sorridendo.

-Come fai a sapere che sono bella?- chiede ridendo.

-La voce dolce e il profumo, se lo possono permettere solo le ragazze belle- rispondo divertito mentre la ascolto ridere. Prendo i suoi polsi e, con un movimento rapido, la faccio sedere sulle mie gambe.

-Ho dovuto saltare dalla finestra della camera per venire qui senza farmi scoprire- dice guardandomi, scoppio a ridere.

-Era molto alto?- chiedo con un sentimento di felicità che mi invadeva. Ha rischiato di rompersi qualcosa, solo per venire da me.

-Non tanto, per lo meno, non mi sono rotta niente- risponde con noncuranza. -È da tanto che mi aspetti?- chiede mettendo le braccia intorno al mio collo.

-Cinque minuti- rispondo mettendole le mani sui fianchi.

-Com'è andata la tua giornata?- chiede accarezzandomi la nuca.

-Niente di speciale- mento. -E la tua?- chiedo, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Sono uscita con mio padre a sbrigare delle commissioni- risponde girando gli occhi.

-Ti sono mancato?- chiedo guardando i suoi occhi grigio-chiaro.

-Un pò- risponde indifferente, sorrido.

-Solo un po'?- chiedo facendo il finto offeso.

-E io? Ti sono mancata?- chiede con un sorriso.

-Un pò- rispondo, usando le sue stesse parole. Inarca un sopracciglio, poi scoppiamo a ridere.

-Non mi copiare- dice facendo labbruccio, come una bambina.

-Sembri una bambina- dico divertito.

-Ah si?- dice maliziosa, per poi leccarsi le labbra in maniera sensuale.

I miei occhi guardano il momento erotico con fermezza. Dopo essersi leccata le labbra, passa a mordersi il labbro inferiore. Senza pensarci due volte, elimino lo spazio che c'è tra di noi e la bacio. Con le braccia avvinghiate a lei, mi stendo per terra, lei sta sopra di me. Il bacio è appassionato, le nostre lingue danzano. Metto una mano dentro la sua maglietta e le accarezzo la schiena: comincia a gemere.

Nonostante volevo continuare a baciarla, mi stacco e riprendiamo aria.

-Sono ancora una bambina?- chiede ghignando.

-Sei una bambina molto, molto sexy- rispondo con un sorriso.

-Sei un tonto- dice appoggiando la testa sul mio collo. Fa così, quando è imbarazzata.

-Mi piace tenerti così- dico abbracciandola.

-Mi piace che mi tieni così- dice accarezzandomi il collo con la punta del naso, fino ad arrivare all'angolo della bocca e lasciare un bacio.

Restiamo lì per un bel pò, chiudo gli occhi per sfruttare al massimo la sua compagnia, il suo profumo, le sue carezze. Poi sentiamo i nostri telefoni squillare: guardo l'orologio e mancano dieci minuti alla chiusura del parco.

-È finito il tempo- dico con una smorfia. Si alza da me e iniziamo a camminare mano nella mano, fino a che arriviamo alle nostre moto. Cammina un'altro pò verso la sua moto.

-Lucas- mi chiama con tenerezza.

-Si?- rispondo con un sorriso.

-Ti amo.- Queste due semplici parole fanno accelerare il battito del mio cuore.

Cammino verso di lei, metto le braccia sulla sua vita e la bacio. Il bacio di prima, identico.

-Dillo di nuovo- bisbiglio sulle sue labbra.

-Ti amo- ripete lentamente. Torno a baciarla fino a che consumiamo tutta l'aria nei polmoni.

-Merda, ti amo anch'io, tanto- confesso per poi mordere il suo labbro inferiore. Mi stacco da lei e la lascio andare.

......

Il mattino seguente, mio padre mi chiama nella sua officina.

-Dov'eri ieri notte?- chiede sedendosi sulla sedia.

-A fare una passeggiata- rispondo tranquillo.

-Le cose non vanno bene- dice con fermezza. Inarco un sopracciglio.

-Che succede?- chiedo spaventato.

-Ho raccolto dei dati, e so chi sta rubando la merce di altri gruppi di mafiosi- racconta mio padre preoccupato.

-Chi?- chiedo curioso.

-Il figlio dei Garibaldi- risponde guardandomi.

-Non sapevo che I Garibaldi avessero un figlio, fino ad ora- rispondo pensandoci su.

-Tieni gli occhi ben aperti, Lucas- mi raccomanda mio padre.

-Tranquillo vecchio. Se lo incontro, lo ammazzo, stanne certo- rispondo tranquillizzando mio padre.

Esco dal officina e incontro mia madre con mille borse della spesa. Decido di aiutarla.

-Cos'è tutta questa roba?- chiedo, posando le borse in salotto.

-Sono uscita un'attimo a comprare delle cose- risponde mia madre sorridendo. Donne.

Dopo averla aiutata, salgo in camera mia. Metto la tuta da ginnastica, devo uscire ad allenarmi. Mentre indosso la felpa, sento squillare il telefono. Lo prendo e vedo un messaggio da Karine.

Karine: ho una buona e una cattiva notizia. La buona, è che mi manchi, la seconda è che oggi non possiamo vederci.

Io: mi piace la buona notizia, l'altra un po' meno. Che succede?

Karine: devo uscire dalla città con i miei genitori per motivi di lavoro.

Io: è la notizia peggiore che abbia mai letto.

Karine: lo so, non posso pensare al fatto che oggi non ci vediamo.

Io: quando torni, mi darai una ricompensa, una bellissima, ricompensa.

Karine: questi giorni penserò a cosa ti rende felice.

Io: sono un uomo semplice: uno dei tuoi baci mi basta.

Karine: prometto che ti darò tutto quello che vuoi, quando torno.

Io: questo aspetto bimba. Fa buon viaggio.

Karine: grazie, ti chiamo appena posso. Ti amo.

Io: io ti amo di più.

Finiamo di parlare ed esco di casa a fare gli esercizi. Con lei lontano, questo saranno i giorni più noiosi della mia vita. Gli ultimi due mesi sono stati un sollievo per me, un distacco dalla vita orribile che faccio. E finalmente, posso dire di essere innamorato.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora