CAPITOLO 18: SEQUESTRO: PARTE I

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LUCAS

Mi scoppia la testa. Lentamente apro gli occhi e mi rendo conto di essere legato ad una sedia. I ricordi del parco si fanno sempre più chiari nella mia mente, guardo accanto a me e vedo Karine nella stessa posizione, ma non è sveglia. Guardo intorno a me, non riconosco la casa. È una stanza molto grande, piena di scatole. In lontananza vedo una porta, però è chiusa.

-Karine- chiamo alla castana in modo da svegliarla. -Karine- chiamo di nuovo. Comincio a preoccuparmi, è pallida.

La ragazza comincia a genere dal dolore. Non so se dare un sospiro di sollievo o preoccuparmi. Alla fine apre gli occhi e ispeziona la stanza. Poi, i suoi occhi si posano sui miei.

-Dove siamo?- chiede preoccupata.

-Non lo so, stai bene?- chiedo guardandola.

-Mi fa male la testa e ho la nausea- risponde.

La porta si apre e entra un uomo grasso. Con un sorriso guarda tutti e due, poi cerca una sedia e si siede di fronte a noi.

-Che succede ragazzi?- chiede sorridendo.

-Maledetto Cardona! Che cazzo fai?- grida Karine arrabbiata.

-Shhh non gridare tesoro, sto cerando di essere amichevole- risponde l'uomo alzando le mani.

-Amichevole un cazzo! Non sai in che guai tu stai cacciando- minaccio.

-Invece lo so. Ho sequestrato i figli dei miei nemici- dice con ovvietà e soddisfazione.
-Voi invece lo sapete quello che state facendo?- chiede l'uomo mentre accende una sigaretta.

-Di cosa cazzo stai parlando?- chiedo stringendo i denti.

-Cosa penseranno i vostri genitori se venissero a sapere che i loro figli hanno una relazione con il nemico?- risponde tirando una boccata di fumo.

-Come lo sai?- chiede Karine scioccata.

-Vi ho seguiti questi ultimi mesi, ma voi eravate così ingenui, da non accorgerci di nulla- spiega l'uomo mentre butta a terra la sigaretta schiacciandola con il piede.

-Cosa cazzo vuoi da noi?- chiede la mia castana con rabbia. Cardona si alza dalla sedia e si avvicina a Karine.

-Hai una boccuccia sporca, per essere così bella- dice l'uomo molto vicino a lei.

-Se ti azzardi a toccarla, ti ammazzo- lo avverto. Lui ride e si avvicina a me.

-Ooooh ma guarda un po', vuole fare l'eroe- risponde. -A me non piacciono gli eroi- dice mentre mi mette la mano sul collo. Vuole soffocarmi, ma non ci riuscirà.

-Basta!- grida Karine disperata. L'uomo toglie la mano dal mio collo e si allontana da me.

-Per quanto riguarda te, principessa, ci vedremo questa sera in camera mia. Ci divertiremo molto, o per lo meno, io mi divertirò molto- dice ridendo. La mia rabbia ha passato il limite e, se non fossi attaccato a questa sedia, gli avrei già rotto il collo.

Cardona esce dalla stanza lasciandoci in un silenzio di tomba, fino a che Karine rompe il ghiaccio.

-Lucas, stai bene?- chiede con le lacrime agli occhi. Cerco di sorridere per tranquillizzarla, ma non c'è la faccio.

-Dobbiamo uscire da qui Karine. Non lascerò che questo maledetto ti metta le mani addosso- rispondo deciso.

La porta si apre di nuovo e entra un signore dall'età avanzata. Cerca una cassa, poi ci guarda: nei suoi occhi c'è colpa e pentimento.

-Signore, può dirci che ore sono per favore?- chiede Karine gentilmente.

-Le nove di mattina signorina- risponde l'uomo, poi se ne va con una scatola in mano.

-Cazzo Lucas, i nostri genitori saranno usciti fuori di testa- dice Karine.

-Sei legata alla sedia?- chiedo, lei si muove.

-No, ma ho le mani legate dietro e le gambe- risponde. Guardo la stanza e vedo dei vetri rotti.

-Karine, li ci sono dei vetri rotti che possiamo usare per tagliare la corda- spiego. Lei guarda dove le ho indicato e annuisce.

Con lentezza, si alza dalla sedia. Si mette in punta di piedi e comincia a camminare, o per meglio dire, a saltare, fino ad arrivare al nostro obiettivo. Prende il vetro e torna indietro.

-Bene- dice quando si libera le mani e le gambe. Poi corre verso di me e mi libera.

-Grazie- dico quando sono libero. Lei si accarezza entrambi i polsi. La corda le ha lasciato segni rossi sulla pelle. Prendo i suoi polsi e lo bacio.

-Dobbiamo cercare delle armi- dice lei intrecciando le sue dita con le mie.

Cerchiamo nelle scatole e troviamo un paio di armi. Le carichiamo e andiamo verso la porta. La apro e mi assicuro che non ci sia nessuno.

-Fa attenzione- dice Karine mentre esco dalla porta.

Cammino in silenzio e ispeziono il luogo. È una specie di edificio e siamo sicuramente al quinto piano. Torno nella stanza e guardo la mia castana che si morde le unghie.

-È un edificio, dobbiamo provare a scendere- spiego togliendole le mani dalla bocca.

-Quanti piano sono?- chiede nervosa.

-Cinque piani, credo- rispondo prendendola per mano.

-Uff, sono tanti- risponde con una smorfia.

-Senti, andrà tutto bene. Fidati di me- dico tranquillizzandola mentre le do un piccolo bacio. Anche se sono sincero, non nascondo di essere preoccupato.

Usciamo in silenzio dalla stanza, si sentono dei passi. Prendo Karine per la spalla e la faccio abbassare. Ci siamo nascosti dietro una scatola.

-Dov'è Cardona?- chiede un uomo.

-È uscito a negoziare, tornerà tra un quarto d'ora- risponde un'altro uomo.

-Quello stronzo se ne è andato senza pagarmi- dice l'uomo arrabbiato. I passi si allontanano. Alzo la testa e non vedo nessuno.

-Se ne sono andati, via libera- dico mentre usciamo dal nascondiglio.

-Mi sembra di conoscere quella voce, ma non so di chi è- dice Karine scrollando le spalle.

-Ci penserai dopo, ora andiamo- dico tirandola per un braccio.

Scendiamo le scale che portano al piano dopo. Sento dei passi, così accelero il passo. Prendo Karine in braccio e ci chiudiamo in una stanza.

-I prigionieri sono scappati!- grida un uomo.

-Dobbiamo trovarli, o Cardona ci ammazzerà!- risponde un'altra persona.

-Merda, ora le cose si sono messe male- sussurro.

Karine ha il respiro accelerato, ha il volto posato sul mio petto. Le accarezzo la schiena per tranquillizzarla.

-Piccola, preparati perché da adesso fino alla porta d'ingresso, dobbiamo correre- dico prendendole la mano. Metto l'arma al sicuro e apro la porta.

Immediatamente, usciamo correndo. Alcuni uomini cominciano a sparare: Karine si nasconde dietro una colonna mentre io nell'altra. Sparo ai tizi che si avvicinano e poi corro da Karine. Alla fine della seconda scala, guardo entrambi i lati e vedo quattro uomini.

Metto la mano sul costato sinistro di Karine per tenerla ferma alla parete. Poi, qualcosa di caldo, bagna la mia mano. Abbasso lo sguardo e guardo la mia mano: il mio respiro si blocca quando la vedo piena di sangue.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora