CAPITOLO 10: INNAMORATA

7.8K 256 9
                                    

KARINE

Questi giorni sono stati orribili, ho dovuto mentire a Lucas , dicendogli che andavo fuori città,  perché mio padre mi sta continuamente mandando a fare dei lavori e non ho tempo per scappare e andare a vederlo.

"E sono passati solo tre giorni".

Però  in mia difesa, questi tre giorni sono stati una tortura, mi manca tantissimo, i suoi baci, i suoi sorrisi, i suoi occhi cioccolato che adoro, il nostro tempo insieme, tutto quello che riguarda lui mi manca.

-Karine torna sulla terra- mi ordina mio padre, eravamo in palestra ad allenarci.

-Sono qui- dissi scorbutica.

- Devi concentrarti- disse guardandomi.

-Gia mi sono allenata non preoccuparti, so come si fa questo- dissi finendo di avvolgere il nastro alle mie nocche.

-Oggi combatterò alla cieca , questo allenamento lo hanno fatto almeno una volta tutti gli uomini di papà, non è soltanto combattere, ma si tratta di utilizzare i tuoi sensi, soprattutto l'udito.  Sono in una specie di cerchio di tre persone contro cui dovrò combattere, gli altri sono abbastanza lontani per non intervenire.

-Sei pronta?- chiede mio padre, io lo guardo e sorrido.

-Sono nata pronta, ricordatelo- dissi egocentrica, i miei compagni mi sorrisero.

-Mettetevi in posizione perché spengo le luci- ci avvisò uno dei suoi uomini.

Io visi dove erano i miei avversari e in tre secondi le luci si spensero, nessuno poteva vedere niente, mi misi in punta di piedi per non fare rumore, per questo ho fatto ginnastica due anni. Mi concentrati totalmente, i miei occhi si adottarono all'oscurità rapidamente, ascoltavo i respiri delle altre persone e sentii dei passi sul tappetino, i passi si avvicinavano verso di me, ma ero preparata, il respiro si sentiva molto più vicino e quello era il mio momento per attaccare. La mia gamba volò contro il suo petto , colpendolo fortemente, il mio gomito arrivò alla sua faccia velocemente, per concludere gli diedi un colpo basso che lo fece cadere al suolo.

" meno uno, ne mancano due".

Sentii come mi presero per il piede e caddi immediatamente, per liberarmi feci scontrare il mio ginocchio con la sua faccia, e quando fui libera mi alzai, colpii le sue costole pe rifarlo cadere e presi le sue braccia per fare pressione sulla schiena. Il suo grido di dolore si sentì in tutta la palestra, lo lasciai e sentii il suo corpo cadere. Ne manca solo uno,prestati attenzione alle mie spalle, ma persi la concentrazione quando sentii un colpo al fianco destro e persi un gemito, mi allontanai dall'uomo e ripresi fiato.

"Questa me la paghi".

Il sudore ricopriva il mio corpo, sentii una mano posarsi sul mio braccio, ma con un movimento rapido presi il suo polso e lo girai, facendo si che i muscoli si rendessero e provassero un dolore per tutta l'estremità,  mi misi dietro di lui, con una mano stringevo il suo braccio e l'altra andò dritta al suo collo, gli colpii entrambe le ginocchia e andò al tappeto.

-Accendete la luce- ordinai con il fiato corto.

La luce si accese quasi immediatamente e dovetti chiudere gli occhi per il riflesso, quando li aprii mi girai i tre corpi che erano al tappeto, portai una mano al mio fianco e presi dei respiri profondi, vidi mio padre avvicinarsi.

- Visto tutto risolto- dissi con un sorriso.

- Che ti fa male? chiese ignorando quello che ho detto.

- È stato solo un colpo al costato mi passerà- dissi senza dargli importanza.

- Fatti mettere il ghiaccio- mi ordinò, alzai gli occhi al cielo e andai a sedermi.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora