CAPITOLO 16: SCOPERTI

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LUCAS

I miei amici non smettono di parlare di Karine, una cosa buona. Mary e Karine sono diventate amiche: la mia castana l'ha invitata a casa sua e le ha fatto conoscere i suoi genitori. È molto contenta di avere un'amica.

Sto andando in un set residenziale, dove vive l'altro grande mafioso. Qui negli Stati Uniti, c'è ne sono tre: mio padre, il padre di Karine e Cardona che è venuto qui da PortoRico qualche anno fa. Con lui abbiamo molti problemi, perché vuole appropriarsi della nostra merce.

Sono nascosto e osservo la sua casa. In pochi minuti, due uomini gli hanno consegnato varie buste. Con la mia fotocamera, scatto qualsiasi tipo di foto. Quando sono le 16:00 passate, vado a trovare papà. Guido fino a casa.

-Ciao mamma- saluto quando arrivo.

-Tesoro, tuo papà ti sta aspettando- dove lei dopo avermi dato un bacio. Annuisco e scendo le scale per andare nel suo ufficio.

-Ero preoccupato- dice mio padre quando mi vede.

-Mi hai mandato a seguire Cordona- mi difendo.

-Lo so figlio, però quel tipo è molto pericoloso- dice serio, sorriso e scuoto la testa.

-Ecco le foto- dico mostrandogliele.

-Qualcosa di strano?- chiede mio padre mentre scorre con il dito.

-Ogni ora andavano degli uomini a portargli delle borse- rispondo guardandolo.

-Cardona ultimamente è troppo sereno, questo mi preoccupa- dice mio padre.

-Non preoccuparti vecchio, tutto okay- dico, cercando di calmarlo.

-Continua a investigare e a seguirlo- dice mio padre, io annuisco.

Dopo aver parlato con lui sui seguenti lavori, vado in camera per riposare un po'. Oggi disgraziatamente non vedrò Karine, perché è fuori per un lavoro. Oggi posso dormire tutto il giorno.

-Tesoro- sento la voce di mia madre.

-Che succede?- chiedo senza aprire gli occhi.

-Tuo padre mi ha detto di dirti di andare al magazzino per vedere se è tutto apposto. Lui è dovuto andare in officina- spiega mia madre.

-Adesso?- chiedo infastidito.

-Si tesoro- dice mia madre accarezzandomi i capelli. Il mio piano, è miseramente fallito.

-Okay, ora mi alzo- rispondo. Mi da un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza.

Cerco il telefono e mando un messaggio a Karine.

Karine: Mi manchi tanto, qui è troppo tranquillo.

Io: anche tu mi manchi, fa attenzione.

Dopo questo breve messaggio, mi preparo per andare al magazzino. Guido tranquillo fino ad a quando arrivo lì. La porta è chiusa come sempre, però, quando mi giro per tornare in auto, sento un rumore. Mi avvicino lentamente
alla porta e prendo l'arma. Vedo una piccola apertura.

Entro e vedo un uomo di una trentina d'anni che rubava la merce dai sacchi e la mette in altre borse. Mi avvicino e mi metto dietro di lui.

-Che cazzo ci fai qui?- chiedo puntando l'arma. È molto nervoso, la borsa gli cade dalle mani.

-Non mi uccidere- dice unendo le mani.

Non appena si gira, tira un calcio verso le mie mani, facendomi cadere l'arma. Si butta sopra di me però lo schivo rapidamente, vuole colpirmi, però io sono più veloce e sferrò un pugno al suo costato. L'uomo non si arrende e sferra un pugno sulla mia faccia.

-Sei un maleducato! Pezzo di merda!- grido colpendo la sua faccia due volte.

-Non ti dirò nulla!- risponde incerto.

Sferro un calcio al suo petto, prendo una corda e gli lego le mani.

-Te lo chiedo di nuovo. Chi cazzo sei?- chiedo, ma non ricevo risposta. Lo colpisco di nuovo in faccia. -Per chi lavori?- chiedo di nuovo. Continua a non rispondermi, perciò lo colpisco ancora.

-Basta!- grida con dolore.

-Rispondimi e la smetterò- dico tranquillamente.

Sono sul punto di ricevere informazioni, quando si apre la porta e entra Ricky.

-Devo parlare con te- dice serio.

-Aspetta, sto trattando per ricevere informazioni- dico guardando l'uomo.

-No, non aspetto. Dobbiamo parlare adesso- insiste lui. Ricky prende la pistola e spara all'uomo. -Ora è morto, non importa- dice avvicinandosi a me.

-Geniale, ora dobbiamo sotterrarlo- rispondo guardandolo. Lui sembra arrabbiato. -Che succede?- chiedo confuso.

-Che succede? Succede questo- dice lanciando una piccola busta. La apro e guardo le foto.

"Merda"

-Ricky, posso spiegarti- dico cercando di calmarlo.

-Per questo sono venuto Lucas, tuo padre mi ha mandato investigare la ragazza. Però, ogni volta che la vedo è con te, e nel peggiore dei casi, vi baciate- dice arrabbiato.

-Mio padre ti ha mandato ad indagare su di lei?- chiedo incredulo e scioccato.

-Si amico mio, hai capito bene. Cosa siete voi due?- chiede guardandomi.

-È la mia ragazza- rispondo, il mio amico rimane a bocca aperta.

-Cazzo, perché? È una Garibaldi, Lucas- dice disperato.

-Lo so, però l'ho conosciuta prima di sapere che è una Garibaldi. Non voglio lasciarla- rispondo serio.

-Dio Lucas, sai in che guai ti stai mettendo?- chiede Ricky. Sembra essersi calmato.

-Si lo so Ricky, ma lei è importante per me. Mi piace, mi fa ridere e la amo troppo per lasciarla- rispondo sincero. Lui mi guarda e poi sospira.

-Bene, non dirò niente, però Lucas, sta attento- dice preoccupato, io sorrido.

-Grazie Ricky- rispondo più rilassato. -Ora però, mi aiuti a sotterrare il tipo- rispondo.

-Che ci faceva qui?- chiede confuso.

-Rubava, non mi hai lasciato finire di interrogarlo- rispondo facendo una smorfia.

Lo sotterriamo così che nessuno sospetti. Ricky mi ha assicurato che non dirà niente a mio padre sulla mia relazione. Quando arrivo a casa, mio padre non è ancora tornato. Salgo in bagno e vado a farmi una doccia, dato che sono pieno di terra. Quando esco, cerco il telefono e chiamo Karine.

Io: ciao piccola.

Karine: dov'eri? Ti ho chiamato un sacco di volte.

Io: beh, oggi è stata una giornata difficile tesoro.

Karine: stai bene?

Io: sto parlando con te, certo che sto bene.

Karine: se potessi, verrei ad abbracciarti.

Io: ho idee migliori, altro che un'abbraccio.

Karine: non dire così, sto guidando.

Io: mi spiace, sai che non posso nascondere il desiderio che ho per te.

Karine: Lucas...

Io: ci vediamo domani?

Karine: si amore.

Io: bene, perché voglio vederti.

Karine: anch'io, però ora devo lasciarti, sennò mi farai andare a sbattere.

Io: ci vediamo domani piccola.

Spengo la chiamata e metto il telefono sul comodino. Mi butto sul letto ancora con l'asciugamano e mi addormento.

Amor ProhibidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora