Alex's pov, un mese dopo
«mi spieghi che cazzo di posizione è quella?» chiedo esasperata e nervosa a Piper, staccandomi dall'obiettivo della mia macchina fotografica, mentre stiamo sulla scalinata esterna della Public Library per il servizio fotografico odierno «datti una svegliata!»Piper di tutta risposta mi lancia un'occhiataccia fulminante, per poi fermarsi al centro della scalinata, incrociare le braccia e mettere il broncio
«cosa?!» chiedo io aprendo le braccia e cercando spiegazioni, esasperandomi ancor di più perché già è tardi e Piper non è di certo in giornata; inoltre si è impuntata in questo modo e non mi fa andare avanti con il servizio
«no dico ma ti sembra il modo?» chiede lei nervosa, ma con una certa tranquillità che mi preoccupa perché potrebbe essere intesa semplicemente come i minuti prima di un'esplosione vulcanica, ricordando come nel 79 d.C., i pompeiani erano tranquillissimi e pieni di vita, poco prima che il Vesuvio eruttasse e facesse una strage «sai essere una persona civile?»
«vuoi litigare o vuoi lavorare?!» le rispondo a tono, più nervosa di lei «no fammi capire perché è ridicolo»
«vai, vai continua» insiste Piper annuendo e continuando a tenere le braccia incrociate «non ti smentisci mai»Io allora, salgo le scale per potermi avvicinare a lei, ovviamente molto agitata e nervosa
«che problemi hai oggi, eh?!» le chiedo infatti, mentre salgo le scale e alzando leggermente la voce «oltre ai tuoi soliti, ovviamente» insisto ancora, arrivata vicino a lei, prendendole il mento tra l'indice e il pollice e guardandola dritta negli occhi, sorridendole beffardamente«non toccarmi» risponde Piper a tono, schiaffeggiando via la mia mano dal suo mento «non permetterti mai più di toccarmi»
«no?»
«no!»«okay» rispondo sorridendo e alzando le braccia, per poi girarmi e tornare verso la mia macchina fotografica
«hey hey hey!» mi urla però Piper, facendomi fermare a metà strada e rincorrendomi giù per le scalinate «davvero stai tornando giù?» mi chiede perplessa e confusa dal mio atteggiamento, prendendo la stoffa del mio cappotto in una mano, come a volermi far capire che non vuole che mi allontani da lei, tenendomi appunto ferma lì, insieme a lei.
«ovvio» le rispondo io convinta e sicura di me, inarcando un sopracciglio e accennando un sorriso beffardo «devo lavorare, e anche tu»
«sì ma dammi un bacio!» lamenta lei, prendendo la stoffa del mio cappotto anche con l'altra mano, per attirarmi maggiormente a lei
«ma se tu poco fa mi hai detto che non devo toccarti» le faccio presente io, fingendo un'espressione perplessa, quando in realtà sto semplicemente giocando con lei.Chissà se l'ha capito.
«sì, ma io sono un'idiota!» insiste lei agitandosi.
No, mi sa che non l'ha capito.
«dai...» supplica ancora con il suo solito atteggiamento da cucciola triste e abbandonata
«davvero sei un'idiota, Pipes?» domando ancora io dubbiosa «non l'avrei mai detto» aggiungo ancora, per poi prenderle i fianchi, stringerli a me e lasciarle un dolce bacio sulle labbra, al quale lei risponde immediatamente sorridendo sulle mie labbra«questa si chiama sindrome di Stoccolma» aggiunge lei staccandosi da me ma restando ancora avvinghiata con le unghie al mio cappotto «sono innamorata persa della persona che mi tratta male»
«io non ti tratto male» preciso io, alzandomi gli occhiali sulla testa «mi fai passare per la cattiva»
«fatti perdonare allora»
«mmh vediamo...» inizio io, portandomi un dito sotto al mento «stasera usciamo, qui in città, porta la tua Reflex e riviviamo il nostro primo incontro»
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Pictures of you
RomanceQuanto può essere scocciante perdere un treno? Quanto può essere brutto se quel treno perso era l'ultimo della giornata e siamo costretti a rimanere ore e ore alla stazione in attesa che parta il prossimo? Piper Chapman, giovane 23enne del Connectic...