21. Il dolore tace solo con te

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Alex's pov, il giorno dopo, ore 08:30 a.m.
«cazzo»

Mi trovo nel mio appartamento e sto lavorando con Photoshop sulle foto che ho fatto ieri a Tudor City a Monique, una new entry nella nostra agenzia, ma non riesco per nulla a concentrarmi, essendo che ogni poco il mio pensiero vola verso Piper.

Eh già, ieri l'ho rivista per la prima volta dopo tanto tempo e mi sono resa conto che se in questo mese ho tentato di dimenticarla, è stato del tutto vano, perché non appena i miei occhi hanno incrociato l'azzurro dei suoi, quell'azzurro che farebbe invidia allo stesso Oceano dei Caraibi, non ho capito più nulla, il mio cuore ha iniziato a battere all'impazzata e la mia testa è andata in tilt totale.

Era lì, con la sua solita macchina fotografica, proprio come quando l'ho conosciuta per la prima volta, e proprio come quella notte, lei è rimasta incantata da me, non appena i nostri sguardi si sono incontrati.

Perché non sei corsa da me, Piper?
Non mi hai ancora perdonata?
Non riesci proprio a perdonarmi?

Possibile che il rancore che porti sia più forte dell'amore che sicuramente continui a provare per me?
Non voglio credere che non mi ami più, non voglio credere che mi hai già dimenticata e non voglio credere che tu ti sia già sistemata con qualcun altro.

No, Piper, non puoi farmi questo.

DRIIN DRIIN
Grandioso, se fino ad ora ho editato sì e no una decina di foto, per poi perdermi in tutti questi pensieri, lo squillo del cellulare di certo non mi aiuta a tornare al lavoro, anzi mi rallenta ulteriormente.

Non riuscirò mai a finire entro stasera, ma almeno lo squillo del cellulare mi ha fatta tornare alla realtà, adesso rispondo, dopodiché continuerò a lavorare.

«Nicky» ovviamente è la mia migliore amica a chiamare «dimmi»

«yo, Vause» risponde lei, con la sua solita esuberanza «hai da fare?»
«in realtà starei lavorando, perché?»

«andiamo, è domenica!» sbotta lei lamentandosi «hai visto che bella giornata di maggio? Andiamo a farci qualche ora di mare a Coney Island»
«e tu me lo dici adesso?» rispondo esasperata e sbuffando «lo sai che se vuoi uscire, me lo devi dire minimo tre giorni prima»

«allora è un sì?»
«vaffanculo Nicky, ci vediamo qui tra mezz'ora»
«grande!» risponde lei eccitata «a dopo!»

Forse è meglio se vado a mare con Nicky, almeno mi distraggo e cerco di non pensare a Piper; inoltre non credo avrei continuato a lavorare bene, con la testa che non vuole collaborare, e quindi spero davvero che questa giornata mi aiuti a svuotare ed a liberare la mente.

Con Nicky, poi, ci sta sempre da divertirsi, quindi è tutto di guadagnato.

Almeno spero.

Un'ora dopo, Coney Island
«sai cosa?» chiedo alla mia migliore amica mentre ci stiamo avviando a piedi verso quest'immensa spiaggia, già abbondantemente occupata da bagnanti e turisti vari «hai avuto proprio una grande idea» affermo infatti, aggiustandomi la visiera del mio cappellino

«questo è parlare!» esclama lei euforica, per poi darmi il cinque con la mano «e guarda guarda quanti bei fisici» aggiunge poi, con quel pizzico di malizia che non le manca mai
«cazzo, è vero» rispondo io, abbassandomi leggermente i miei occhiali da sole per poter osservare meglio tutte queste ragazze, anche se non è stata una grande idea perché io sono più cieca di una talpa «scegli un posto strategico per mettere l'ombrellone» dico ancora, seguendo con lo sguardo una ragazza che ci è appena passata vicino, fissando compiaciuta le sue forme perfette

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