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"Ami ancora Adriano?"

Giusy pensò un pò alla risposta, non voleva dire una cazzata.

"Non posso di certo dimenticarlo da un giorno all'altro, però questo non vuol dire che io lo ami ancora"

La ragazza alzò le spalle.

"Capisco"

Disse lui.

"Perché questa domanda? Ti ha chiesto lui di farla?"

"Nono, era solo una mia curiosità. E poi con lui non ci parlo da un pò"

Giusy si sentiva in colpa perché sapeva che era colpa sua se loro due non si parlavano da tanto.

"Vi prego, fate pace. Siete amici da così tanto tempo ed ora per colpa mia non lo siete più"

"Tranquilla, era già da un pò che dovevamo distaccarci"

Niccolò doveva molto a Adriano, e forse anche lui, ma a volte non riuscivano a capirsi l'uno con l'altro. Niccolò era rimasto deluso dal suo comportamento, non si sarebbe mai aspettato da lui un gesto del genere. Lui non era così, non avrebbe mai baciato Dalila facendo così soffrire Giusy, e invece l'ha fatto e come.

"Mi sento un pò in colpa"

Disse lei timidamente.

"Non devi sentirti in colpa, davvero"

Disse lui, sorridendole.
•••
Le ore passarono tra chiacchiere parlando del più e del meno, e tra varie risate. Questi due ragazzi, apparentemente così diversi, avevano scoperto di avere così tante cose in comune. Entrambi avevano perso un genitore, e conoscevano il dolore che si provava. Avevano un'altra cosa in comune, che ancora nessuno dei due sapeva, o almeno, non del tutto.

"Grazie di tutto Nic, davvero"

Disse lei, avvicinandosi alla finestra.

"E di che?"

"Mi hai fatta sentire bene anche se sto uno schifo totale"

Disse lei indicando il suo viso, che era pallido e distrutto.

"Di niente, per te questo ed altro"

Lui le fece un occhiolino, per poi darle un bacio sulla guancia ed uscire dalla finestra.

"Grazie per i biscotti!"

Urlò lei per farsi sentire, e lui si girò e le sorrise, per poi andare via. Chiuse la finestra, si butto sul letto e cominciò a guardare il soffitto, sorridendo come un ebete. Aveva passato delle belle ore insieme a lui, ed era ufficiale, era pazza di lui. Era così stronzo, ma allo stesso tempo dolce, e a lei questa cosa faceva impazzire letteralmente.
Si alzò, prese il suo quadernetto, si risedette sul letto, e cominciò a scrivere.
Era da un pò che provava a scrivere canzoni, e nessuno, a parte "Ultimo", sapeva di questa cosa. Anche quest'ultimo scriveva canzoni, ma era mille volte meglio di lei, aveva una voce da Dio e i testi delle sue canzoni erano fantastiche. Lei scriveva solo quando provava emozioni forti, e quest'oggi ne aveva provate molte.

"Tu quindi afferrami la mano
Che mi sento inutile
Chiudi gli occhi e andiamo lontano
Testa tra le nuvole
Ho fatto un giro e mi fa strano
Da ogni parte c'eri te
Anche se ora non ci parliamo
Vorrei tu sia felice..."

Si fermò quando la porta di casa si aprì. Inizialmente si allarmò, ma poi si ricordò che aveva dato delle chiavi di riserva a Dalila ed era per forza lei, dato che sua madre era fuori per lavoro.

Il ballo delle incertezze||UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora