CAPITOLO 7

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La mattina seguente, mi svegliai sentendo varie grida e urla piuttosto arrabbiate provenire dalla cucina. Era abbastanza presto e non avevo per niente voglia di alzarmi, per questo mi coprii con il piumone fino al collo e cercai di rannicchiarmi su me stesso per ignorare quei rumori e concedermi altri cinque minuti di pace, ma fu tutto inutile.
La camera era vuota, e io, rassegnato, affondai la testa nel cuscino e sospirando iniziai a fissare il soffitto. Sentivo delle voci ovattate nei dintorni, e non riuscivo a percepire cosa dicevano.
Alla fine, sbuffando ma anche incuriosito di sapere quale fosse la radice di tutto quel baccano, sbadigliai e decisi ad alzarmi. Avevo i capelli biondo platino spettinati, ma sapevo che sarebbe stato inutile cercare di sistemarli, quelli non se ne stavano mai al loro posto.
Ancora una volta, quelle grida attirarono la mia attenzione, cosí, silenziosamente, uscii dalla stanza e proseguii per il corridoio.
La porta per entrare nel salotto era socchiusa, quindi mi avvicinai il piú possibile sperando di non farmi notare. Attraverso la piccola fessura, iniziai a sbirciare e origliare.
Lí in piedi, c'erano Tom,  e il cugino di George, Ethan, che continuavano a urlarsi contro.
Tom era arrabbiatissimo, sono sicuro che sarebbe stato capace di uccidere l'avversario solo con gli occhi, faceva quasi paura.
Mi sono stupito di come un ragazzo calmo e tranquillo come lui potesse trasformarsi in una furia simile. Dakota, ancora in pigiama, cercava di trattenerlo dalle braccia e continuava a ripetergli di darsi una calmata, ma sembrava non sentirlo nemmeno.
Ethan invece era di fronte, intento a litigare anche con Alex. Gli stava spiegando quanto gli desse fastidio convivere con uno come Tom, e l'altro gli rispondeva che se non gli andava bene, poteva benissimo andarsene.
"smettila di parlarne!" gli urló Tom.
"oh poverino! Il povero Tom si sta agitando!" rispose lui con finta gentilezza.
"basta Ethan!" lo rimproveró Alex.
"tu non sai un cazzo, quindi evita di aprire quella stupida bocca!"
"Tom vuole tanto la sua mammina! Che peccato"
"sei uno stronzo!" detto ció, riuscì a liberarsi dalla presa di Dakota, e si fiondó letteralmente su colui che lo stava provocando, afferrandolo per il colletto della maglia violentemente.
Forse dovevo fare qualcosa, dare una mano e aiutarli a mettere fine a quella discussione, ma ero incapace di muovermi.
In confronto a loro non ero abbastanza forte, sarei finito a terra prima ancora di riuscire a separarli. Mi sentivo a disagio, e nonostante volessi muovermi, le mie gambe rimasero immobili.
Mi venne in mente di tornarmene in camera, accovacciarmi sotto le coperte e non uscire mai piú, ma non appena girai la testa, vidi George uscire dalla sua stanza, di fronte alla mia, ancora in pigiama e con la bocca aperta in un grande sbadiglio.
"che cosa sta succedendo?" mi chiese appena mi raggiunse.
"ehm.... Tom e Ethan stanno litigando..... immagino"
"che palle, un'altra volta" rispose seccato alzando gli occhi al cielo.
Probabilmente non era la prima volta che succedeva e intuii che quei due non andavano molto d'accordo.
"è.... è già successo?" domandai.
"sí purtroppo. Ethan è un grandissimo rompi scatole e litigano spesso"
"oh..." dissi semplicemente. Non mi venne in mente altro.
"Tom! Stai fermo!" urló Dakota dal salotto.
"cazzo" sussurró George. Aprí la porta nonostante speravo dentro di me che non lo facesse e ci ritrovammo entrambi davanti ad una rissa vera e propria. Tom teneva ancora Ethan dalla maglietta, Alex li strattonava entrambi per separarli e Dakota cercava disperatamente di prendere le braccia di qualcuno e allontanarlo dall'altro.
Il mio migliore amico inizió a camminare e si buttó letteralmente in mezzo passando da sotto, facendo tutto il possibile per far mollare la presa a Tom. Avrei voluto fare qualcosa anche io. Non sapevo cosa, magari dare una mano a Dakota, o aiutare George a mettere fine a quello, ma mi sentivo diverso da loro, come se anche se ci avessi provato, avrei fallito miseramente.
Mi sarebbe piaciuto piuttosto se un vortice si aprisse dal pavimento e mi avesse risucchiato al suo interno facendomi sparire. Invece rimasi lí, impalato, a pensare a ció che avrei potuto fare anche se non ne avevo la piú pallida idea. Continuavo a ripetere nella mia testa alle mie gambe di muoversi, fare almeno un passo, ma rimasi fermo.
"Tom, stai fermo!" urló Dakota.
"finitela voi due!" disse George, che nel frattempo veniva spiaccicato dai corpi dei suoi coinquilini. Ora che ci penso poteva essere scambiata quasi per una scena comica.
"Non fino a quando non gli avró spaccato la faccia!"
"figlio di puttana!"
"non ti azzardare!" detto questo, Tom si agitó ancora di piú. Basta. Non potevo piú restare lí a guardare, se volevo rimanere in quella confraternita, avrei dovuto dare una mano, e se questo comprendeva entrare a far parte di una rissa..... beh, non era da me ma l'avrei fatto. Corsi finalmente ad aiutare il mio amico, insieme riuscimmo a separarli e buttare Ethan sul divano.
Tom ci mise meno di qualche secondo per focalizzare la situazione e capire cosa stesse succedendo, ma non appena gli capitó l'avversario sotto gli occhi, riprese ad avvicinarsi. Dakota lo afferró per le braccia, ripetendogli nuovamente di calmarsi, ma Tom si liberó della sua presa e d'istinto, con lo scopo di evitare che uccidesse qualcuno, tentai io di fermarlo.
Lo avvolsi da dietro con le mie braccia, il piú forte possibile, mentre lui si agitava, George e Alex invece tennero Ethan seduto tappandogli la bocca per evitare che lo provocasse di nuovo.
Avrei voluto che il momento durasse piú a lungo, non per la rissa, ma per il fatto che non era poi cosí male restargli abbracciato.
"calmati.... per favore" gli dissi pateticamente. Cosa mi era saltato in testa? Gli avevo detto seriamente "per favore"?! Ero un disastro. La mia continua timidezza e paura di dare fastidio aveva colpito ancora. Avevo fatto per l'ennesima volta la figura di quello che non riusciva a gestire una rissa. Che poi, era vero, io non riuscivo a gestire le risse. Anzi, non riuscivo a gestire molte cose. La scuola, le persone, le feste, la mia stanza, le emozioni, il panico, l'ansia, l'imbarazzo. Non sono nemmeno riuscito a tenermi una ragazza. L'unica che abbia mai avuto. Mi sentivo un fallimento.
Nonostante ció, dopo qualche minuto, Tom si stava calmando. Rimanergli attaccato stava facendo il suo effetto, ma ero cosí preso a riflettere su ció che non andava bene nella mia vita che me ne accorsi dopo, quando il suo respiro affannoso interruppe i miei pensieri e mi fece rendere davvero coscente di ció che avevo appena fatto. Lo avevo abbracciato. Avevo le braccia avvolte attorno a lui. Attorno al suo corpo. Lo stavo toccando. E anche piuttosto a lungo.
Mi levai subito e abbassai lo sguardo arrossendo. Lo facevo sempre, era diventata un'abitudine ormai. Mi fissavo i piedi e speravo di sparire, di dileguarmi, di diventare aria. E in quel preciso istante lo desideravo piú che mai.
Ma come cavolo mi era saltato in mente?!
Tuttavia, Tom si era fermato davvero. Faceva dei respiri profondi, e fulminava Ethan con lo sguardo, ma non si fiondó nuovamente contro di lui e non ricominció a strattonarlo prendendolo dalla maglietta.
Non sapevo se essere contento oppure preoccupato nel vedere le facce scioccate di Dakota, George e Alex.
Scelsi per una volta di essere contento. Ero soddisfatto di essere riuscito a fermare una rissa, e poi..... beh, abbracciare Tom.... era stata una bella sensazione.
"v-vuoi... un po' d'acqua?" chiese Dakota a Tom.
"no" rispose lui freddamente. Sembrava quasi triste, ma non mi azzardai a pronunciare una sola parola.
"stronzo" sussurró Ethan.
"fanculo" disse l'altro, per poi camminare verso la porta, aprirla, uscire e chiuderla sbattendola violentemente.
"Giuro che un giorno vi sbatteró fuori tutti" sbraitó Alex, poi alzó il polso e si guardó l'orologio "sono anche in ritardo cazzo. Io esco" disse infine per poi uscire anche lui frettolosamente. Se avesse avuto abbastanza tempo, scommetto che ci avrebbe uccisi. Ne sono certo, era furioso, ma non lo biasimavo neanche, doveva essere veramente stressante stare con altri quattro ragazzi e conviverci.
"Cosa cazzo è successo?!" domandó George.
"Tom è un grandissimo figlio di-" esclamó Ethan, ma non terminó la frase che venne interrotto dal cugino.
"dovresti darti una calmata, sai?! Sei sempre cosí arrogante e presuntuoso, tu non sai niente di quel ragazzo"
"hey! È stato lui!"
"Non importa chi ha iniziato, tu devi stargli alla larga. Non sei fatto per stare con persone diverse da te!"
"Io odio questo posto" cosí dicendo si alzó, e andó nuovamente a rinchiudersi nella sua stanza.
"non.... non farci caso" Mi consoló Dakota, palesemente imbarazzato, notando il mio disagio reciproco. Mi limitai ad annuire con la testa.

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