Quella notte non chiusi occhio. Ero troppo impegnato a essere preoccupato per via di quello stupidissimo anonimo per dormire. Ero rimasto sveglio a girarmi e rigirarmi nel letto, fermandomi ogni tanto a fissare il soffitto o a raggomitolarmi sotto le coperte alla ricerca di un po' di pace. A mia madre non le avevo ancora detto nulla, e probabilmente non l'avrei fatto, era già abbastanza indaffarata a sistemare alcune questioni in sospeso riguardo l'incidente e non volevo farla preoccupare ulteriormente.
Iniziai a pensare a chi potesse nascondersi dietro quel messaggio, ma nel corso della mia vita avevo incontrato cosí tante persone con cui avevo lasciato dei conti in sospeso che mi venne difficile indicare dei sospettati piú plausibili. Con alcuni avevo perso completamente i rapporti, mentre con altri mi ero chiarito tramite alcune telefonate, ma al di là di ció, ero sempre stato un ragazzo timido ed introverso che se ne stava sempre in disparte e difficilmente aveva dei battibecchi con altra gente chr non fossero i suoi amici.
Tolsi dalla lista Fred e Alice. Nell'ultimo periodo ero stato molto frustrato e ogni tanto li avevo trattati male, ma non mi avrebbero mai fatto una cosa simile, e sicuramente non mi avrebbero mai scritto di rimediare al mio "errore", ovvero quello di amare qualcuno che non fosse necessariamente di sesso maschile.
George era il mio migliore amico, mi aveva aiutato tantissime volte ed era stupido inserirlo nella lista. Dakota, Ethan o Alex erano le ultime persone con cui avevo avuto a che fare, ma vivendo con loro per un arco di tempo abbastanza ampio, potevo dire con certezza che non erano stati, inoltre, Dakota portava tranquillamente in casa il suo ragazzo e nessuno gliel'aveva mai vietato.
A questo punto, non mi restava altro che buttare tutta la colpa su Jo. Era l'unica che potesse aver fatto una cosa simile e anche in precedenza aveva cercato di separarmi da Tom. Quella ragazza doveva aver sofferto troppo nella vita per arrivare a tal punto da voler rovinare le relazioni degli altri, anche se insisteva ogni volta cercando di convicermi che la nostra rottura l'avesse superata già da un pezzo.
Non la sopportavo, era già abbastanza venire insultato ripetutamente ad ogni nostro incontro e sentirmi chiamare "stronzo", "uomo senza cuore" o cose di questo tipo, e adesso stava cercando anche di ricattarmi.
Dovevo parlarne con Tom, perchè era una cosa che riguardava entrambi e inoltre, mi dispiaceva dirlo, ma da solo ero incapace di affrontare la situazione.
La mattina dopo, uscii con mia mamma aprofittandone del fatto che dovesse andare a comprare alcune cose, e mi feci accompagnare in macchina davanti alla confraternita. Non avevo avvisato nessuno che sarei passato di lí, ma accendere il telefono mi metteva l'ansia di ricevere altre foto e altri messaggi, quindi l'avevo tenuto spento per tutto il tragitto.
La ringraziai con uno dei sorrisi piú falsi di cui ero capace, e quando la vidi allontanarsi, con la sagoma del veicolo che si rimpiccioliva alla vista man mano che si allontanava, andai a bussare. Mi aprí Dakota, con i capelli scompigliati e l'aria assonnata. In effetti venire di mattina non era stata una grande idea, ma era anche piuttosto tardi e speravo che almeno la persona a cui ero interessato fosse sveglia.
"ciao Isak" mi disse sorridendomi "George non c'è, è uscito a fare la spesa"
"ehm... s-sono venuto qui per Tom" dissi arrossendo e abbassando lo sguardo. Iniziavo a temere di esser venuto in un orario poco appropriato e di dare troppo fastidio.
"oh, certo, è in camera sua con un'amica, vado a chiamartelo"
In quel momento mi sentii come se stesse crollando tutto, ma non era il mondo che mi circondava, ero io.
Ero geloso che Tom invitasse delle sue amiche in camera senza dirmi nulla, anche se avrei dovuto fidarmi di lui. Ma perchè me ne preoccupavo cosí tanto?
In fondo non ci eravamo mai dichiarati apertamente di essere fidanzati, quindi molto probabilmente non eravamo una coppia a tutti gli effetti, ma stavano accadendo cosí tante cose in una sola volta che non potevo gestire anche la delusione di perdere una persona speciale come lui. Era davvero troppo per me.
"grazie.... ehm.... scusa, non volevo disturbarvi" dissi infine, fingendo di star bene.
"Ma va, eravamo tutti svegli"
In risposta gli sorrisi, e attesi sulla soglia della porta d'ingresso di vedere Tom, venirmi incontro con uno dei suoi soliti sguardi in grado di farmi venire la pelle d'oca.
Arrivó con Dakota, e gli fece cenno di andarsene, successivamente, come avevo previsto, arricció le labbra in un sorriso malizioso, quasi come se si aspettasse di vedermi, arrossendo sulle guance mettendo in risalto le sue lentiggini.
"ciao Isak" disse dandomi un bacio a stampo e avvicinandomi a sè prendendomi per i fianchi. Amavo quel lato di lui, quello piú istintivo. Era quel tipo di persona che quando desiderava qualcosa, dimostrava di volerla ottenere, e non si preoccupava piú di tanto delle opinioni altrui. Prima di baciarmi, non restava ad immaginare che cosa avrebbe potuto pensare la gente, ma si avvicinava, mi sorrideva, le sue pupille si dilatavano e le sue labbra morbide si appoggiavano sulle mie, scaricandomi una strana energia calda su tutto il corpo.
Anche se in effetti potevo sembrare una persona abbastanza composta e non troppo movimentata, Tom riusciva a tirar fuori la mia parte piú spontanea, costringendomi a non respingere le mie emozioni e aprirmi di piú con lui. Era semplicemente un suo modo di fare, un suo dono, che prendeva molto anche me.
"che cosa ci fai qui?" mi chiese, continuando ad accarezzarmi e a giocare con il bordo dei miei pantaloni. Cercavo di trattenermi, ma il suo essere cosí seducente mi metteva a dura prova.
"i-io devo parlarti di una cosa..... è importante"
Non mi fece molte domande. Forse gli era bastato guardarmi semplicemente negli occhi per capire che c'era qualcosa che non andava.
"entra, e ne parliamo"
"Dakota mi ha detto che c'è una tua amica, non voglio intromettermi, dimmi tu quando sei libero"
"per te lo sono sempre, la mando via"
"no.... non è-"
Non feci in tempo a terminare la frase, che rimasi con la bocca spalancata quando vidi una ragazza dai capelli neri, uscire dal corridoio e guardare curiosamente il salotto come se fosse alla ricerca di qualcosa. La riconobbi subito, era Jo, e probabimente era venuta per capire dove fosse finito Tom visto che l'aveva lasciata sola.
Sapevo che quei due si conoscevano, ma non mi sarei mai aspettato un rapporto cosí intimo da invitarla nella sua stanza.
"oh Tom, eccoti, non ti trovavo" disse con un sorriso a trentadue denti, venendo nella nostra direzione. Mi bastó semplicemente incontrare il suo sguardo per farmi venire voglia di prendere a pugni qualcosa, e in genere non sono una persona violenta, ma certa gente mi faceva salire istinti omicidi che non sapevo nemmeno di possedere.
"Jo, dovresti andare. Io e Isak dobbiamo-"
"era di lei che ti volevo parlare!" dissi interrompendolo, preso dalla rabbia.
"di me? Credevo che mi avessi dimenticata" mi rispose lei alzando un sopracciglio.
"non fare la finta tonta!" gridai.
"Hey calmati! Che cosa sta succedendo?" chiese Tom confuso.
"Non lo so proprio, il tuo amico ha qualche problema" disse lei con finta ingenuità.
"sei tu qui che hai dei problemi! Tom" dissi riferendomi a lui "ho ricevuto dei messaggi anonimi riguardanti noi due, e sono piú che certo che li abbia mandati lei"
"messaggi anonimi? Ma sei fuori?!" mi gridó Jo.
"Aspetta, aspetta. Era questo quello di cui mi dovevi parlare?"
"sí" risposi, con il respiro che iniziava ad affannarsi.
"spiegati meglio, messaggi anonimi su noi due?" Mi chiese lui arricciando il naso.
"non c'è bisogno, Isak è solo un grandissimo stronzo!"
"hey! Datti una calmata!" La insultó Tom in mia difesa.
"si inventa le cose!" gridó lei per giustificarsi.
"Non chiamarlo cosí davanti ai miei occhi d'accordo?!"
"ma-"
"fallo parlare!" disse infine mettendola a tacere. Tolsi il mio telefono dalla tasca e lo accesi, tranquillizzato dal fatto che Tom avesse preso le mie difese. Ció significava che almeno lui voleva saperne di piú e non mi dava del pazzo.
Arrivai finalmente sulla chat in questione, e gli mostrai lo schermo.
Lui lo prese in mano senza neanche chiedermi il permesso, e lo avvicinó agli occhi per leggere piú attentamente.
"Chi cazzo è?" Mi domandó quando ebbe finito, come se fosse quasi arrabbiato con me.
"i-io...."
"Non sono stata io!" urló Jo, e il mio compagno la fulminó con lo sguardo.
"sí invece! Sei l'unica con cui ho una faccenda in sospeso e che possa avermi ricattao in questo modo"
"Non è colpa mia, lo giuro!"
"Tu non accetti la fine della nostra fottutissima relazione, è da tempo che me lo rinfacci!" le urlai contro, e Dakota, che stava passando di lí, mi guardó stupito. In effetti non era da me urlare e arrabbiarmi cosí tanto, ma quella volta ero davvero al colmo, sentivo un nodo in gola e le lacrime che pregavano di uscire. Cercai di resistere e di non mostrarmi debole, ma mi conoscevo abbastanza per sapere che di lí a poco mi sarei lasciato andare, non ero in grado di gestire e domare le mie emozioni.
"L'ho superata già da molto tempo!"
"ah sí?!" le risposi abbassando leggermente il tono di voce. Volevo sprofondare, rinchiudermi nella mia stanza e piangere. Ritrovarmi in questa situazione era l'ultima cosa che mi sarei aspettato.
"sí!" confermó lei, con un tono piú arrogante del previsto
"aspettate, di che relazione state parlando?" disse Tom intromettendosi nel discorso, confuso. Non gli risposi, ero troppo arrabbiato e deluso per raccontare un'altra volta quella storia che volevo solo dimenticare.
"Non è vero! Mi hai anche dato il tuo numero al posto di quello di Tom per non farmi parlare con lui!"
"è stato un errore!" si giustificó lei, ma sapevo che non era vero.
"si si certo, come no!"
"Guarda che ho capito che mi hai lasciata perchè sei frocio!"
"ma... ma come.... questi non sono affari tuoi! Stavamo parlando del ricatto!" dissi, con la voce che tremava. Sentirmi chiamare cosí, mi aveva fatto crollare il mondo addosso, e ad ogni secondo che passava, io mi sentivo sempre di piú una persona sbagliata, un errore.
"Non te ne rendi conto! Sei sbagliato, non puoi innamorarti di un'altro maschio, è contro natura!"
"ADESSO BASTA!" Sbraitó Tom, tanto da far paura.
"la tua ignoranza è contro natura Jo!"
"Tom, ho cercato di farti guarire da questa malattia, ma se non collabori non posso andare avanti!"
"Ma di che cazzo stai parlando?! Finiscila di sparare stronzate!"
"sto dicendo solo la verità!"
"Io me ne vado" dissi, aprendo la porta e uscendo.
"Aspetta Isak" disse Tom cercando di convincermi a tornare indietro, ma avevo l'umore a terra e non me la sentivo di continuare a discutere, sentendo qualcuno che mi ripeteva che ero sbagliato e che non potevo innamorarmi di un maschio.
Chiusi il portone alle mie spalle, e tornai a casa continuando a piangere.
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PICCOLO TULIPANO🔐❤️
Short StoryLa madre di Isak, un ragazzo dai capelli biondo platino timido e introverso, subisce un incidente e lui è costretto a sistemarsi in una confraternita insieme al suo migliore amico George. Qui, divide la stanza con Tom, un ragazzo a modo suo misterio...