CAPITOLO 20

3.8K 190 14
                                    

Mi sembrava che fosse lei la ragazza entrata in contemporanea con il fidanzato di Dakota, ma non ci avevo fatto particolarmente caso, quando invece mi girai avendo intenzione di sorseggiare il mio thè alla pesca in santa pace, rimasi di sasso vedendola proprio accanto a me.
Mi metteva ansia guardarla negli occhi, la sentivo mentre mi squadrava ad ogni nostro incontro dalla testa ai piedi, come se anche rimanendo in silenzio, mi stesse giudicando. Sapevo di non andarle molto a genio, dal momento in cui ci eravamo lasciati si comportava sempre in questo modo, mettendomi leggermente a disagio. Non sprecava occasione per mettermi in cattiva luce e ricordarmi quanto l'abbia fatta soffrire, ma non era mica colpa mia se non l'amavo. La relazione con lei mi aveva aiutato parecchio a riflettere, e a fare piú chiarezza tra i dubbi che mi frullavano continuamente in testa arrivando alla conclusione che i ragazzi mi attraevano di piú rispetto alle ragazze. Era lí, con la sua borsa tenuta dal braccio e la sua solita aria da egoista.
Anche solo la sua presenza mi mandava nel panico, avevamo finito molte volte per discutere fortemente anche in pubblico e non volevo che accadesse di nuovo, non proprio quando ero al culmine della mia felicità.
"oh, ciao Isak" mi disse girandosi verso di me, quando si rese conto che mancava qualcuno da dietro al bancone che potesse servirla.
"c-ciao Jo" cercai di dirle, ma guardavo già il modo in cui mi scrutava e non prevedeva assolutamente nulla di buono.
"ho saputo che tua madre è stata dimessa"
"mia madre? come fai a saperlo?"
"me ne ha parlato Tom quando gli ho chiesto che cosa ci facevi alla confraternita"
"oh... beh ehm... sí.... è stata dimessa"
"tra te e Tom c'è qualcosa, vero?"
A quelle parole, non saprei bene se dire di essere letteralmente sprofondato nella vergogna o di aver preso fuoco.
Diventai tutto rosso, e mi chiesi se era davvero cosí evidente che tra di noi ci fosse stato qualcosa che fosse andato ben oltre l'amicizia, ad esempio quel bacio.
"i-io.... ehm.... n-no.... cioè...." cercai di balbettare una frase di senso compiuto per negare ció che aveva appena detto, ma non ci riuscii. Mi ero completamente impallato, la mia testa stava andando in crisi. Non ero ancora pronto per confessare tutto, e di certo non volevo fare il mio primo coming out con Jo.
"dovevi vederlo, sembrava cosí contento quando parlava di te, sembrava che gli brillassero addirittura gli occhi"
"d-davvero?"
"ma certo, lo conosco abbastanza da pensare che voglia continuare ad avere un rapporto con te"
Ero incerto sul crederle. Non capivo se era ironica o se parlava seriamente, e questo mi faceva mettere in dubbio le sue parole.
Insomma, molto probabilmente per Tom ero solo stato un amico di passaggio, un compagno di stanza e niente di piú, quindi mi chiedevo perchè volesse continuare ad avere un rapporto con me.
Probabilmente ero troppo pessimista, o forse semplicemente realista.
"ehm... no, non credo"
"perchè dici questo?"
"Tom è.... sí.... insomma lui.... sono sicuro che per lui ero un amico di passaggio, niente di cosí importante"
"sei sempre il solito rompi palle lo sai?"
"ma qual è il tuo problema?!"
"Tu sei il mio problema! Brutto stronzo che non sei altro!"
Eravamo passati da una discussione civile all'inizio di una litigata fornita anche di insulti da parte di Jo. Me l'aspettavo, ma almeno speravo che stavolta si sarebbe contenuta.
"che cazzo vuoi da me? Mi insulti sempre, e oggi te ne vieni e inizi a parlarmi di Tom, dove vuoi arrivare?!"
"volevo aiutarti deficiente!"
"ah sí? Tu?!"
"Sí!"
"Ma fammi il favore!"
"Cosa credi? Che io abbia passato tutta la mia esistenza a star male per il tuo atteggiamento da cretino nei miei confronti e che non sia andata oltre dopo la nostra rottura?!"
Beh, in effetti.... Era proprio quello che pensavo. Se fosse davvero andata oltre non avrebbe passato i mesi successivi alla nostra rottura ad insultarmi e a litigare rimpiangendo i bei tempi della nostra relazione e ricordandomi che ero stato io a lasciarla facendola soffrire. Non era mia intenzione farla star male, davvero, ma non ce la facevo piú, non l'amavo e forse sarebbe stato meglio per entrambi lasciarci il prima possibile.
"devo proprio risponderti?" le dissi, mentre mi fissava infuriata con gli occhi che sembravano quasi uscire dalle orbite per uccidermi.
"coglione" disse lei, sospirando e battendo impaziente le unghie sul bancone, evidentemente stanca di aspettare qualcuno che la servisse.
"posso..... posso farti una domanda?" azzardai a chiederle. Non le credevo ovviamente, ma ero curioso di sapere il suo modo di "aiutarmi".
"cosa?" mi disse lei, voltandosi a riguardarmi con le labbra serrate e gli occhi spalancati.
"in che modo avresti voluto aiutarmi?"
"ho il suo numero, noi due siamo molto amici sai?"
"e allora?" le risposi fingendomi disinteressato. In realtá morivo dalla voglia di avere il suo numero, un giorno mi sarebbe tornato utile semmai avessi trovato il coraggio di scrivergli.
"te l'avrei dato, cosí avresti potuto scrivergli" mi spiegó poi lei. Io non sapevo cosa risponderle, non volevo dire di sí per non sembrare troppo ansioso di riceverlo, altrimenti l'avrebbe capito subito che ero interessato a Tom. Ma non volevo nemmeno dirle di no, perchè altrimenti avrei sprecato un'occasione d'oro.
Ero confuso, una situazione simile non l'avevo prevista e non sapevo cosa fare.
"non c'è nessuno in questo cazzo di posto?!" si lamentó dopo qualche minuto di silenzio.
"Eccomi, scusatemi davvero" disse Dakota mentre entrava e ritornava dietro al bancone. Notai che con le mani si aggiustó il colletto della camicia per coprire un piccolo succhiotto che aveva sul collo, ma feci finta di non farci particolarmente caso.
"vorrei un caffè" disse lei seccata dalla troppa attesa.
"subito" rispose il ragazzo, e dopo si mise al lavoro per prepararglielo. Notai Che il fidanzato di Dakota gli sorrise dolcemente e se ne andó, soddisfatto di aver fatto questa piccola sorpresa al suo compagno.
Rimasi lì seduto fino a quando Jo non ebbe finito di bere la bevanda ordinata, e cercai di riflettere il piú veloce possibile sul numero di Tom. Lo desideravo, e anche tanto, ma sapevo che di lei non c'era molto da fidarsi.
Erano veramente amici, li avevo visti ogni tanto parlarsi, ma non avrei mai immaginato una situazione del genere, dove lei si offriva di darmi il numero di telefono.
Poi a che scopo? Che cosa ci avrebbe guadagnato?
Magari non lo faceva per raggiungere qualche obbiettivo, magari si era semplicemente accorta che era stupido rimanere a rimpiangere i vecchi tempi e che era arrivata l'ora di voltare pagina.
Era cambiata?
Quante domande mi frullavano nella mente, e nessuna di queste con una risposta.
"vabbè, io te lo lascio, poi fai come vuoi" disse infine, risvegliandomi dai miei pensieri.
La guardai mentre scriveva delle cifre su un foglietto di carta che poi mi lasció sul bancone accanto al thè, successivamente prese la borsa dalla sedia accanto, se la sistemó in spalla e poi senza nemmeno salutare, con la sua solita aria di superiorità, uscì dal locale sbattendo la porta.
Mi aveva lasciato veramente un numero di telefono.
E doveva essere quello di Tom.
"conosci quella ragazza?" mi chiese Dakota mentre infilava nel lavandino le tazzine usate lasciate sul bancone.
"mh?" dissi accorgendomi di non aver prestato attenzione alla sua domanda.
"conosci la ragazza che è appena venuta?"
"sí... era la mia ex"
"oh... capisco, l'ho vista una volta nella confraternita ad una festa, penso sia amica di Tom"
"già"
"ti ha infastidito?" mi chiese. Con lui mi ero confidato tempo fa, e gli avevo espresso i miei dubbi riguardo al mio orientamento sessuale perció non mi stupii se immaginava che l'arrivo della mia ex ragazza mi avesse dato fastidio.
"no.... no. Abbiamo solo parlato un po' "
"molto bene"
"devo andare, salutami tutti alla confraternita"
"certo" mi assicuró con un sorriso.
Era un ragazzo davvero tenero, non mi stupiva il fatto che era riuscito a fidanzarsi conquistando il cuore di qualcun altro, se lo meritava proprio.
"ciao" lo salutai, ricambiando il suo sorriso, prendendo la mia bottiglietta di thè e uscendo.
Forse Jo aveva buone intenzioni.
Forse se Tom voleva davvero continuare ad avere un rapporto con me, lei mi aveva cercato di convincere a scrivergli dandomi il suo numero per aiutarlo. Era un ragionamento logico, se solo non fosse che Jo era una ragazza dal cuore di pietra e non me la immaginavo a fare cose del genere per un amico.
Magari era cambiata davvero o magari stavo facendo troppe paranoie.
Avevo ottenuto comunque quello che volevo, ora non mi restava che trovare coraggio e scrivergli. Potevo farcela.

PICCOLO TULIPANO🔐❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora