CAPITOLO 18

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Era arrivato il momento.
Non fraintendetemi, ero contento di ritornare nella mia abitazione e rivedere finalmente mia madre star bene come al solito, ma lasciare quella casa dove avevo ormai trascorso gran parte del mio tempo e a cui mi ero persino abituato, mi dispiaceva un po'.
All'inizio non volevo nemmeno venirci, mi sembrava una follia trasferirimi in una confraternita con George e i suoi coinquilini, soprattutto per il fatto che inevitabilmente, avrei dovuto instaurare dei nuovi rapporti sociali e ció mi metteva ansia.
Per evitare di insistere troppo, alla fine accettai. Ero convinto di potercela fare anche da solo, insomma, quanto ci vuole a mantenere una casa, pulire ogni tanto, farmi una lavatrice e cucinarmi qualcosa quando ho fame?
Il mio migliore amico peró, mi conosceva troppo bene e sapeva che con la scuola e tutti i miei problemi avrei faticato molto. Devo dire che aveva ragione, inoltre con le sue pessime battute e il suo modo di rallegrare le persone, era riuscito a distrarmi minimamente dall'incidente di mia madre.
Appena arrivato mi vergognavo persino di farmi una doccia, ma non potevo continuare all'infinito a usare profumi e deodoranti.
Alex era il piú grande,lavorava e pagava l'affitto in cambio di un'aiuto in casa da parte di tutti gli altri, Ethan era il cugino di George, non avendo avuto particolari rapporti con lui non saprei come descriverlo, Dakota invece era il piú piccolo, molto simpatico e nonostante l'età, era in grado di dare ottimi consigli, e poi.... poi c'era Tom, il mio compagno di stanza.
Il ragazzo che con quei suoi capelli neri e i grandi occhi color nocciola, mi aveva fatto innamorare.
Era un tipo riservato e misterioso, all'apparenza poteva sembrare anche uno di quei classici bad boy che vengono spesso descritti nei libri, e forse una parte di lui era davvero cosí.
Mi dispiaceva doverlo lasciare, non dover piú vedere le sue foto da piccolo attaccate alle pareti e sentire le sue prese in giro riguardo ai miei boxer colorati.
"Mi mancherà tutto questo" penso, mentre infilavo l'ultima felpa nel borsone per poi sistemarmelo in spalla.
"ehm... sei occupato?" mi chiese Tom, incerto se entrare nella stanza oppure no.
"Questa è la tua stanza, guarda che puoi entrare quando vuoi" gli dissi sorridendo.
"non volevo disturbarti visto che stai preparando il borsone" mi disse mentre entró.
Non mi disturbava affatto, la sua presenza non sarebbe mai stata un fastidio per me, ma questo non glielo dissi.
"non importa, ho finito"
"cosí ora mi lasci solo con questi squilibrati?"
"è la stessa cosa che ha detto George" gli feci notare, divertito.
"beh, è la verità. Mi ero abituato ad avere un compagno di stanza che non fosse un rompi scatole"
"sopravviverai" gli risposi, cosí come avevo fatto con il mio migliore amico.
"salutami tua madre, principessa"
"dai!" ridacchiai, fingendo di arrabbiarmi.
"sei cosí carino quando ti innervosisci" mi disse per poi spettinarmi tutti i capelli. Io arrossii e abbassai lo sguardo. Non volevo lasciare Tom. Chissà se ci saremmo piú rivisti.
"devo andare" gli dissi, cercando di non perdere il sorriso "George mi aspetta fuori"
"ok, ci vediamo"
"sí"
Salutai lui e tutti gli altri con un cenno della mano e li ringraziai per la loro ospitalità.
Riabbracciai mia madre, che ci aspettava fuori dall'ospedale e nonostante i nostri consigli sul fatto che doveva riposarsi un po' dato che era appena stata dimessa, non ci ascoltó e si offrí di guidare.
Sapeva che George non aveva la patente e temeva di correre qualche rischio.
La abbracciai di nuovo e lei mi raccontó ancora di quanto facesse schifo il cibo dell'ospedale. Mi chiese se avevo aiutato nella confraternita per non essere un ospite di troppo disturbo e se a scuola andasse tutto bene.
Mi dispiaceva davvero andarmene, ma mi ha fatto piacere rientrare a casa nostra, cosí almeno avevo la certezza che nessuno potesse entrare nella mia stanza da un momento all'altro o mentre facevo la doccia. Alla confraternita non è mai capitato, ma avevo costantemente l'ansia che succedesse.
E fu cosí che ricominciai la mia solita vita di sempre, sperando peró, un giorno, di rincontrare ancora Tom, quella persona in cui ho trovato il senso di tutto ció che stavo cercando.
Solitamente non ci pensavo troppo a queste cose, ma una parte di me ci credeva veramente, pensava che per una volta potessi essere davvero felice nel trascorrere il mio futuro accanto a qualcun altro, e che fosse realtà o solo semplice illusione, non lo sapevo ancora.

PICCOLO TULIPANO🔐❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora