CAPITOLO 14

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Ero al settimo cielo, avevo passato una delle serate migliori della mia vita.
Io e Tom tornammo a bordo della sua bici a casa verso le prime ore del mattino, quando era ancora buio e la festa era sicuramente giunta alla termine. Lui era davanti a me, e pedalava, metre io mi abbracciavo alla sua vita per sentire ancora di piú il calore che emanava il suo corpo.
"tieniti forte principessa " Mi disse lui, prendendo le mie mani e posizionandole piú al centro, un punto che non volevo toccare per evitare di essere di troppo disturbo, ma evidentemente gli piaceva.
"quando la finirai di chiamarmi cosí?" gli chiesi in tono allegro.
"mai" mi rispose ridacchiando.
"cretino"
"sei la mia piccola principessa e rimarrai la mia piccola principessa" mi disse, cogliendomi del tutto alla sprovvista.
In risposta, lo abbracciai, e non di nascosto sperando che non se ne accorgesse, ma forte, in modo tale che potesse sentire l'affetto che provavo nei suoi confronti e che volevo dargli.
Non mi dava veramente fastidio che lui mi chiamasse cosí, perchè non lo faceva per prendermi in giro, si vedeva che quando lo diceva era sincero e spensierato, tranquillo e dolce come solo Tom sapeva essere.
Comunque, restava il fatto che avevo baciato un ragazzo, e mi era pure piaciuto da morire.
Non mi era mai successo prima, e mi sentivo strano.
Sapevo di non essere proprio il tipo che si fidanzava con una bella ragazza ogni settimana, ma dopo Jo, i miei amici iniziarono a convincermi che prima o poi sarebbe arrivata quella giusta, quella che mi faceva arrossire anche solo con uno sguardo, quella che mi scombussolava la mente e mi faceva provare le farfalle nello stomaco, ma io, tutto questo, lo vivevo quando stavo con Tom. E non era normale.
L'avevo sempre visto come un amico, piú speciale rispetto a tutti gli altri, ma ora che era entrata addirittura l'opzione di essermene innamorato... era piú complicato.
Forse ero semplicemente confuso, insomma, il ritorno di Jo che non vedevo da parecchio tempo, i litigi di Fred e Alice, l'incidente di mia madre, il trasferimento nella confraternita con George, le feste, nuove conoscenze.... tutte queste emozioni mi avevano mandato in crisi.
Magari era semplicemente un periodo, dove avrei creduto di non essere piú eterosessuale ma una volta superato tutto, sarei ritornato il solito Isak di sempre. Tom però mi piaceva, mi aveva baciato e io avevo immaginato addirittura di sbottonargli la camicia.
Mi sentivo diverso con lui e questo rendeva ogni cosa piú difficile. Per il momento, decisi di ignorare il problema, era tardi e non riuscivo a ragionare per bene, soprattutto con il corpo di Tom attaccato al mio.
"siamo arrivati" disse rallentando davanti ad un appartamento, per poi scendere e andare ad appoggiare la bici al muro.
Io lo aspettai, e quando mi raggiunse, gli rivolsi un sorriso.
"sei silenzioso, c'è qualcosa che non va?" mi domandó poi, ricambiando la mia espressione.
"no, non ho niente" mi limitai a rispondergli. Semplicemente avevo tanti dubbi per la mente, che avrei chiarito meglio l'indomani.
"d'accordo, ma se hai bisogno di qualcosa lo sai che io ci sono" disse accarezzandomi la testa. Io annuii, guardandolo negli occhi.
"andiamo dentro" disse per poi proseguire verso l'interno della casa, e io lo seguii.
Gli invitati se n'erano andati quasi tutti, la musica non c'era piú e Ethan e Dakota stavano pulendo raccogliendo i rifiuti gettandoli in dei grandi sacchi neri.
Alex stava abbracciando un suo amico, che successivamente uscí dalla porta passandoci affianco, e in fondo al salotto, per poco non mi feci prendere dal panico quando vidi George parlare con Jo e un'altra ragazza. Ma che cosa ci faceva la mia ex lí, in quella casa?
"Eccoli" disse il mio migliore amico riferendosi a noi, trasportando l'attenzione delle due sul nostro arrivo e rivolgendomi un sguardo seccato.
"ciao ragazze" le salutó Tom, come se le conoscesse da tanto tempo.
"che cosa ci facevi in giro con uno come lui?" disse sprezzante Jo, riferendosi a me come se fossi un rifiuto della società.
"è un mio amico, perchè?" rispose Tom in mia difesa.
"non te lo consiglio, è un grandissimo-" sapevo cosa stava per dire. Mi voleva insultare come al solito dandomi dello stronzo o senza cuore, lo diceva sempre ogni volta che ne aveva l'occasione, soprattutto per mettermi in cattiva luce agli occhi degli altri. Non la sopportavo, e ora doveva intromettersi persino negli affari miei.
"non mi interessa saperlo, Jo" disse Tom interrompendola "siamo solo usciti qua intorno".
Ero sollevato, mi aveva appena risparmiato un'altra discussione inutile, e, date le circostanze, non mi avrebbe fatto altro che male.
"ok, come vuoi" disse lei alzando il sopracciglio con aria di superiorità fulminandomi con lo sguardo. Era evidentemente infastidita dal fatto che io fossi uscito con Tom. Ma perchè avrebbe dovuto esserlo?
Quei due si conoscevano?
"Perchè non sei venuto alla festa?" Chiese piú gentilmente l'altra ragazza. La fissai per qualche secondo, aveva una voce che mi sembrava vagamente familiare, ma non ricordavo dove l'avevo già sentita.
"ci sono venuto, ma poi come ho già detto, sono uscito con Isak a fare un giro"
"va bene..." rispose lei, non troppo convinta.
"Tanto ci vediamo a scuola" cercó di consolarla Tom, e lei annuii con la testa.
"ok, noi andiamo" esclamó infine "grazie di tutto, bella festa, ciao" dissero salutandoci con la mano, per poi uscire e sbattere la porta alle loro spalle.
Mi urtava la presenza di Jo. Sarei rimasto volentieri suo amico, se non fosse cambiata cosí tanto. In peggio.
"grazie per avermi abbandonato, tutti quanti" disse George.
"perchè?" gli domandó Tom, mentre aiutava Dakota a buttare tutte le bottiglie di vetro vuote nel sacco.
"Voi due siete scomparsi, Fred e Alice sono scomparsi, mio cugino è andato a parlare con alcuni suoi vecchi amici e io mi sono trovato a discutere con queste due galline"
"chi? Jo e Lucy?"
Lucy era un'amica di Tom, e aveva chiamato alla confraternita qualche tempo prima. Ecco perché mi sembrava vagamente familiare.
"sí, le ha invitate Alex e io nemmeno lo sapevo. Sono arrivate nel bel mezzo della festa e appena mi hanno riconosciuto come un tuo coinquilino, non hanno fatto altro che cercarti e chiedermi di te"
Ammetto di essere stato un po' infastidito da quell'affermazione, insomma, perchè avevano tutta questa urgenza di parlare con Tom? Ma poi ripensai che alla fine avevamo trascorso una bella serata, e poi quel bacio... era stato il massimo.
"scusaci" gli dissi io. Ero davvero dispiaciuto, non se lo meritava.
"non fa niente, alla fine ho conosciuto una ragazza"
"mh, davvero?" gli risposi emozionato. George non era un tipo superficiale, ogni tanto scherzava insieme a Fred sulle ragazze, ma quando si trattava di conoscerle dal vivo e trovava una che le interessava, faceva sul serio. Non si prendeva gioco dei sentimenti altrui.
"sí, si chiama Lisa, mi ha detto che lavora al negozio di vestiti qui vicino, domani andiamo a prendere un caffè insieme"
"sono contento per te" gli dissi rivolgendogli un sorriso.
"lasciate stare, puliamo domani" ci comunicó Alex ad alta voce, mentre usciva dal bagno.
"menomale, sono stanchissimo" disse Ethan lasciando il sacco sul tavolo.
Aspettammo che gli altri si fossero allontanati un po', successivamente, George mi espose una sua affermazione, in cui evidentemente, aveva aspettato il momento giusto per dirmela.
"e tu e Tom?"
"cosa?" Chiesi sperando con tutto me stesso che non incominciasse a farmi domande strane di cose di cui non ero ancora pronto per parlarne.
"dove siete andati?"
"in un bosco qui vicino con la sua bici... volevamo stare tranquilli"
"non l'ho mai visto cosí, sembra che con te sia piú aperto, voi parlate spesso vero?"
"sí, è molto simpatico e divertente"
"sono felice per lui"
"anche io, è un'ottimo... amico"
Evitai di raccontargli del bacio e delle sensazioni che vivevo quando ero con lui, ma le mie risposte furono sufficienti.
Entrai nella mia stanza, dove Tom dormiva già. Era sul materasso a pancia in giù e con la testa affondata nel cuscino, adorabile.
Mi accomodai lí accanto, e benchè volessi rimanere ancora un po' sveglio per mettere in ordine tutte le idee confuse che avevo, la stanchezza prevalse. Approfittando del fatto che stesse già dormendo, mi avvicinai di più a lui, spensi la lampadina situata sul comodino accanto al letto e mi addormentai.

PICCOLO TULIPANO🔐❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora