Gli scrivo?
Non gli scrivo?
Erano queste le due domande che vagavano negli andri piú remoti della mia mente, mentre me ne restavo sdraiato nell'oscurità della mia stanza, sul materasso del mio letto a fissare il lampadario del soffitto.
Appena tornato a casa, avevo lasciato la spesa sul tavolo in cucina e successivamente mi ero precipitato al piano di sopra, senza neanche preoccuparmi di accendere la luce o aprire la finestra.
Pensavo che fosse troppo difficile amare qualcuno, e che probabilmente era meglio quando credevo che l'amore, non fosse altro che una semplice illusione inventata dall'uomo per rendere la realtà un po' meno monotona. O almeno, questa era la mia idea, prima di incontrare Tom.
Mi mancava tantissimo, ma non ero ancora del tutto convinto che anche lui volesse continuare ad avere un rapporto con me, anche se Jo me l'aveva confermato con un tono piuttosto convincente a cui mi risultava abbastanza difficile non darle retta.
Una parte di me, quella pessimista, diceva che era meglio lasciar perdere, infondo eravamo solo stati compagni di stanza per un periodo e nulla di piú, non c'era motivo di sperare che la nostra amicizia potesse andare oltre, mentre l'altra parte, quella ottimista che di solito non usavo quasi mai e tendevo mettere sempre a tacere, desiderava rivederlo ancora, ancora e ancora, riperdersi a guardare quei suoi grandi occhi lucenti e il suo sorriso spensierato e tranquillo, risentire ancora la sua voce, e le sue mani scorrere liberamente sul mio corpo. Normalmente, avrei represso queste mie idee forse troppo fiduciose cercando di lasciarmi tutto alle spalle, non pensarci piú ed evitare altri problemi, ma era veramente troppo, non sarei riuscito a dimenticarmi tanto facilmente di una persona che era diventata cosí speciale, e sicuramente l'avrei rimpianto per il resto dei miei giorni.
Quindi.... avevo deciso.... sí insomma.... gli avrei scritto. Tanto non era nient'altro che un messaggio, cosa poteva andare storto?
Presi il cellulare e digitai su Whatsapp il suo nome, che avevo già inserito precedentemente in rubrica e in un'attimo ero sulla chat.
Il suo ultimo accesso era stato appena dieci minuti prima, quindi non ci avrebbe messo piú di tanto a rispondermi.
"hey, sono Isak" gli scrissi. Poi aggiunsi anche un'altro messaggio dove gli proponevo di uscire insieme qualche volta. Era un po' patetico, ma non sono mai stato bravo con le parole e quello era il massimo delle mie capacità. È brutto quando dentro hai un universo pieno di cose che non riesci a far uscire e che non sai nemmeno come esprimerle. Nessuno ti capisce, e ti chiudi in te stesso. Mi capitava spesso, quasi sempre, e visto che i rapporti con le persone non erano proprio la mia specialità, mi sentivo in ansia, come se avessi sbagliato qualcosa, era tutto cosí nuovo e quella sensazione non mi piaceva affatto.
Ero talmente sommerso dal silenzio della casa, che mi spaventai addirittura quando sentii il cellulare iniziare a squillare.
Rimasi sorpeso quando vidi il nome di "Alice" sullo schermo che mi stava chiamando poichè non era molto da lei fare chiaccherate al telefono con me. Ci scrivevamo su whatsapp, ma diciamo che per chiedere consigli o parlare con qualcuno che le tenesse compagnia io non ero la persona piú adatta, quindi si rivolgeva maggiormente a Fred o George. Non aveva molte amiche femmine, e non capivo neanche il perchè. Era una ragazza gentile con uno stile alternativo che peró era bello e originale, poi molto simpatica e ogni tanto anche dolce, insomma, se io fossi stato una ragazza ci avrei fatto sicuramente un pensierino.
Le risposi quasi subito, tanto non avevo niente di meglio da fare.
"ciao Ali" dissi cercando di usare il tono piú allegro di cui ero capace stando ben attento a non far trasparire la mia ansia.
"ciao Isak, ti disturbo?" mi domandó.
"No, non ho niente da fare"
"hai finito di copiare i miei compiti?"
"guarda che sono riuscito a fare un paio di equazioni da solo"
"fantastico" disse ironicamente "volevo chiederti una cosa"
"sí dimmi"
"Hai visto Fred oggi?"
"no, perchè?"
"Ultimamente si comporta in modo strano. In questi giorni siamo usciti parecchie volte insieme, e ho pensato che.... sí insomma.... visti i suoi comportamenti..." sentivo dalla sua voce che era triste e preoccupata per qualcosa che faceva fatica a dirmi. Non dissi niente, in modo tale da lasciarle tutto il tempo necessario, ma nel frattempo, la mia curiosità inizió anche a crescere. Non vedevo Fred e Alice da un po' e non ricordavo cosa fosse successo tra di loro recentemente.
"stai bene?" le domandai pateticamente. Era ovvio che c'era qualcosa che la tormentava.
"sí, solo che... beh, pensavo di.... pensavo di piacergli, ecco"
Beh, Fred non aveva mai dichiarato esplicitamente che gli piacesse Alice, ma era troppo ovvio, non era particolarmente bravo a nascondere i suoi sentimenti e per questo lei l'aveva capito.
"e poi?" gli chiesi, per spingerla a dirmi piú precisamente il momento per cui mi aveva chiamato.
"poi ha iniziato a non chiamarmi piú e a visualizzare e non rispondere. Non so se dovrei parlargli o fare qualcos'altro, George mi ha detto che sta bene e che ogni tanto si vedono, ma non capisco che cosa ho fatto di sbagliato"
"niente"
"cosa?"
"non hai fatto niente di sbagliato, secondo me gli piaci molto, ma stiamo parlando di Fred, insomma, lo sappiamo entrambi che non è affatto bravo a gestire certe situazioni come la sua prima relazione seria"
"non abbiamo mai avuto una relazione"
Mi faceva quasi sorridere la finta ingenuità di Alice. Sapevo che anche lei era convinta che Fred non le rispondeva perchè molto probabilmente era confuso, ma non voleva ammetterlo.
"hai capito cosa intendo. È la sua prima volta"
"Ma io.... a questo punto non sono sicura di piacergli, mi sono sbagliata"
"prova a parlargli, magari chiedi a George se puó aiutarti ad incontrarlo, cosí gli chiedi tutto ció che vuoi sapere di persona"
"dovrei?"
"sí, sei tu quella matura, Fred non lo farà mai"
"giusto...."
"prenditi il tempo che ti serve, sono sicuro che anche lui vorrà vederti"
"ma Isak.... non lo so...."
"Fai un tentativo, provaci"
Io ero il primo a fare schifo in amore, figuriamoci se Alice avesse davvero seguito il mio consiglio.
"oh..." la sentii sospirare "d'accordo, ci provo" disse infine.
"non devi farlo se non vuoi"
"no, hai ragione, sono io quella matura" la sentii dire con un leggero tono di allegria.
"Poi fammi sapere, ok?"
"ok, ora devo andare, mia madre mi chiama"
"va bene, ciao"
"ciao"
Riagganciai. Era stata una bella chiaccherata che mi aveva fatto smettere di pensare per qualche minuto a Tom, ma la curiosità prese il sopravvento e ritornai subito a controllare la sua chat. Ci rimasi malissimo, come se il mio stomaco fosse crollato in meno di un secondo sgretolandosi letteralmente.
Scoprii che visualizzato, e non mi aveva dato alcuna risposta. E io che ci speravo.
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PICCOLO TULIPANO🔐❤️
Short StoryLa madre di Isak, un ragazzo dai capelli biondo platino timido e introverso, subisce un incidente e lui è costretto a sistemarsi in una confraternita insieme al suo migliore amico George. Qui, divide la stanza con Tom, un ragazzo a modo suo misterio...