CAPITOLO 27

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Vi capita mai di sorridere completamente a caso, senza un apparente motivo, nella quotidianità, mentre state andando a scuola oppure cucinate qualcosa?
A volte mi succedeva, mentre pensavo a Tom e alla nostra serata precedente. Quel "ti amo" sussurrato poco prima di salutarci, mi aveva migliorato tutte le giornate successive.
Mi aveva detto già prima che gli piacevo, e lo dimostrava anche con i suoi sguardi, i suoi gesti o i suoi sorrisi, ma sentirselo dire in modo cosí esplicito, era tutta un'altra cosa.
Arrossivo e mi sentivo felice.
Stavo andando al parco, dove avevo appuntamento con George visto che il giorno prima non avevamo fatto in tempo a salutarci per bene poichè ero di fretta, e stavolta, gli avrei accennato di quella strana sensazione di tristezza che mi aveva suscitato.
Ero abbastanza certo che ci fosse qualcosa di cui non voleva parlarmi, conoscevo abbastanza il mio migliore amico per capire che c'era un pensiero che lo tormentava, da quando era tornato a casa dall'appuntamento con Lisa di cui mi aveva parlato.
Ma cosa?
Sembrava cosí contento, e anche soddisfatto di esser riuscito ad uscire con qualcuna.
Magari erano tutte mie paranoie, e forse era semplicemente stanco. Era un'opzione piuttosto valida e da prendere in considerazione, ma a momenti l'avrei scoperto io stesso.
Sorpasso l'area deserta dei giochi per i bambini e andai piú in fondo, dove vi era l'area pic nic. Un posto isolato e tranquillo, circondato da alberi e perfetto per stare in santa pace, lontano da tutto.
Vidi il mio migliore amico seduto su una panchina intento a guardare lo schermo del cellulare che teneva in mano, ma quando si accorse del mio arrivo, lo mise subito in tasca e mi salutó accennando un sorriso.
"ciao Isak"
"hey" dissi sedendomi accanto a lui.
"allora, non mi hai detto come è andata la serata di ieri" disse guardandomi con una faccia da perfetto pervertito.
"smettila di guardarmi così, non è successo niente" gli risposi, ricambiando il suo sorriso e tirandogli una leggera gomitata sul braccio.
"oh d'accordo, come dici tu"
Stavo dicendo la verità, ma per evitare ulteriori domande mi coprii meglio il collo con la giacca, facendolo sembrare un gesto spontaneo e nascondendo le macchie rosse lasciate da Tom.
"dimmi tu che cosa hai fatto piuttosto"
"ehm.... niente di che, è stato divertente"
"In realtà, a proposito di questo volevo chiederti una cosa"
"sí, cosa?"
"Ieri mi sei sembrato un po'.... ecco.... giú di morale, è forse successo qualcosa di brutto?"
"no" disse, ma le sue guance paonazze lo tradivano. Lo conoscevo sin da quando ero piccolo, e avevo imparato a distinguere un suo sorriso forzato da uno spontaneo.
"lo sai che se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo, vero?"
"sí.... lo so"
"e che puoi parlarmi di tutto"
"lo so"
"e che se hai qualche problema me lo puoi riferire"
"sí..."
"e se un pensiero ti tormenta io ti ascolto"
"Isak, lo so"
"e che faró di tutto per aiutarti"
"hai finito?" mi rispose seccato.
"voglio solo che tu sappia che-"
Non mi lasció terminare la frase, e anche se non come speravo, prese parola.
"va bene, te lo dico, basta che la smetti con tutte queste parole dolci che mi fai venire il diabete"
In tutta risposta ridacchiai, ma poi lo guardai per incitarlo ad andare avanti.
"Allora.... ehm...." inizió, un po' incerto sulle parole da usare.
"Sai che ieri sono uscito con Lisa, no?"
"sí, me ne avevi parlato" gli risposi annuendo con la testa.
"L'ho portata in in ristorante, niente di straordinario, ma comunque un posto abbastanza carino e accogliente. Abbiamo iniziato a parlare in attesa dei piatti, e lei mi sembrava cosí..... bella e spontanea"
Notai i suoi occhi assenti. Mi guardavano, scrutavano gli alberi lí intorno e brillavano, ma erano altrove, erano assenti.
"sí" dissi, per invitarlo a proseguire.
"Poi lei è andata in bagno e a lasciato il telefono sul tavolo"
La sua voce inizió a tremare, e avevo giá un brutto presentimento sul finale della storia.
Avrei voluto semplicemente abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene, ma mi trattenni ancora un attimo per farlo continuare.
"e..... le è arrivato un messaggio da un tipo. Non lo conosco, ma era segnato in rubrica come "amore 2". Io ero segnato invece come "amore" e basta"
"oh.... che stronza George"
"e non è finita. Quando al suo ritorno ho iniziato a parlargliene mantenendo la calma, sai che cosa ha detto? Che lei è libera di avere quanti fidanzati vuole e che non sono io il suo capo, ti rendi conto?!" Mi disse, ormai piú adirato che triste. E non lo biasimavo neanche, George non voleva essere il capo di nessuna, e non le avrebbe nemmeno vietato di avere amici maschi. Si fidava della sua partner, e in cambio desiderava solo un po' di lealtà, nient'altro. Non se lo meritava. Lo vedevo cosí felice, si emozionava sempre quando parlava di Lisa. Che io sappia non ha mai avuto tante ragazze, e di lei, era veramente innamorato. Ero arrabbiato per lui, avrei voluto davvero fare qualcosa per aiutarlo, rendere tutto questo soltanto un brutto sogno e promettergli che quando si sarebbe svegliato, avrebbe trovato Lisa al suo fianco ad augurargli il buongiorno con un dolce sorriso, ma purtroppo non potevo. Non si puó modificare il tempo o le persone, e nella mia esperienza, Jo ne era la prova.
"Poi si lamentano che non trovano i ragazzi giusti" dissi cercando di consolarlo e fargli capire che ovviamente stavo dalla sua parte "si è comportata da schifo con te, ma non devi starci male, per una cosí non ne vale proprio la pena"
"lo so ma.... per una volta ci speravo" mi disse abbassando lo sguardo.
"Lo abbracciai accarezzandolo e cercando di consolarlo, ma sapevo come ci si sentiva, ad avere le aspettative distrutte su una persona a noi cara e non era sicuramente una cosa facile da mandare giú.
Alla fine, finimmo per mangiare un panino e bere qualcosa offerti da me, anche se il mio migliore amico continuava a sostenere di non avere fame ma io insistetti.
Lo lasciai sfogare per tutto il tempo, le sue frustrazioni e le sue paure.
Prima di salutarci, disse che parlare con me lo aveva fatto sentire meglio, almeno si era tolto un peso, e anche se ci pensava ancora stando male, era già un passo avanti.
Mi disse anche che avrebbe salutato Tom da parte mia, e in tutta risposta gli sorrisi.
Proprio nel momento in cui mi sentivo davvero felice, a George era accaduto questo evento spiacevole con la sua "quasi-ragazza".
Ma la vita è ingiusta, e il finale "e vissero tutti felici e contenti", preferivo lasciarlo alle favole.
Purtroppo le persone sono esseri insensibili, agiscono senza pensare che ció che stanno facendo possa ferire i sentimenti di qualcun altro, ma quando ci speri troppo, è molto probabile che succeda.
Dai il tuo cuore a una persona, quella lo fa a pezzi, e lo getta via, come se non avesse avuto alcun valore, come se tu non avessi avuto alcun valore. E allora non ti resta che fidarti solo di te stesso, e aspettare che qualcun altro diventi all'altezza per rimettere insieme tutti i pezzi e custodirli per sempre.

PICCOLO TULIPANO🔐❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora