Successivamente, venne a seguire un breve periodo di ansia totale.
Ci avevo riflettuto per bene, e decisi che era arrivato il momento di dirlo a mia madre, anche se temevo la sua reazione.
Non avevamo mai parlato molto riguardo queste tematiche sugli orientamenti sessuali, e non conoscevo la sua opinione a riguardo.
Mi scrivevo con Tom piú spesso, uscivamo insieme di tanto in tanto, informavo George di come stava andando la mia vita senza raccontargli esplicitamente della mia relazione, ma questo era solo un dettaglio.
Tom era una persona molto riservata per quanto riguardava gli altri, spesso risultava freddo e duro, sopratutto con i suoi coinquilini, ma con me, era diverso.
Riusciva ad essere una persona completamente opposta, dolce, tranquilla e dannatamente eccitante.
Avevo avuto modo di entrare piú volte in contatto con la sua parte piú provocante, ad esempio quando mi invitava ogni tanto nella sua stanza per studiare insieme, parlare, o anche semplicemente per guardare un film.
Un pomeriggio, dovevamo vederci cosí poteva aiutarmi con i compiti di matematica, visto che in quella materia ero completamente negato.
"e quindi oggi vieni a casa nostra?" mi aveva domandato George, mentre raccoglieva il suo zaino ai piedi del banco e se lo sistemava in spalla, poco prima della fine delle lezioni.
"sí.... ho chiesto a Tom di aiutarmi con alcune cose...." gli spiegai, leggermente imbarazzato.
"vi state vedendo spesso, voi due" disse, arricciando le labbra in un sorriso che mi fece arrossire all'istante.
"NO.... solo.... solo per i compiti..... io.... non sono bravo in matematica, lo sai"
"giusto, almeno studiare con Tom ti farà prendere finalmente la sufficienza"
"dai, non sono cosí scarso" dissi cercando di ironizzare sulla faccenda, ma sapevo bene che avrei dovuto alzare la mia media, o rischiavo seriamente di venir rimandato.
Il mio migliore amico mi lanció un'occhiataccia, alzando un sopracciglio e spalancando gli occhi.
"ok..... forse lo sono un po' " ammisi, sorridendoci sopra.
"d'accordo" disse ridendo "andiamo, non vedo l'ora di uscire da questo posto" disse, riferendosi alla scuola, e non aveva tutti i torti, anche io non vedevo l'ora di finire.
Andammo alla confraternita, e nonostante ormai ci andassi piuttosto spesso, mi sentivo ogni volta un ospite, e quindi mi sforzavo di essere piú silenzioso possibile e di non dare troppo fastidio.
"ciao" ci salutó Tom, mentre si levava la giacca. Probabilmente era anche lui tornato da scuola per poi venire al nostro incontro. Da dietro, Dakota ci sautó con un cenno della mano, mentre Ethan era troppo indaffarato a urlare contro qualcuno al telefono per accorgersi della nostra presenza.
"allora, sei pronto?" disse il mio ragazzo venendo verso di me.
"un attimo, siamo appena arrivati, prima mangiamo qualcosa" rispose George al mio posto.
"ho preso qualcosa d'asporto per me e lui, andiamo nella mia stanza"
"ma-"
"scusami George, se vuoi c'è Dakota in cucina"
"oh, va bene" rispose, ma non era veramente arrabbiato.
Tom mi prese delicatamente per il polso, e mi trascinó in camera sua. Era sempre bello rientrarci, era come sentirmi a casa.
Rivedevo la sua scrivania disordinata, le sue foto attaccate alle pareti, le camice affilate sulla sedia e il letto dove ci stanziavamo sempre.
Chiuse la porta a chiave, come ormai faceva di routine, odiava essere interrotto dagli altri, poi inizió a sfilarsi la maglia a maniche lunghe, ma prima di mettersene un'altra a maniche corte e piú leggera, si stiracchió leggermente, per far risaltare i suoi muscoli.
Sembrava quasi una statua, mi sarei incantato a guardarlo per ore. Mi sembrava quasi impossibile che una persona meravigliosa come lui, avesse scelto me.
Non mi sentivo alla sua altezza, pensavo di non essere abbastanza, ma quando mi toccava, quando mi guardava, quando mi sorrideva.... riusciva a farmi sentire bene, come se tutte le mie paranoie se ne andassero per sempre.
"lo so che sono stupendo, ma puoi anche non fissarmi cosí intensamente" disse mentre copriva i suoi pettorali infilandosi l'altra maglia e accorgendosi che ero rimasto per una buona manciata di secondi in silenzio a fissarlo.
"NON TI STAVO FISSANDO" dissi diventando paonazzo.
"certo, come no" disse baciandomi in fronte. Lo faceva sempre, e a me piaceva.
E il tempo fra di noi scorreva cosí, cercando sempre di essere prudenti, e non mostrarci in pubblico mano nella mano.
Cosí, dopo qualche settimana, feci la mia scelta, e decisi di dirlo a mia madre.
Non ne avevo parlato con Tom, ma poco prima di confessarglielo, dalla mia stanza, gli scrissi un messaggio: "ho deciso, sto per fare coming out" e niente di piú. Ero troppo in ansia per fornire ulteriori spiegazioni.
Scesi al piano di sotto, con il cuore che batteva a mille, rallentando ad ogni scalino, sperando che quell'attesa, durasse il piú a lungo possibile.
Sfortunatamente, arrivai a scendere l'ultimo, e svoltai verso la cucina.
"mamma" chiamai.
"oh, Isak, hai finito di studiare?" mi domandó, mentre tagliava a quadratini delle patate.
"no.... non stavo studiando" le dissi, abbassando lo sguardo. Con George era andata a finire abbastanza bene, quindi avrei usato lo stesso metodo pure con la mamma, anche se davanti a lei, parlare era molto piú complicato.
"ah...." rispose, guardandomi incuriosita. Aveva già capito che dovevo dirle qualcosa.
Aspettai qualche secondo, in silenzio, percependo i suoi occhi intensi fissi su di me, dietro alle lenti dei suoi occhiali.
"volevo chiederti una cosa" dissi infine.
"va tutto bene?"
"rispondimi.... per favore"
"va bene.... chiedi" disse con un tono lievemente preoccupato.
"mi odieresti mai?"
Non ci credevo. Lo stavo per rifare. Un'altra volta.
"Ma che domanda è?"
"per favore, ti ho chiesto di rispondermi" pregai, con il cuore che se avesse potuto mi sarebbe scoppiato fuori dal petto.
"no Isak, non ti odierei mai" rispose lei, tranquillamente.
"e se.... andassi male a scuola?"
"no"
e se non ti aiutassi con le faccende di casa?"
"no"
"e se mi arrabbiassi con te?"
"no, certo che no"
"e se facessi qualcosa a tua insaputa?"
"beh... non arriverei mai a tal punto da odiarti"
"e se decidessi di scappare di casa?"
"cercherei di farti restare....."
"e se..."
"che cosa vuoi dirmi?" mi interruppe lei.
Attesi qualche altro secondo, forse il piú lungo della mia esistenza.
"e se....."
Sentivo il mio stomaco contorcersi e l'ansia impossessarsi del corpo. Dovevo restare calmo, erano solo un piccolo gruppo di parole, sarei sopravvissuto.
"se.... non mi piacessero......"
Sentivo il suo sguardo scavarmi internamente.
Ormai era troppo tardi per tornare indietro.
"se non mi piacessero le ragazze?"
Ok. L'avevo detto, ce l'avevo fatta per davvero.
"quindi non..... non ti piacciono le ragazze?" Mi chiese, incredula.
"n-no.....insomma io....."
"ti piacciono gli uomini? È cosí Isak?"
Non l'avevo mai sentita usare quel tono di voce. Sembrava sul punto di piagere, e io mi sentii crollare il mondo addosso. Cos'era andato storto?
"sí.....sí, mi piacciono i maschi mamma"
Silenzio. Si limitó a fissarmi, come se avesse appena visto un fantasma.
Era un silenzio assordante, ero confuso. Mi sarei aspettato un pianto, un abbraccio, o qualcosa di simile, invece lei non fece assolutamente niente. Rimase immobile, e io mi sentii ancora una volta incapace di reagire, di pensare a qualcosa, di consolarla, di dirle che se non mi avesse piú voluto con lei me ne sarei andato altrove, da un amico o per strada, ma che non doveva rimanere cosí, come se qualcuno avesse appena messo in pausa la sua vita.
"mamma.... ci sei? Dí qualcosa...." le chiesi.
"il sedano" Mi rispose lei.
"eh?"
"non ho il sedano, devo andare a comprarlo"
Non era di certi questo quello che avevo immaginato. Io avevo appena fatto coming out, e lei diceva che doveva andare a comprare il sedano?!
"ma io ti ho appena detto-"
"lo so cosa mi hai detto" interruppe lei brusca "ci vediamo dopo, io esco" disse, per poi mettersi un giubbotto al volo, le scarpe e uscendo dalla casa, sbattendo la porta e senza salutarmi nemmeno.
Mi sentivo solo. Spaesato, e piú solo che mai.
Come avrei dovuto interpretare quel tipo di reazione totalmente inaspettata?
Ormai l'avevo fatto, non potevo piú cancellare le mie azioni, lei sapeva tutto.
Iniziarono a vagare nella mia mente i piú sconvolgenti pensieri, su ció che sarebbe successo quando sarebbe tornata. Se mai sarebbe tornata, perchè c'era da prendere in considerazione anche l'opzione che fosse omofoba e che se ne fosse andata per sempre non volevo avere sotto lo stesso tetto un figlio come me. Non lo sapevo, mi venne da piangere.
Forse era davvero una cosa sbagliata.
Mentre cominciai a versare lacrime, una dopo l'altra, affondando la testa nel cuscino riflettendo a come avrei potuto rimediare al mio errore, suonó il campanello.
Un pizzico di speranza si fece largo nel mio petto, forse aveva cambiato idea ed era tornata indietro.
Mi alzai di scatto, con il cuore che batteva forte nel petto e un'ansia da far venire il mal di testa, aprii la porta, ma al posto di mia madre mi ritrovai davanti il bel faccino di Tom. Non fraintendetemi, mi faceva piacere vederlo, come al solito, ma avevo ancora il pensiero del coming out finito male per la testa.
"oh.... ciao" gli risposi, asciugandomi gli occhi con la manica della felpa e cercando di usare un tono di voce non troppo depresso.
"ho ricevuto il tuo messaggio e sono corso qui il piú velocemente possibile" disse, riferendosi al fatto che lo avevo avvisato delle mie intenzioni di confessare tutto a mia madre.
"perchè?"
"volevo.... sapere come.... insomma..... il tuo coming out....."
"volevi sapere come è andata?" lo anticipai io.
"sí....sí"
"una merda, ho fatto un errore"
"che cazzo stai dicendo? Cosa è successo?"
"lascia stare"
"Isak, per favore, fai il serio. Hai gli occhi gonfi e la faccia rossa, non lascio stare"
"Te l'ho già detto, non è andata bene"
"ma perchè?!"
Lo sentivo, si stava innervosendo. Sarebbe stato inutile continuare, non avrebbe accettato un no come risposta. Tom non era come me, lui non si accontentava. Lui otteneva sempre ció che voleva, e non sarebbe servito a nulla respingerlo.
"non lo so....."
"come non lo sai?"
Feci una pausa, di qualche secondo, o forse minuti, non lo sapevo, avevo perso il conto del tempo, e rimasi fermo lí, sulla soglia, immobile, cercando di mettere da parte la mia delusione, per ricordare il brutto momento che poco prima era successo.
"Isak.....Isak!"
La voce di Tom sussultó dentro di me, riportandomi alla realtà.
"non è andata bene, per niente" dissi, e senza nemmeno rendermene conto, piccole goccioline d'acqua iniziarono a rigarmi il viso, e lui, per confortarmi, mi abbracció.
Il calore del suo corpo, io avvolto fra le sue braccia..... era davvero bello, come sentirmi in una seconda casa. Avrei voluto che durasse di piú, sarei rimasto lí, con la testa appoggiata al suo petto, a sentire per ore e ore il battito del suo cuore, e essendo consapevole del fatto che qualcuno che mi amava, qualcuno per cui io ero speciale e contavo qualcosa, esisteva.
Mi diede un bacio sulla testa, e mi sussurró in un orecchio: "è tutto ok, ci sono io".
Mi strinsi ancora di piú a lui, poi lo invitai ad entrare, facendolo sedere sul divano.
Mi asciugó con il suo pollice le lacrime che avevo versato, poi mi incitó a raccontargli l'accaduto.
"non lo so che cosa è successo, io ho cercato di essere il piú delicato possibile, ma poi lei.... mia madre..... non ha detto niente. Non ha pianto, non mi ha abbracciato, non mi ha nemmeno guardato"
Ad ogni parola, mi sentivo sempre di piú con l'umore a terra.
"e poi?"
"poi..... poi ha detto che mancava il sedano"
"mancava il sedano?" chiese lui incredulo.
"sí, e senza neanche salutarmi è uscita per andare a comprarlo"
"ma.... questo non ha senso"
"appunto..... io non so che cosa fare."
"Secondo me dovresti aspettare il suo ritorno"
"e se non tornasse piú?"
"non dire stronzate, è tua madre"
"ma...."
"Forse è stata normale la sua reazione. È una cosa nuova per lei, deve ancora chiarirsi bene ció che le hai detto, non è semplice"
In effetti aveva senso. Forse aveva bisogno di uscire per rifletterci per bene, in fondo era una cosa nuova, non capita certo di fare coming out ogni giorno.
"lo spero"
"fidati, è cosí. Ti accetterà per quello che sei"
"io.... non lo so....."
Abbassai la testa, e Tom, me la rialzó mettendo due dita sotto al mio mento, costringendomi ad incrociare i suoi grandi occhi color nocciola.
"ascoltami: puoi anche essere gay, bisex, pansessuale, tutto quello che vuoi, ma sei sempre tu, sei sempre Isak"
L'avevo già sentita questa frase, somigliava a quella di George, e il fatto che anche Tom la pensasse cosí mi sollevó leggermente.
"Sei sempre il ragazzo che amo, e sei sempre la mia piccola principessa" continuó, e io arrossii e accennai timidamente un sorriso.
"fidati di me"
"d'accordo....." dissi "mi fido"
E mi bació.
Rimanemmo per un po' di tempo abbracciati, fino a sera, dove il buio era già calato e la luce della luna filtrava attraverso la finestra, io accovacciato accanto a lui, guardando un po' di televisione e chiaccherando del piú e del meno, e il mio umore era già migliorato.
Il mio stomaco fece una capriola all'indietro quando sentii nuovamente la porta aprirsi, eppure pensavo di averla chiusa bene.
Mi staccai automaticamente da Tom, lui abbassó il volume e mi guardó preoccupato, mentre io feci qualche passo verso la cucina.
Rimasi sollevato, quando mi ricordai che mia madre era uscita e aveva deciso di rientrare, con la busta della spesa.
Feci un respiro di sollievo, e con la mano feci un cenno a Tom, che mi osservava già pronto ad intervenire se fosse venuto qualcuno di indesiderato, per rassicurarlo.
Annuí con la testa.
"ciao mamma....."
"ciao, Isak" disse, lasciando stare il sedano appena comprato sul tavolo.
"io.... mi dispiace"
"per cosa?"
"per prima. Non volevo.... sí insomma....."
Non sapevo cosa dire. Forse l'avevo offesa, disonorata come madre per aver fatto un figlio come me, disgustata o arrabbiata, ero ancora abbastanza sul capire la sua reazione avuta nel pomeriggio.
"Non volevo spaventarti" dissi infine "se vuoi che me ne vada.... lo faró"
"che cosa stai dicendo?"
"prima tu...."
"sono io che devo scusarmi, ma è stato.... un bel colpo, sentirti aprire cosí tanto con me, fino a confessarmi una tua cosa cosí personale. Non lo fai mai, sei sempre cosí riservato che non capisco mai cosa ti passi per la testa.Chissà da quanto te la tenevi dentro"
"da.... da un bel po'. Non sapevo come dirtelo"
"Non sono offesa, mi ha fatto solo uno strano effetto, tutto qui. Dovevo rifletterci un po' su, e fare la spesa mi ha aiutato"
"oh.... d'accordo" dissi accennando un sorriso. Era stato come togliersi un mattone dalle spalle.
"Devo ancora realizzare tutto ció, ma.... sei mio figlio, e da madre, ti ameró per sempre"
"grazie" dissi timidamente. Era davvero bello sentirsi dire queste cose.
"Al tuo ragazzo piace il pollo con le verdure?"
"C-COSA?" chiesi diventando paonazzo di colpo.
"Non è il tuo ragazzo quello nel salotto? Appena sono entrata eravate abbracciati" disse sorridendomi.
"ma.... ma...." borbottai, soffocando di caldo.
"non sono mica stupida Isak"
"a te.... a te non da fastidio che sia qui?"
"ti rende felice?"
Annuii con la testa.
"allora non mi da fastidio. Avvisalo, si ferma a mangiare qui".
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PICCOLO TULIPANO🔐❤️
Short StoryLa madre di Isak, un ragazzo dai capelli biondo platino timido e introverso, subisce un incidente e lui è costretto a sistemarsi in una confraternita insieme al suo migliore amico George. Qui, divide la stanza con Tom, un ragazzo a modo suo misterio...