Era successo tutto in pochi attimi e neanche la sua natura vampirica era stata in grado di fare qualcosa.
L'umana che per tanto tempo era stata rinchiusa nella sua stanza, prigioniera e amante fra quelle mura, stava esalando gli ultimi respiri.Daniele tamponò la ferita al petto, l'odore familiare del sangue gli fece fremere le gengive e la gola. Era difficile tenere a freno i suoi istinti, fra tanti umani, fra tanto odore di cibo...
La ragazza tentò di parlare, fra gli sbuffi di sangue che le uscivano dalla bocca, con frasi incomprensibili.
Daniele la stava guardando spegnersi, incapace di capire cosa provare per lei.
E man mano che quel corpo si raffreddava, lui faceva lo stesso. La sua natura vampirica si rispecchiò sul suo volto in un'espressione atona e fredda.«È stato lui ad uccidere! » gridò il duca Alessandro, alzando il cadavere di un uomo. «Io ho vietato le armi al popolo per impedire ai folli di fare stragi!»
Daniele osservò quella scena ancora preda di quel distacco emotivo che distingueva i vampiri dagli umani.
«Gettate questo cadavere nel fuoco», ordinò il duca, con un sorriso soddisfatto sul volto.Il vampiro era pregno di sangue. Sangue che pian piano gli stava annebbiando la mente.
«Amico mio, sono desolato per la morte di tua moglie...»
La morte...
La ragazza non si muoveva, non respirava. Era morta fra le braccia del vampiro e, per la prima volta in decenni, non era stato lui ad uccidere.«Devo tornare a casa... Devo assolutamente tornare a casa...»
La folla guardava l'erede Monticelli non capendo come potesse restare impassibile davanti a ciò che era successo. Nessuna lacrima, nessun grido, nessuna domanda. Sua moglie era appena morta e lui si era limitato a tenerla fra le braccia come un qualsiasi tessuto di seta.
«Devo riportare mia moglie a casa...»Alessandro aveva architettato tutto. Quella ragazzina doveva morire perché la sua sola esistenza gli procurava la gastrite.
Aveva sperato di dover consolare Daniele per la perdita, di diventare la spalla su cui avrebbe pianto e dopo il corpo su cui si sarebbe sfogato.
Ma nulla era accaduto. Il suo amato aveva sollevato il cadavere della moglie, lo aveva portato nella carrozza ed era partito con lei.«Non sembri triste nel vederla senza vita».
Cassandra aveva raggiunto Daniele nella cappella di famiglia. Sul piccolo altare in marmo era posato il cadavere dell'umana, avvolto da un sudario chiaro che non ne nascondeva le fattezze.
«Per quale motivo dovrei essere triste? »
«Perché sembravi davvero preso da lei».
Daniele diede un ultimo sguardo alla salma, poi si voltò. «Non era ciò che cercavo. Non penso lo sia mai stata».
STAI LEGGENDO
✵Fiore d'inverno, cristallo grezzo
VampireTratto dal libro: "La vista di tutto quel sangue lo sconvolse. Si inginocchiò all'altezza della ragazza, le scrutò gli occhi vuoti, le labbra aride dischiuse e immobili. Si accorse subito che davanti a sé vi era Erdie. «Dov'è Mine? » le domandò sper...