I passi di Naram risuonarono solenni nella grande sala. Non era necessario nascondere la sua presenza, anzi. Era necessario che tutti avessero gli occhi su di lui.
Era un incontro molto importante quello che stava per svolgersi, dove l'equilibrio oscillava incerto sulla lama di una nuova guerra. Mai come allora la diplomazia di cui era padrone, doveva essere armeggiata con maestria.
Si sedette al tavolo con i suoi compagni, i nove che governavano con lui, e sorrise cordiale.
Dall'altra parte dell'enorme tavolo lungo vi erano i cacciatori, che lo osservano in silenzio.Gli umani guardavano Naram con il fiato sospeso. Erano solo ambasciatori della sede centrale, che mai avevano visto e sentito tale potere tutto insieme.
Dieci vampiri Reali, antichi come le rocce su cui si ergevano interi castelli, erano seduti al loro stesso enorme tavolo.
E in una sala dalla raffinatezza umanistica, ricca di statue e dipinti perfetti.Naram si era lasciato i capelli neri sciolti, lunghi fino alle spalle, che si confondevano con gli abiti scuri che indossava. Solo la sua pelle bianca spiccava come madreperla.
E, come lui, quasi tutti indossavano abiti in damascato scuri intervallati da ricarmi d'oro o d'argento. Tranne Gabriel, lui sembrava ancorato alla sua antica terra, la sua Palestina. E neanche i secoli lo avevano convinto a cambiare abiti.«Una riunione simile avvenne quasi cinquecento anni fa, ricordate fratelli?» incominciò Naram, con fare cordiale. «E adesso siamo nuovamente qui, con i discendenti di coloro che hanno stretto con noi un'alleanza di pace e sostegno reciproco. Perciò si può dire che oggi siamo tra amici».
I cacciatori, per indole naturale, non erano propensi a questa pace. Ma si sforzavano di rispettarla per il bene comune. Fu solo per questo che non risposero sgarbatamente, ma, anzi, ringraziarono per la generosa ospitalità.
«La nostra alleanza è preziosa per preservare il futuro della terra» rispose uno dei cacciatori. «E siamo qui proprio per onorarne gli accordi».
I candelabri di cera profumata sembrarono scoppiettare in risposta.
«Abbiamo letto con cura la vostra ultima missiva» prese Athalos, vampiro greco, dai tratti somatici affilati ed eleganti come la terra da cui proveniva «Avete perso il controllo sui vostri compagni spagnoli che ora vogliono muoverci guerra...»
Naram lo fermò subito con un gesto, prima che un discorso troppo offensivo rovinasse l'atmosfera cordiale «Non è stato perso alcun controllo. A volte ci sono teste calde che operano per smania di potere. Succede anche anche tra i nostri».Quelle parole rievocarono il gesto di Beatrice, il suo non aver rispettato regole fondamentali sancite secoli prima della sua stessa nascita. «...E noi abbiamo sedato l'inconveniente». Le parole di Naram sembrarono completare quel pensiero comune.
«Purtroppo non si tratta di fermare uno, o due cacciatori... Ma un intero esercito».
«Le guerre sono nate con noi, messer Giuliano» convenne Biorige, un vivace vampiro che abitava nella Gallia transalpina, dai riccioli chiari e gli occhi marini «Quando giungeranno alle porte della nostra corte sapremo come respingerli». Naram lo guardò con scetticismo: tutti sapevano che quando si trovò a combattere contro Roma, lui se l'era data a gambe. Tremante e spaventato era stato soccorso da Erdie che, commossa, chiese al Lord di donargli la vita eterna.
Se in quel momento si trovava tra i Cainiti era solo per la sua abile parlantina.Tutti i vampiri che abitavano nella basilica erano convinti di essere nel mirino di Lèon Garcia e che presto il suo esercito avrebbe circondato quelle mura antiche. L'unico scopo di quella riunione era sancire il diritto dei vampiri nel difendersi, nel poter uccidere senza perdere i patti sanciti tra le loro razze.
Naram sapeva che Léon conduceva esperimenti vietati sui non morti, cercando metodi efficaci per indebolirli e ucciderli con facilità. Ma questo non lo preoccupava. La basilica era immensa, non l'avrebbero mai espugnata.
STAI LEGGENDO
✵Fiore d'inverno, cristallo grezzo
VampireTratto dal libro: "La vista di tutto quel sangue lo sconvolse. Si inginocchiò all'altezza della ragazza, le scrutò gli occhi vuoti, le labbra aride dischiuse e immobili. Si accorse subito che davanti a sé vi era Erdie. «Dov'è Mine? » le domandò sper...