Fuori dal tempo, fuori dallo spazio
«Concedetemi la possibilità di rivederla, di passare con lei quella vita che ci è stata negata...»
In quel mondo eterico, una supplica si ergeva forte e potente, pregna di un desiderio mortale che non avrebbe più dovuto appartenere ad uno spirito.
Parole cariche di lacrime che non avrebbero dovuto intaccare colui che, ormai, un corpo lo aveva perso da tempo.
«Non possiamo. Non è questo il modo in cui l'esistenza agisce» rispose l'entità, vaporea e inconsistente.
«Vi prego... Non ho altri motivi anche solo per rinascere. La mia reincarnazione sarebbe vuota...»Altre entità luminose si avvicinarono a quell'anima disperata, troppo attaccata al passato per poter trovare pace.
«Forse un accordo potrebbe essere trovato».
Le entità si guardarono tra loro in silenzio, in attesa di ciò che il loro simile stava per proporre.
«Ti concederemo di rinascere in una realtà dove anche lei sarà presente. Ma tu, in cambio, dovrai accettare un patto: giungerà il momento in cui dovrai dare vita al tuo peggiore incubo».
L'anima non badò neanche per un secondo ai termini dell'accordo. Accettò senza alcun ripensamento.Le nebbie di quella visione, di quel delirio senza senso, si diradarono pian piano, svanendo come un sogno ai limiti del risveglio.
***
Fiorenza (Firenze), Giugno 1536
Una piccola fiamma squarciò il buio, e il suo scoppiettio riempì il silenzio.
E dal buio diradato comparve una figura, un ragazzo accasciato al suolo. Quella luce gli feriva gli occhi che a stento riusciva a tenere aperti.«La tua tenacia è sconvolgente» parlò la donna, con una candela stratta in mano.
Il viso di Erdie, la donna che lo teneva prigioniero, appariva sfocato, tremolante agli occhi del ragazzo, e la sua voce tagliente come una lama.Daniele era contro le pietre ruvide della parete, le sentiva tiepide sul il viso e secche come le sue vene. Da quanto tempo non si nutriva? Da quanto tempo Erdie lo teneva chiuso in quella prigione buia?
«So perfettamente cosa hai fatto in questi cinquant'anni di immortalità. Hai ucciso senza alcun rimorso, superando di gran lunga le mie previsioni. E adesso vuoi farmi credere che tu ti sia pentito?».
Cercò di guardarla negli occhi, per quanto riuscisse. Lei lo aveva trasformato, lei gli aveva concesso la libertà. E lei era tornata per riscuotere la sua ricompensa.
Lui, l'alchimista di Firenze, l'unico ad essere riuscito a sfiorare quasi la creazione della pietra filosofale, avrebbe dovuto dare vita ad un vampiro Originario. Doveva plasmare una creatura primordiale, dal potere smisurato, che fosse al servizio di Erdie e della sua smania di potere. Una creatura che avrebbe seminato morte e distruzione con un solo comando.
«Non voglio...Non voglio più causare morte...» parlò piano, un solo sussurro.
Erdie sbuffò divertita, scuotendo la testa. Quel movimento la rese quasi più nitida allo sguardo del vampiro.
Non era cambiata in cinquant'anni, così simile a quando la vide da umano. Splendida come una dea e pericolosa come una serpe. E lui era stato l'unico umano, forse l'unico essere che, dopo averla vista, non aveva perso la ragione. Per quanto fosse bella, non aveva mai provato nulla per lei.
Erdie era una vampira antica, molto antica. Dicevano fosse nata tra le dune aride del deserto africano, quando le piramidi erano ancora giovani. I suoi occhi erano dello stesso colore della sabbia, i suoi capelli simili a rame fuso che si attorcigliava in delicati boccoli lunghi fino ai fianchi.
Sembrava quasi una ragazzina, sensuale e innocente al tempo stesso.
E invece era un mostro. Un mostro che aveva condiviso il suo sangue con lui.
«Molto comodo essere un obiettore di coscienza proprio adesso che mi servi» continuò a dirgli. «Sai che noi vampiri non moriamo semplicemente smettendo di bere sangue? Il nostro corpo ci tortura fino a cedere alla nostra natura. Impazzirai per il dolore se non farai come ti dico»
Il suo corpo lo stava già torturando, il dolore ai muscoli era diventato incessante, martellante. Stava già impazzendo. Ma il suo orgoglio, quello era nettamente superiore.
«Va' al diavolo».
«Sono già stata da lui». Spense la fiammella e la prigione tornò nel buio più spaventoso.
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✵Fiore d'inverno, cristallo grezzo
VampirosTratto dal libro: "La vista di tutto quel sangue lo sconvolse. Si inginocchiò all'altezza della ragazza, le scrutò gli occhi vuoti, le labbra aride dischiuse e immobili. Si accorse subito che davanti a sé vi era Erdie. «Dov'è Mine? » le domandò sper...