19~°°°Erdie°°°

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Quando qualcuno incrociava gli occhi di Erdie non poteva che soffermarsi a contemplare il loro colore. Pigmenti ambrati si irradiavano fino alla pupilla ricordando la luminosa sabbia del grande deserto Africano.
Nel suo sguardo c'era il Sahara, e la stessa natura vitale e mortale.
Come una tempesta di sabbia, Erdie aveva annunciato il suo arrivo, ma era giunta all'improvviso, dopo una settimana di attesa.
E, come sabbia portata dal vento, entrava in ogni luogo come se ogni luogo le appartenesse. 

Girava per il pianeta da quattromila anni, aveva visto l'umanità mutare in ogni forma possibile ed era diventata una leggenda vivente.
Fu la prima immortale, l'unico vampiro ad essere cresciuto con il Lord, il creatore degli immortali fuggito da Atlantide.
Dopo la scomparsa di suo padre, Erdie, era rimasta assopita per millecinquecento anni. Secoli in cui la società vampirica era cambiata, dimenticando chi fossero coloro a cui dovevano rispetto.
E i vampiri le dovevano rispetto come loro salvatrice. Era stata lei a salvare gli uomini e le donne che il Lord, unico vampiro originario, aveva poi trasformato. I vampiri Reali le dovevano sottomissione.
E Naram... Naram doveva solo morire. Morire per ciò che le aveva fatto, per l'incubo che le aveva fatto vivere...
Un tempo erano stati amanti, unendosi in matrimonio davanti alla loro stirpe. Tuttavia, quell'unione, aveva scatenato l'idea di onnipotenza di Naram nei suoi confronti.
Erdie non era una donna mortale, nessuno aveva il diritto di di usarla e dichiararsi suo padrone.
E adesso la sua vendetta stava per prendere forma.

«È tempo che io e il mio alchimista parliamo di affari» disse solenne, sciogliendo poi l'espressione seria in un sorriso infantile «voglio restare sola con lui».
Matteo e Beatrice si guardarono un istante. Sarebbero dovuti uscire insieme, parlare della visita di Erdie... E Beatrice non era pronta a questo. Il rifiuto di Matteo le faceva ancora molto male.
Con un piccolo colpo di tosse, Beatrice salutò formalmente la vampira Reale e uscì dalla stanza il più in fretta possibile.
Matteo attese qualche istante prima di  lasciare l'enorme stanza.

«Come hai trascorso questi anni di libertà nella tua nuova pelle?» chiese lasciva, allungandosi sul divano come un felino.
«Bene, mia signora» rispose il vampiro. Iniziava ad essere nervoso, la presenza di Erdie lo spaventava nonostante faticasse ad ammetterlo. Le avrebbe dovuto dire che non era più disposto a creare un vampiro originario, non avrebbe dato vita ad un mostro incontrollabile.

«Mi sono giunte voci molto interessanti. I cacciatori si sono lamentati del tuo vizio di lasciare cadaveri di donne un po' ovunque per Firenze».
Daniele si morse il labbro colpevole di quelle azioni. Sentirle risuonare in quella stessa stanza dove sua madre un tempo lo cullava speranzosa, lo feriva.
«Si vede che hai il mio sangue nelle vene...» scoppiò a ridere.
Gli umani svenuti ai suoi piedi erano morti, completamente dissanguati.
Il vampiro non le rispose, tentando di respirare senza far rumore. Erdie si tirò su, sistemandosi i lunghissimi capelli castani con movimenti eleganti. «Non preoccuparti, anche nel mio castello, ora che inizierai la creazione del mio vampiro Originario, ti fornirò umane bellissime con cui divertirti».

La vampira si alzò, raggiungendo l'alchimista con un sorriso sulle labbra. Un sorriso che si spense e si rabbuiò quando la risposta fu: «Mi dispiace, ma non posso aiutarti a creare un mostro del genere. È troppo pericoloso».
«Mi stai prendendo in giro?»
«No. Non posso farlo. E non lo farò».
Erdie sembrò distendere il suo viso in una quiete spaventosa. «Evidentemente, a te piace quando divento cattiva...»

Non fu facile capire cosa accadde dopo. Un vampiro Reale furioso era pericoloso, ma Erdie era di di gran lunga più peggiore.

Cassandra si avvicinò a Matteo, rimasto ad attendere sulla sommità delle scale. Era agitata e terrorizzata, come lo era quando i suoi occhi le mostravano scenari del futuro che nessuno avrebbe apprezzato.
«Ti prego... ti prego salva Daniele... », biascicava. «Sta sfidando la morte e lei vincerà...»

Il vampiro ebbe solo il tempo di metabolizzare le parole di Cassandra, prima che la folata di potere di Erdie fece perdere i sensi ad ogni immortale  del palazzo.

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✵Fiore d'inverno, cristallo grezzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora