Ducato di Fiorenza, 1488
Firenze era una di quelle città che, in qualsiasi epoca, avrebbe affascinato chiunque. Bastava mettere piede nelle sue vie per accorgersi che una vita non sarebbe bastata per scoprirne tutti i segreti. La culla della cultura, racchiusa in una conca fra le colline, non si sarebbe svelata mai completamente a chi avesse avuto una vita mortale.
E questo il giovane alchimista Daniele lo sapeva. Aveva ormai ventisette anni, stava per lasciare il fiore dell'età.
Lo scorrere del tempo era una preoccupazione anche di Erdie. Sapeva bene che le ricerche da condurre erano molte, e ogni secondo che l'alchimista passava a contrastarla erano attimi sprecati.
Dall'ultima loro conversazione sul ponte aveva capito quale fosse il prezzo della fedeltà di Daniele. L'immortalità, ovviamente.
E lei gliel'avrebbe offerta.
Quella sera entrò nella sua stanza di soppiatto. Lo trovò che dormiva in un letto immenso, degno di un alchimista di rango nobile come lui, tra lenzuola rosse e cuscini di seta.
Dormiva ignaro, Erdie gli sfiorò una ciocca di capelli biondi, sentendoli molto più morbidi al tatto rispetto a quelli del fratello. In tutto Daniele sembrava più delicato, dal viso al modo di parlare. Se Matteo ricordava la fierezza di un leone, suo fratello avrebbe richiamato l'idea elegante di un cervo.
«Questa sarà la tua ultima notte da vivo...» gli sussurrò prima di togliergli le lenzuola. L'alchimista ebbe solo un sussulto, ma non si svegliò. Erdie guardò quel corpo appena coperto da una camicia chiara, Matteo era molto più muscoloso di lui. Daniele sembrava così delicato, quasi sfuggito da quelle ballate provenzali dell'amor cortese. Ma ciò non le impedì di continuare a vederlo solo come uno strumento.
Un leggero tremolio scosse il ragazzo. I suoi occhi azzurri si aprirono per qualche istante, rimanendo poi socchiusi. Quell'azzurro luminoso e puro sembrava risplendere nel buio.
Si sedette sul letto accanto a lui. Daniele non si accorse di nulla. Fu solo quando lo afferrò per i polsi che l'alchimista si svegliò. Si fronteggiarono per qualche istante, il tempo che lui si capacitasse di chi avesse al di sopra.
Gli occhi color sabbia della vampira lo inchiodavano più di quanto non lo facessero le sue mani.
Il ragazzo cercò di dimenarsi, di liberarsi dal peso della vampira, ma lei era molto più forte.
«Vattene, vampiro! » le urlò addosso. «Sono giorni che continuo a dirti che da me non riceverai alcun aiuto! »
«Oh sono qui per informarti di una cosa. Ti concedo due strade: in una muori, adesso, qui nel tuo letto. E ti assicuro che ucciderti sarebbe una cosa che mi toglierebbe molte soddisfazioni.
«Nell'altra ti regalo la vita eterna, la forza, la libertà dai limiti di un corpo umano. Forza scegli».
Cercando ancora invano di liberarsi e fronteggiando la vampira con occhi sicuri iniziò a riflettere sulla proposta.
Una vita eterna gli avrebbe aperto le porte ad una conoscenza sconfinata, un sapere che non avrebbe mai potuto scoprire restando umano.
«So che vuoi diventare immortale... » gli sussurrò ad un orecchio «Devi solo prestare giuramento dinanzi ai miei fratelli e l'eternità si inginocchierà ai tuoi piedi».
Il ragazzo non rispose, acconsentì con un profondo respiro. Aveva vinto lei. Lentamente il vampiro si chinò sulla sua gola, penetrandola poi con forza.
I canini freddi erano affondati nella carne morbida e calda dell'umano. Quel sangue fresco e puro scorreva nella gola della vampira che continuava ad affondare i suoi denti per dargli orrendi spasmi. Poi il piacere si mescolò al dolore atroce del morso. Era un amalgamarsi di sensazioni estreme che gli procurarono il delirio.
Senza controllo, il respiro del ragazzo iniziò ad accelerare, poco avvezzo ai piaceri della carne. Quando a debolezza rese inerme l'umano, la sua paura fu più forte del piacere. Cercò di allontanare Erdie, ma senza risultati. Gli stava già succhiando via tutta la sua forza. Pochi minuti di vaneggiamento e perse del tutto conoscenza. Non era morto, nel suo corpo circolava ancora abbastanza sangue da mantenerlo in vita per tutto il viaggio.
La vampira si affacciò alla finestra e sorrise verso una gazza appollaiata sul un tronco.
I vampiri potevano mutare il loro corpo in quello di animali e Matteo aveva scelto di essere una gazza.Compreso il segno della sua signora, Matteo spiccò il volo e tornò in forma umana solo quando raggiunse la stanza di suo fratello.
«Mia signora, eccomi».
«Come ti avevo detto, tuo fratello ha ceduto».
Matteo guardò il volto cereo del Daniele e la ferita profonda sulla gola. L'ultima volta che lo aveva visto fu al funerale della loro madre. In quelle settimane dove era diventato un vampiro, non aveva mai fatto ritorno a casa se non per uccidere il loro padre. Tutti lo credevano morto e preferiva che continuassero a pensarlo tale.
Suo fratello non gli era mancato, in vita non si erano parlati mai per troppo tempo e non avevano mai condiviso alcuna passione. Eppure, vedendolo al suolo e con un respiro flebilissimo, gli fece pena. Si chiese se la natura che avrebbero condiviso da lì a poco li avrebbe finalmente uniti.
«Andiamo» gli ordinò la vampira. Senza fiatare Matteo caricò Daniele sulle spalle e lo portò nella stessa carrozza che aveva condotto lui dai Cainiti.
I Cainiti erano il sommo consiglio dei vampiri, composto da dieci elementi. Ogni nuova legge, ogni nascita di un vampiro Nobile, passava prima dal loro giudizio. Nessun vampiro Reale avrebbe potuto mai trasformare un essere umano in immortale senza la loro delibera.
Giunti a Milano, Naram fu sorpreso di rivederla. Erdie era stata da loro pochi mesi prima, chiedendo di poter trasformare Matteo. «Vuoi già rendere immortale qualcun altro? Ti ricordo che i Reali non possono trasformare molti umani. È la legge»
«Sono fratelli gemelli, mi sembrava doveroso che fossero trasformati insieme e in parità di poteri».
Naram sbuffò e non fece altre domande. Erdie rimase impassibile dinanzi a lui cercando di non far trapelare l'odio che provasse. Ma lo odiava, e presto avrebbe avuto il piacere di vederlo diventare cenere.
I Cainiti furono riuniti per la delibera. Le ragioni di Erdie furono accolte e approvate in unanimità. La vampira si sentì triononfante, un pezzo del suo piano era quasi concluso.
Quando Daniele riaprì gli occhi si ritrovò nella basilica. Attorno a lui, seduti sugli spalti, vi erano tante persone. Tutti vampiri. E fra la platea riconobbe anche suo fratello Matteo. Fu uno shock rivederlo dopo aver presenziato al suo funerale, scritto l'elogio sulla sua tomba e commissionato gli ultimi quadri che lo rappresentassero.
Matteo guardava con passività suo fratello. I loro occhi identici si incrociarono e Daniele sembrò quasi chiedergli se fosse giusto tutto quello che stava accadendo. E l'altro semplicemente annuì con il capo. "Adorerai quello che sarai", sembrò dirgli.
La cerimonia per la trasformazione venne celebrata come sempre: Daniele fu affascinato dall'atmosfera e compì i giuramenti di sangue che il rito richiedeva. Terminata quella burocrazia, Erdie lo morse nuovamente, stringendolo a sé quasi con foga. In pochi minuti l'alchimista era suolo, privo di ogni goccia di sangue umano.
Suo fratello guardava la scena impaziente. Anche a lui era stato riservato lo stesso trattamento, lo stesso privilegio di poter assaporare l'antico sangue della vampira.
Erdie si bucò la gola con le unghie e lasciò che il sangue colasse nella bocca del ragazzo inerme. Quel sangue, come una scarica di vita lo rianimò di istinti primordiali. Daniele si attaccò al collo del vampiro e succhiò sangue fino ad impazzire. Con la follia si aggiunse il dolore. Dolore atroce che lo fece gridare come mai aveva fatto nella sua vita.
E morire, svenendo al suolo.Daniele ora faceva parte dei figli della notte. Il suo corpo in fase di trasformazione fu riportato nella stanza della villa, dove solo un giorno prima riposava vivo.
Alla luce della luna il sorriso trionfante di Erdie risplendeva sopra quel volto cereo, abbandonato senza vita sulle coperte perfettamente tirate. Naram aveva appena concesso l'immortalità alla sua condanna a morte.

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✵Fiore d'inverno, cristallo grezzo
VampirosTratto dal libro: "La vista di tutto quel sangue lo sconvolse. Si inginocchiò all'altezza della ragazza, le scrutò gli occhi vuoti, le labbra aride dischiuse e immobili. Si accorse subito che davanti a sé vi era Erdie. «Dov'è Mine? » le domandò sper...