Miraggi

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Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge.
Cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate.

Cesare Pavese, La terra e la morte
(29 ottobre 1945)


~ Miraggi ~


"E brucerò, sì, intorno al fuoco, intorno al fuoco.
E morirò, sì, intorno al fuoco, senza di te."



Hogwarts, 30 giugno 1910

«Professor Silente! Professore!»

La ragazza corre veloce lungo la sponda scoscesa, una scheggia scura nel verde brillante della foresta.

Ti conosce abbastanza bene da sapere dove ti piace rifugiarti, al tramonto, quando senti il bisogno di tranquillità e silenzio. Deve aver raccolto tutto il suo coraggio per convincersi a disturbare la tua passeggiata solitaria.

Ad ovest, sopra l'orizzonte, il sole rosseggia pigro, già pronto a scivolare oltre il profilo grigio delle montagne; un'ombra greve e inesorabile si spande come una macchia d'inchiostro sulla superficie liscia del Lago Nero, rendendo le sue acque immote sempre più torbide, limacciose, infide. Una brezza impalpabile fa stormire le foglie, e reca con sé il profumo denso, stordente quasi, dell'estate appena sbocciata.

«Signorina Kane, cosa ci fai qui? Non mi dire che il banchetto è già finito. Sbaglio o avete una Coppa delle Case fresca di assegnazione da festeggiare?»

«Adelaide.»

La ragazza si morde lentamente il labbro inferiore - un'abitudine che si porta dietro dal primo anno, e che la tradisce nei momenti di forte nervosismo -, sistema alla meno peggio le balze sgualcite della gonna e intanto, sforzandosi di calmare il respiro, ancora irregolare dopo la lunga corsa, ti scruta con malcelata impazienza da sotto le ciglia folte e scure. «Mi chiami Adelaide, per favore. Eravamo d'accordo

Pieghi la bocca in una smorfia ironica, divertito dal tono piccato eppure risoluto della sua voce. Ti guarda negli occhi, diretta, impavida, il mento sollevato, la postura eretta e fiera, le guance nivee adornate da un sottile velo di cipria. Il chiarore soffuso del crepuscolo accende d'ambra le sue iridi brune, liquide, calde e traboccanti di muti segreti - che tali, però, non sono per te. Tu puoi leggere dentro di lei - dentro chiunque - come fosse un libro aperto. Un talento innato del quale, forse, avresti volentieri fatto a meno.

«Ma sì, hai ragione, Adelaide» le concedi, senza fatica in verità, anche se poi aggiungi, più apprensivo di quanto vorresti «Va tutto bene? Devi dirmi qualcosa?»

Sei scorretto, e tuo malgrado te ne rammarichi, perché conosci il motivo che l'ha condotta da te - tanto vicina che ti basterebbe allungare una mano per toccarla -, alla ricerca di risposte che, probabilmente, tu non sei e non sarai mai in grado di darle. In questo momento, lo ammetti, essere un affermato e stimato professore non ti è affatto d'aiuto.

La osservi attentamente, per minuti che appaiono interminabili, ma non c'è alcuna etichetta da rispettare, ora, nessun pudore o inibizione dietro i quali barricarsi; lei merita la tua sincerità, per quanto possibile, e tu non hai intenzione di negargliela. Non del tutto, almeno.

Il tuo sguardo sfiora l'ovale perfetto e il pallido incarnato del suo volto, indugia a lungo sulla chioma sontuosa e corvina, sulla curva esile delle spalle, e infine si posa sopra la figura slanciata ed elegante, squisita e femminile del suo corpo, che nemmeno il taglio austero della divisa ha la presunzione di offuscare e svilire.

GRINDELDORE ~  As my memory rests, but never forgets what I lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora