Specchi

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Tutto è lì. Le migliaia di riflessi
lasciati dal tuo volto tra i crepuscoli
dell'alba e della sera negli specchi
e quelli che continuerà a lasciare.
(Jorge Louis Borges - L'altro, lo stesso)



~ Specchi ~



"We are forever as one in what remains,
you're in my blood from the cradle to the grave.
I don't like to think about the pieces or the cracks
and the breaks that still remain.
If I could breathe, I'd ask you..."





C'è uno specchio, in camera di tua madre.

È antico e massiccio, dono di nozze di una lontana parente. Un drappo scuro e consunto in parte lo copre; quando ti decidi a rimuoverlo, un'impalpabile nuvola di polvere s'innalza nell'aria - del resto, da tempo Kendra faceva a meno del suo aiuto, la mattina, per domare la lunga chioma fulva e sistemarsi il corsetto.

Ti concedi qualche minuto - una breve parentesi di tranquillità - e osservi con attenzione la tua immagine riflessa: ti sembra di essere cambiato, e di molto, negli ultimi mesi, ma non sono certo le spalle più ampie e l'addome tornito a suggerirlo, né le ombre cupe che coronano le palpebre, o la linea affilata e indurita del mento.

Qualcosa si è acceso, nel tuo sguardo, una scintilla nuova e indefinibile e tuttavia vivida, intensa, splendente.

Sorridi. Dalla scollatura della camicia fa capolino una piccola macchia violacea - un altro segno, una prova eloquente.

Un marchio.

«Che fai? Ammiri quanto sei bello?»

Finalmente.

Non ti volti - non è necessario, lui è già dietro di te. I vostri occhi si incontrano, gemme d'ambra, acquamarina e turchese che la superficie imperfetta del vetro non riesce comunque a privare del loro limpido fulgore.

«Tu che dici?»

«Non c'è male, ma sai bene che ti preferisco svestito».

«Herr Grindelwald, così mi fai arrossire».

Ah sì? Ne sei ancora capace? Buono a sapersi.

Non ci contare.

Lo attiri a te e gli rubi un bacio - un bacio avido e profondo, lento e disperato -, poi ti scosti e lo racchiudi fra le braccia, invitandolo a poggiare la schiena contro il tuo petto. Gli mordi il collo, dolcemente, senza smettere un solo istante di bearti della bellezza dei vostri corpi allacciati, replicati nello specchio e anche lì uniti, indivisibili.

Apri gli occhi. Tienili aperti. Guarda, guarda quale immenso miracolo possiamo essere insieme.

Avverti la sua pelle fremere ad un soffio dalla bocca, e il suo richiamo è irresistibile. Gli sfiori con la lingua l'arco sensibile della clavicola, vezzeggiandolo appena - avrai modo, più tardi (tra poco), di restituirgli il favore con il dovuto scrupolo.

«Ci sono vari tipi di specchi magici al mondo», mormora piano, la voce ridotta ad un gorgoglio basso, roco, «specchi creati per dare risposta a qualsiasi domanda, sia che essa riguardi il passato, il presente o il futuro, specchi pervasi da incantesimi tanto potenti e complessi da mostrare a chi li interroga universi sconosciuti, persino inconoscibili, specchi custodi di verità e misteri talmente impenetrabili da essere al di là di ogni umana comprensione».

«Davvero?» sussurri sulle sue labbra, simulando divertito un candido stupore, «Ma non mi dire».

Un sospiro umido gli sfugge - oh, andiamo, stai scherzando? - lo raccogli al volo e immediato il suo sapore ti invade, ti inebria, ti colma la gola di miele bollente.

GRINDELDORE ~  As my memory rests, but never forgets what I lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora