La notte appartiene agli amanti

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A Marta, con infinita gratitudine <3



Brace d'inverno,
I capelli tuoi,
Dove il mio cuore brucia.
(Stephen King - IT)

~ La notte appartiene agli amanti ~



"Take me now, baby, here as I am,
pull me close, try and understand.
Desire is hunger is the fire I breathe,
love is a banquet on which we feed.
Come on now try and understand
the way I feel when I'm in your hands.
Take my hand come undercover,
they can't hurt you now,
can't hurt you now,
can't hurt you now."





Sto arrivando.

La sua voce echeggia limpida nella tua mente, simile al rintocco vibrante di un'antica campana d'argento.

Sorridi tuo malgrado, rilassando i muscoli intorpiditi, mentre osservi distratto le nuvole sopra Godric's Hollow addensarsi e farsi rapidamente più cupe.

La brezza che entra dall'abbaino è fresca e satura di umidità, e lascia presagire l'avvento di un temporale coi fiocchi prima del calar della sera.

Albus si materializza al centro esatto della stanza, coperto da un velo di polvere violacea; avanza verso di te a passi decisi, senza esitare, il portamento spavaldo e fiero, le iridi color oltremare illuminate dal sollievo - dalla gioia? - di essere finalmente qui, accanto a te.

Non dire niente.

Mi dispiace, dovevo...

Non. Dire. Niente.

Ti raggiunge e si accomoda al tuo fianco, nel vano della finestra, limitandosi a sollevare il capo verso l'alto e a fissare con distacco la coltre di nubi che si staglia minacciosa oltre il profilo degli alberi. Fischietta una nenia priva di senso, sul viso un'espressione assorta, imperturbabile, irraggiungibile. In fondo, rifletti, ti conosce davvero troppo, troppo bene, per offendersi sul serio - è una conoscenza intima e reciproca, la vostra, e, del resto, tu pure sai che ora si divertirà a fingere di ripagarti con la medesima indifferenza, almeno per un po'.

Rimanete così, in silenzio, immobili, a guardar svanire nel nulla minuti che appaiono eterni, perdendovi tra i sibili del vento e il fruscio della pioggia che inizia a scrosciare impetuosa sul tetto.

All'improvviso, con un gesto che a te sembra lentissimo - ma è in un battito di ciglia, in realtà, che tutto si consuma - Albus si volta, alza una mano e si impadronisce di una ciocca dei tuoi capelli; li vezzeggia a lungo, sfiorandoli dolcemente e intrecciandoli con cautela fra le dita. È tanto vicino che ne percepisci il calore del corpo e il profumo - profumo di tè, sole e rose bianche -, un sentore talmente vivido e inebriante da non poter in alcun modo resistervi.

Trattieni il fiato, reprimendo a stento un sospiro, perché non c'è altro che delicatezza, nel suo giocare, e meraviglia, e tenero stupore, come se tra le falangi gli fluisse la seta più preziosa, la lana più morbida, l'oro più puro.

Si scosta un poco e scende piano, dalla nuca al collo, ne accarezza calmo l'epidermide sensibile, quasi con devozione, e il tocco bruciante dei suoi polpastrelli invia potenti scariche elettriche al tuo bassoventre. I tuoi pensieri vagano, sconnessi, d'un tratto ricolmi d'immagini nitide, intense, persino violente - immagini di voi, di lui, sotto, sopra e ovunque attorno a te.

Sussulti, pervaso da un'eccitazione immediata, feroce, impossibile da controllare o nascondere. Albus ti afferra per le braccia e ti attira a sé, trascinandoti sul pavimento; si siede e poggia la schiena al muro, le unghie artigliate ai tuoi fianchi, lo sguardo già offuscato, liquido, smarrito nel tuo. Non c'è più spazio per la gentilezza, adesso. I suoi occhi, ardenti come scintille di fuoco, splendono e nel buio ti trafiggono, ti scuoiano, ti risucchiano - parlano, cantano, urlano - io ti voglio, ti voglio, ti voglio -

GRINDELDORE ~  As my memory rests, but never forgets what I lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora