Parsifal

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Tu mi fai sentire come se
ci fosse un posto per me.
(Cassandra Clare - Città di Ossa)

~ Parsifal ~

"I, I know, how I feel when
I'm around you.
I don't know,
how I feel when
I'm around you,
around you."

È steso al tuo fianco, coperto soltanto da un leggero lenzuolo di lino, il bel volto rischiarato da un globo di luce che volteggia placido sopra il letto. Tiene il mento racchiuso in un palmo e gli occhi fissi sui caratteri runici di una pergamena antica, dalla filigrana consunta, quasi impalpabile. Da giorni ormai le gesta di Arthur Pendragon e dei suoi Cavalieri vi levano il sonno: in quell'epoca d'oro di miti e leggende potrebbe celarsi la chiave per dare infine una svolta alle vostre ricerche. Un eroe in particolare ha suscitato in voi un brivido di febbrile eccitazione, e non solo perché Albus porta con fierezza il suo nome. Parsifal ha partecipato alla Cerca del Graal, e durante il suo lungo peregrinare si è imbattuto in luoghi ricolmi di meraviglie e misteri: su tutti, spicca il racconto di un castello nascosto nel folto della foresta, all'interno del quale sarebbero custoditi tesori d'inestimabile valore – lance dalla punta insanguinata, coppe dai poteri miracolosi, pietre in grado di resuscitare i defunti[1].

Siete sulla strada giusta, ne sei convinto.

Il riverbero di uno spicchio di luna, appena visibile oltre i battenti spalancati della finestra, tinge di madreperla il cielo notturno d'inizio agosto. Una brezza vivace ghermisce le tende, sollevandone i lembi sottili, e la stanza già trabocca del profumo lussureggiante della lavanda, della frutta matura e dell'erba tagliata di fresco.

Perfetto. È tutto perfetto.

Eppure.

Albus è sul punto di crollare – è stanco, troppo stanco, terribilmente stanco.

Malgrado non ne faccia alcun cenno, sono le ombre scure intorno alle palpebre, l'epidermide pallida e tirata a parlare – a urlare – per lui.

Vorresti aiutarlo, davvero. Alleggerire (eliminare?), in qualche modo, il peso ingiusto e soffocante che gli grava sulle spalle.

E da quando Gellert Grindelwald si preoccupa tanto di qualcuno che non sia se stesso?

Una vocetta maligna s'insinua strisciando fra i tuoi pensieri. Ti affretti a zittirla, infastidito: da tempo non le dai credito – dal momento in cui, in un luminoso mattino d'estate, Albus è entrato nella tua vita, sconvolgendola.

Perché di lui ti preoccupi – moltissimo, per lui stai in ansia – costantemente.

Non riesci a farne a meno – forse non vuoi –, senti il suo dolore (e la gioia e il piacere e tutto) come fosse il tuo.

Albus è stato la tua prima volta anche in questo e, nel profondo dell'animo, cominci a intuire, a capire: lui è il primo e sarà l'ultimo – l'unico.

Scosti di colpo le lenzuola, scoprendo per intero il suo corpo nudo e rilassato. Ti avvicini e inizi a solleticargli piano le vertebre, una ad una, con lievi pizzichi; Albus sussulta – sogghigni: lo hai colto di sorpresa, ed è raro che capiti –, contrae i muscoli sotto il tocco impertinente delle tue dita – ma ancora non si muove, si ostina a leggere e pare intenzionato a non distogliere l'attenzione dal rotolo aperto davanti a lui. Hai stuzzicato il suo interesse, però. Lo percepisci dal fremito che gli increspa la pelle calda e liscia, invitante e irresistibile. D'improvviso ti alzi e sali a cavalcioni sulla sua schiena, sovrastandolo; per un istante ti immobilizzi e trattieni il fiato, rapito – perso –, ammiri la sua bellezza, l'armonia creata dalla linea che unisce il fine cesello del collo alle scapole eleganti e ai fianchi stretti, affilati, persino ruvidi mentre sfregano contro l'incavo bollente delle tue cosce. Ti distendi, totalmente, lo avvolgi e lo rivesti – di te, di voi –, aderisci a lui in ogni parte, in ogni curva e asperità, angolo e anfratto. Opposti e complementari – nella carne nella mente nel cuore – sempre.

GRINDELDORE ~  As my memory rests, but never forgets what I lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora