Non dire una parola che non sia d'amore (resta)

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La notte non comunica con il giorno.
Ci brucia dentro.
(Mathias Enard – Parlami di battaglie, di re e di elefanti)


~ Non dire una parola che non sia d'amore ~

(resta)


"Lasciami qui, lasciami stare, lasciami così,
non dire una parola che non sia d'amore."[1]

Sì è addormentato al tuo fianco, all'improvviso, le labbra leggermente socchiuse e i capelli biondi sparsi ovunque sul cuscino.

È un'ombra eterea, Gellert, una presenza ambigua, sfuggente (a volte, non sempre), e tuttavia il suo corpo, lo senti, vibra quando gli sei accanto, si accende, entra in perfetta armonia con il tuo – fasci di nervi guizzanti e vitali, energie furibonde che corrono sotto la pelle – Gellert brucia, consuma. È meraviglia e tempesta.

(Ha fame di vita, di carne e di sangue – come te.)

La candela che tremola nel buio pennella d'oro le sue ciglia folte, lunghissime; la luce cade come polvere di stelle sopra gli zigomi pallidi, s'infrange docilmente contro la linea affilata ed elegante della mandibola, si disperde sui palmi aperti – falangi sottili a trattenere sul petto una pergamena antica e vergata d'inchiostro opaco, ormai stinto, a malapena visibile, quasi indecifrabile (non per voi). Il suo volto è bianco e liscio e incantevole – non resisti (nemmeno ci provi) e gli sfiori con dolcezza la curva morbida della guancia; ti soffermi un poco, ammaliato, e poi scendi, rovini, precipiti, fino a lambire l'incavo del collo – la sua bella gola tiepida e profumata, lasciata scoperta da un paio di bottoni slacciati – benedetti. Risali adagio, di nuovo, tracci percorsi immaginari lungo il suo profilo, accarezzi l'arco definito delle sopracciglia e intanto, con la bocca piegata in un sorriso intenerito, gli scosti dalla fronte un ciuffo ribelle – lo vezzeggi, lo attorcigli intorno alle dita, lo sistemi delicatamente dietro l'orecchio (non svegliarti, bredhu – svegliati, ti prego). Alla fine, sospirando appena, ti sollevi e cerchi tuo malgrado di abbandonare il calore di un letto troppo piccolo perché due ragazzi possano dormirci... Come? Vicini? Inopportunamente stretti?

(Cuori e anime e respiri sovrapposti, confusi insieme, mescolati.)

Staresti bene ugualmente, lo sai, saresti felice di dormire con lui addosso, per tutta la notte, per tutte le notti a venire – non una ma cento, mille, infinite notti.

(Ogni notte della tua vita – e anche oltre, anche di più. Se solo...)

Scuoti la testa, rassegnato: la verità è che non lo vuoi disturbare – forse non è tempo, forse non è il momento, forse non lo sarà mai – preferisci che riposi tranquillo (è meglio così, davvero – davvero?) e allora ti alzi, senza che alcun rumore accompagni la goffa cautela dei tuoi movimenti; allontani le coperte e non puoi fare a meno di rabbrividire nell'attimo in cui torni a poggiare i piedi sopra le mattonelle fredde dell'impiantito.

Una mano emerge dall'oscurità e ti afferra con decisione il polso.

Una parola, una soltanto, a dissolvere il silenzio immobile che vi circonda.

(Non dire una parola che non sia d'amore.)

«Resta».

Chiudi gli occhi e in un istante il mondo scompare.



"Per me, per la mia vita che
è tutto quello che ho,
è tutto quello che io ho
e non è ancora
finita."



{Words Count: 447}


[1] Preciso che ho inteso l'espressione "lasciami stare" nel senso di "lasciami restare", in questo modo si lega meglio al senso della storia.

Questa storia partecipa a "A una parola da te - Challenge" indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp

Prompt 14: "resta"




Nota:

Buon pomeriggio a tutt* ♥

Niente, mi è capitata sotto gli occhi la challenge e questo è quello che è venuto fuori. Non è molto, ma visto il periodo per me è già un mezzo miracolo. Ci sono altri prompt interessanti, ma non so se combinerò ancora qualcosa.

Intanto, se avete voglia, fatemi sapere cosa ne pensate di questo piccolo racconto ^^

Soundtrack (gentilmente suggerita da Euridice100): Annarella, CCCP (fedeli alla linea – lo aggiungo perché secondo me ci tengono).

Grazie come sempre a chi leggerà – anche silenziosamente –, e a chi voteràcommenterà o inserirà questa raccolta in uno dei suoi elenchi di lettura.

Alla prossima!

Questa raccolta fa parte della serie "We were closer than brothers" insieme a: "Meet me after dark again", "Fear the fever", "Quando viene dicembre", "He's more myself than I am", "Vivamus, mea Lesbia..." e "Come il vento dell'alba", tutte pubblicate sia su EFP che qui su Wattpad.

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GRINDELDORE ~  As my memory rests, but never forgets what I lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora