Posso solo sederti accanto e piangere con te,
mentre ci domandiamo per l'ennesima volta:
perché è così?
(David Grossman - Che tu sia per me il coltello)~ Come la neve sui prati bianchi ~
"Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti,
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.
Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani,
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.
Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera,
e i volti sembrano teschi di cera."Aria.
Ti manca l'aria.
Sono rabbiosi, i suoi baci, rabbiosi e disperati mentre ti travolge, scosso da una smania febbrile, e come una furia ti cade addosso, ti inchioda al letto, ti schiaccia sui cuscini con tutto il peso del suo corpo.
Le lenzuola sprigionano un tenue sentore aromatico, sono fredde e sfregano ruvide contro la schiena, ma tu a malapena te ne accorgi - in verità, nemmeno t'importa, occupato come sei a reagire ai suoi assalti, a farti largo coi denti e la lingua dentro la sua bocca, per strappargli alla gola un ansito caldo, uno scampolo d'ossigeno misero, sì, e tuttavia necessario.
Non è per questo che sei qui, Grindelwald?
Cosa vuoi sentirti dire, Professore?
Ha i capelli incrostati di neve, e sulle guance livide i solchi scavati dal gelo e dalle lacrime non accennano a scomparire.
È così che lo hai trovato - quante ore sono passate? Non ne hai tenuto il conto -, una macchia scura e confusa fra le ombre oblique dei cipressi, lo sguardo smarrito nel vuoto, le dita poggiate sopra una lapide bianca, a tracciare i contorni taglienti di un nome – di quel nome, il solo che, nonostante gli anni trascorsi, ancora non riesce a pronunciare.
Emanava dolore, Albus, e crudo rimpianto, e senso di colpa, un gorgo di emozioni tanto intense e distruttive da costringerti a ritrarre la mente, a erigere una barriera tra te e il suo cuore spezzato, ripiegato su sé stesso, che sembrava bruciare e consumarsi nell'oscurità tetra del crepuscolo.
In lontananza, un coro di voci argentine, attutito dalla nebbia e dal sibilo basso del vento, annunciava la nascita del Salvatore - il loro Salvatore, figlio di un Dio estraneo, incomprensibile, tirannico, mai riconosciuto o accettato, e spesso persino deriso.
Anche se.
«Non ti tormentare, ovunque lei sia, ora, sta bene».
«È sepolta sotto un metro di terra ghiacciata, Gellert, come può stare bene?»
Si è voltato di scatto e ti ha lanciato un'occhiata di fuoco, terribile e straziata - un pugnale, conficcato dritto in mezzo alle scapole, ti avrebbe fatto meno male che essere costretto a guardare (affrontare) il suo volto pallido e incavato, spento, vacuo, simile a un teschio scarnificato e distorto dalla luce morente di un cupo tramonto d'inverno.
Per un istante hai temuto che fosse sul punto di esplodere e schiantarti - ucciderti - lì, sopra la tomba della madre e della sorella - ci hai sperato, quasi. Farla finita, insieme. Battervi, scannarvi l'un l'altro fino a ridurvi a un cumulo di brandelli inceneriti e dispersi nella tormenta. Forse, ammetti tuo malgrado, forse sarebbe stato meglio, per entrambi - per tutti -, rassegnarsi una buona volta e rimettersi alla volontà di un destino, il vostro, comunque già scritto, ineluttabile.
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GRINDELDORE ~ As my memory rests, but never forgets what I lost
Fiksi PenggemarWe were closer than brothers #8 {AlbusxGellert; RACCOLTA di One-shot\Drabble\Flashfic} [Soulmates!AU] ‼️ATTENZIONE‼️se avete già letto "Eternity", "Vide cor tuum" e "Mio blu" passate direttamente ai cap. 8\9\10 (Vorrei cantare il canto delle tue ma...