Jade

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Non é detto che potesse essere brutto...Insomma, alla fine delle lezioni mi devo recare al loro dormitorio e obbedire ad ogni ordine. Che cosa può andare male?

Lo capisco appena metto piede dentro.

La ragazza di colore mi sta aspettando sulle scale con un sorriso diabolico sul volto, dietro di lei altre due.

-Sei arrivato! Dinah, chiama le altre.

La ragazza con ciocche bionde sale di sopra, mentre le due rimaste mi indicano di andare nel soggiorno, dove mi metto a sedere in attesa della mia tortura. In un attimo mi ritrovo tutte e nove le ragazze e la mia preferita che mi sorride.

-Bene, ti presento tutte le ragazze.-dice-Io sono Normani. Loro sono Lauren, Dinah Jane, la nostra sexy Jesy, Leigh Anne, Perrie il nostro angelo, le puccole Camila e Allyson, sono le più piccole del nostro gruppo. E lei é...

-Già ci conosciamo.-la ferma

Cosa? grido dentro di me. Non mi ricordo il suo nome e ho bisogno di sentirlo dire, ma credo che non sia il caso che io lo dica perché potrei peggiorare la mia situazione e quindi sto zitto.

-Che cosa devo fare?-chiedo

-Credo che possa iniziare con il fare il nostro bucato.-dice quella che si chiama Lauren.-Ho finito la biancheria pulita.

-Anche io.-concordano tutte.

-Vieni, ti faccio vedere dove sta la lavanderia.-dice Camila e mi fa segno di seguirla e subito sono dietro di lei.

Saliamo al piano di sopra, fino alla porta infondo al corridoio. La lavanderia era buia, c'è solo un tavolo, una lavatrice e un'asciugatrice, tutto chiuso con dei cesti pieni sopra.

-Buon lavoro.-mi dice sorridendo e poi sparisce, lasciandomi da solo.

Mi metto subito a lavoro. Essendo solo tre ragazzi in casa, abbiamo dovuto imparare a fare  tutto da soli, dalla cucina alle pulizie. Ma quando mi ritrovo tra le mani un tanga, mi chiedo quanto durerà questa punizione.

Faccio partire il primo ciclo di lavatrice, controllo cosa ci sia dentro l'asciugatrice e trovo alcuni vestiti. Li tiro fuori e inizio a piegarli. Non devo anche sistemarli nelle loro stanze, vero?

Sento dei passi che mi distraggono e la vedo entrare sorridendo.

-Tutto bene?

-Si, non mi lamento.

-Sono state gentili, oggi.-dice avvicinandosi

-Davvero?

-Qualcosa non va?

-Niente, perché?

-Non sembri molto a tuo agio. Mai fatto la lavatrice?

-In casa siamo tre ragazzi, e dobbiamo sopravvivere. Non é la prima volta che faccio un lavoro simile.

-Tu non ti ricordi il mio nome.-dice di colpo facendomi sudare.

-Cosa te lo fa pensare?-le chiedo

-I tuoi occhi.

Adesso che faccio? Nego tutto con il rischio che le cose peggiorino o dico la verità e le chiedo quale é il suo nome?

-Ero molto ubriaco e mi sono ricordato da poco che ho rischiato di essere arrestato per atti osceni in luogo pubblico e per aggressione ad un poliziotto. Ma non mi sembrava carino venire da te e dirti che non mi ricordavo il tuo nome.

-Hai ragione. Ma non me la sarei presa. Nemmeno io mi ricordo il tuo nome.

-Davvero?

-Si. Me lo vuoi dire?

Sorrido, felice di non essere il solo. Non mi devo sentire in colpa.

-Mi chiamo Christopher. Il tuo?

-Mi chiamo Jade.

Mirada TentadoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora