23. Stupidi aggeggi babbani

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In un certo senso bisogna ringraziare le Doxy che, con il loro avvelenamento leggero, avevano fatto tornare il rapporto tra Severus e Symphony come quello che avevano durante la scuola, poco prima del loro diploma.

Inutile dire che non fu una cosa immediata, ottenuta con uno schiocco di dita (o con un incantesimo). Ci fu tanto, ma tanto lavoro fatto di fiducia, pazienza, affetto. Poi, con il tempo, era tornato anche l'amore.

Ovviamente sia Symph che Severus erano determinati a non lasciar trapelare nulla ai loro studenti: l'ultima cosa che desideravano era che si parlasse di loro tra i corridoi del castello. Così di giorno si davano del lei, mantenendo un atteggiamento molto professionale mentre la sera -dopo cena- veniva fuori la vera coppia. 

Quando erano insieme spesso passavano la serata coricati sul divano delle stanze di Symph a parlare davanti al fuoco, leggevano insieme qualche libro o giornale o ancora, se il desiderio era tanto, si concedevano una notte di amore tutta per loro.

Passò così, come un fulmine, più di un anno. Anzi, ne passarono ben tre.

Era ormai il 1986: il famoso Harry Potter, che viveva con una famiglia babbana, aveva già sei anni e ne mancavano solo cinque al suo primo anno a Hogwarts. Da quando aveva (inconsciamente) sconfitto Voldemort era diventato così famoso che non c'era bambino al mondo che non conosceva il suo nome.

Severus e Symphony erano alle prese con i preparativi degli esami di fine anno, dei G.U.F.O e dei M.A.G.O e quindi le loro scrivanie era stracolme di fogli, pergamene e libri (quella di Severus un po' di più perché Pozioni era sia teorico e pratico). Ma questo non impedì ai due di continuare a vedersi per delle piacevoli letture insieme o anche discutere di mille argomenti.

In particolare una notte di marzo, dopo una giornata estenuante passata per lo più con gli studenti, i due avevano bisogno l'uno dell'altro in un modo più passionale del solito: il tutto cominciò con abbracci e baci innocenti, seguiti poi da carezze altrettanto gentili. Eventualmente l'atmosfera si scaldò e poi, infine, si lasciarono andare sul letto, abbracciati l'uno all'altro, con i vestiti abbandonati chissà dove nella stanza e con la sola luce del fuoco a illuminare l'amplesso.

Quando Severus e Symph facevano l'amore non era un semplice compiacimento di bisogni fisici: entrava in gioco un livello più emotivo e delicato, fatto di rispetto e amore puro l'uno per l'altro. E in quella notte di marzo avevano entrambe un disperato bisogno di sentire le mani dell'altro sul proprio corpo e di amarsi. E così fu.

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«Prima che andiate via, cari ragazzi, vorrei che mi portaste una pergamena sull'importanza del Consiglio dei Maghi nel medioevo»

E la campana della torre dell'orologio scoccò l'ora. A quel segnale Symphony salutò la classe e questa, con allegria, ricambiò il saluto. Quando l'aula si svuotò, la professoressa cominciò a sistemarla: cancellò la lavagna, sistemò i banchi e le sedie e riordinò i libri, il tutto con semplici e fluidi colpi di bacchetta.

A lavoro terminato, Symphony sospirò soddisfatta. Ora la sua classe era uno splendore. A differenza di molti suoi colleghi che, per segnare il tempo, usavano delle clessidre o degli orologi a pendolo, Symphony usava un altro gioiellino regalato dalla storia: un orologio a candela.

Questo genere di orologio (costituito da una struttura metallica che permetteva alla candela di stare in piedi e di misurare lo scorrere del tempo attraverso delle tacchette metalliche) non lo usava quasi più nessuno ma Symphony adorava questi oggetti. Un po' dimenticati, un po' oscurati da versioni più moderne.

Un amore verde e argento #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora