29. Boccino

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(a/n: le parti di testo in font diverso sono presi da "Harry Potter e la Pietra Filosofale")

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La giornata Di Symphony cominciava abbastanza presto, intorno alle sei del mattino. Per prima cosa si lavava, si pettinava e si sceglieva il vestito del giorno (se avesse avuto o meno avuto ospiti per conto di Rigel).

Subito dopo si occupava della sua stanza -evitava sempre di chiedere aiuto agli elfi domestici- e poi scendeva a fare colazione. Intanto si erano fatte, più o meno, le sette della mattina ed era ora di far alzare Hershel. 

Hershel riceveva una prima educazione privata lì a Durvengan (grazie ai tutor messi a disposizione da Rigel). Gli insegnanti erano quattro: di Incantesimi, Trasfigurazione, Pozioni e Difesa contro le Arti Oscure. Non c'era niente di pratico nelle lezioni di Hershel (tranne in pozioni) dato che non aveva ancora una bacchetta.

Come ogni mattina, le sue lezioni sarebbero cominciate alle 8:30 con una pausa per il pranzo, dal lunedì al venerdì. Così Symphony andò a svegliare il figlio, che aveva una sua piccola cameretta accanto alla sua.

«È ora di alzarsi, caro» e Symphony aprì le pesanti tende che coprivano la finestra. Essendo una giornata nuvolosa non entrava molta luce in cameretta ma era sufficiente per infastidire Hershel, tanto che si avvolse nelle coperte e si girò dall'altra parte.

«Cinque minuti...» si lamentò lui assonnato.

«Tra cinque minuti la colazione non sarà più sul tavolo, se non ti alzi»

Hershel era un dormiglione. Ogni giorno Symphony doveva trovarsi una scusa diversa per farlo alzare dal letto ma lei non si arrabbiava mai.

Dopo aver fatto fare colazione a Hershel e averlo vestito, era il momento per Symphony di accogliere i tutori della giornata. La prima era la signora Aubree King di Incantesimi, poi sarebbe stato il turno del signor Jason Jones di Trasfigurazione. Quella sarebbe stata una giornata piena sia per Symphony che per Hershel.

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«Cartolina...»

«Volantino...»

«Lettera...» su di essa Symphony si fermò un attimo. Non era né per lei, né per Rigel o le sue figlie. Al contrario, era per Hershel. «Harry che scrive a Hershel?»

La verità è che dal loro primo incontro a King's Cross, Hershel ed Harry avevano fatto amicizia. Malgrado la differenza di età (si passavano sei anni, in fondo) Hershel è riuscito a farsi amico Harry al punto tale da scambiarsi gli indirizzi per spedirsi le lettere via gufo. Ecco dove spariva spesso e volentieri, pensò subito Symphony.

Lei aspettò la fine dell'ultima lezione del giorno di Hershel per consegnargli la lettera. «Tesoro, Harry ti ha scritto una lettera»

A quelle parole Hershel fece un ampio sorriso. Da quando lo aveva riconosciuto alla stazione per Hogwarts, Hershel cercò di farci amicizia. Non era molto bravo a socializzare ma con Harry sembrò funzionare e durante il viaggio da King's Cross a Hogwarts ebbero modo di legare e conoscersi meglio.

Hershel si affrettò ad aprire la lettera e a leggerla. In pochi minuti il viso del bambino si fece raggainte.

«Mamma! Harry ci chiede di andarlo a vedere alla sua prima partita di Quidditch!»

«Quidditch? Ma Harry ha undici anni...possibile che Minerva...» rispose Symphony pensierosa.

«Dai mamma, andiamoci! Per favore» aggiunse Hershel cercando di fare i migliori occhietti da cerbiatto.

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