19. Incubo

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Superato il nervosismo iniziale, l'anno, per gli studenti di Storia della Magia, non cominciò poi così male. Inizialmente, non sapendo come gestire le lezioni, Symph imitava molto il vecchio metodo del professor Ruf. E quindi risultavano lunghe e molto noiose.

Poi, una volta ambientata, Symphony usò una sua tecnica personale, apparentemente banale ma efficace secondo il suo punto di vista: faceva interagire i ragazzi. Chiedeva loro le cose, creava progetti e gruppi studio. E agli studenti sembrava piacere.

Dopo quell'episodio alla Cerimonia di Smistamento, Symph e Severus non si incontravano molto spesso, visto che Storia e Pozioni erano svolte in due capi opposti del castello.

Symph passava la maggior parte del tempo in classe, quella al primo piano. L'aula non era molto grande: di forma perfettamente quadrata, essa contava quattro file di banchi in legno, che scendevano fino in fondo dell'Aula. La parete di sinistra era occupata da dipinti raffiguranti avvenimenti o personaggi storici importanti; sul lato opposto quattro grandi vetrate regalavano una bella visuale del Lago nero. La cattedra si trovava in fondo, nella parte opposta rispetto alla porta d'entrata, su un pavimento di pietra sopraelevato. La parete alle sue spalle era occupata da una grande libreria piena di volumi, vetrinette e clessidre.

Quando Symph non aveva lezione il professor Ruf si univa a lei nella correzione dei compiti degli studenti e ogni tanto non poteva fare a meno di ricordare qualche episodio di quando era vivo, giocherellando con gli occhiali a mezzaluna che teneva sul naso.

Nel frattempo Severus passava la maggior parte delle sue giornate nei sotterranei o nella Foresta Proibita in cerca di ingredienti. Nonostante si vedessero poco, Symph e Severus avevano dei momenti insieme. Che si trattasse di preparare una pozione o cercare del materiale per la lezione di Storia di Symph, passavano ugualmente del tempo insieme. Non tornarono ai livelli di intimità che avevano da ragazzi ma si riavvicinarono un po', nonostante Symph, nel profondo, desiderava tornare a come quando erano studenti.

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Era fine novembre e già si cominciava a parlare delle vacanze di Natale. Gli alberi ormai avevano perso tutte le loro foglie, il cielo era quasi sempre scuro e tirava spesso vento gelido. Ottobre e Novembre erano stati molto pieni per Symph dato che alcuni ragazzi avevano trovato delle difficoltà e aveva deciso di organizzare delle lezioni di recupero pomeridiane e spesso tornava in camera davvero sfinita.

Verso mezzanotte Symph si trovava nella sua camera ancora sveglia. Silente le aveva dato il permesso di arredare la sua stanza come più le piaceva anche se lei non aveva apportato molte modifiche. La camera era ampia e un po' fredda: sia i muri che il soffitto erano in pietra ma Symph li aveva coperti di stendardi e arazzi nel tentativo di riscaldarla.

Appena si entrava, sulla destra, si aveva subito il letto con un grosso baldacchino in legno e lenzuola gialle; poco più in là, verso il centro della stanza, Symph fece mettere un piccolo angolo salotto con poltrone e un tavolino basso, così poteva lavorare anche in camera. Questo angolo salotto era posto di fronte a un grande camino quadrato, tenuto quasi sempre acceso così da illuminare e scaldare l'ambiente.

Lei stava seduta su una delle poltrone davanti al caminetto a leggere un libro di Storia di Bathilda Bath per rilassarsi dalla lunga giornata e non si era resa conto che fosse così tardi. Era così presa dalla lettura che si spaventò quando l'orologio della torre del castello suonò la mezzanotte, così decise di mettere da parte il libro, farsi un bagno caldo e andare a letto. Dopo circa una mezz'ora finalmente era tra le coperte. Si arricciò tra le lenzuola e cadde quasi immediatamente in un sonno profondo.

Un amore verde e argento #ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora