Sospetto

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Seokjin's POV

Quel giorno era iniziato da schifo, fortunatamente avevo qualcuno su cui 'sfogarmi'. Mi divertiva vedere quel ragazzo mingherlino, che lavorava al bar, innervosirsi ad ogni mia provocazione. Namjoon non lo faceva mai, era sempre così calmo e pacato. A volte succedeva persino il contrario: con il suo essere così educato e tranquillo mi rendeva nervoso. Quella mattina però sembrava esserci una novità allettante. Dopo essere andato in bagno tornai al bancone e vidi il barista parlare sottovoce, apparentemente, con l'aria.
Un piccolo sorriso si formò sul mio volto,compresi benissimo cosa stava succedendo.

Sapevo perfettamente che ci fosse qualcun'altro vicino a lui, qualcuno che si celava agli sguardi di tutti tranne i suoi. Purtroppo non poteva sfuggire a me e dopo aver stuzzicato un'altro po' quel povero ragazzo lo vidi entrare nella cucina. Mi sedetti al tavolo e Namjoon mi sorrise.

"Stavo pensando.. Domani abbiamo il giorno libero, che ne dici di andare a fare un giro?"

Cercava sempre di essere così gentile con me, così premuroso. Il nostro primo incontro lui lo considerava casuale, era il mio primo giorno di lavoro nell'azienda di suo padre e lui era lì per imparare il mestiere. Non lo dava a vedere ma i suoi genitori comandavano la sua vita come fosse una marionetta, ovviamente io lo sapevo, sapevo tutto di lui. Prima o poi quel ragazzo sarebbe scoppiato, e io non aspettavo altro.

"Hmm.. Perché no"

Solitamente facevo il difficile ma quel giorno non mi sentivo tanto in forma perciò accettai subito. La mia attenzione andò sul mingherlino che era tornato dalla cucina e ci stava guardando, tuttavia non era l'unico sguardo concentrato su di noi, anche se ero l'unico a vederlo.
Lasciammo il bar dopo 10 minuti, mi aveva divertito molto la scena di quella ragazza per terra fra i cocci di vetro, invece Namjoon sembrò strano..non si era mai spinto al punto tale da darmi una gomitata per zittirmi, non che mi dispiacesse anzi la situazione andava a mio favore.

"Hyung, non dovresti parlare così alle persone.."

Sentii la preoccupazione nel suo tono di voce nonostante mi stesse rimproverando. Ruotai gli occhi per le sue parole, povero Namjoon, non sapeva come girava veramente il mondo. Non dissi neanche una parola dando l'impressione di essere offeso e ben presto lo sentii sbuffare, solo allora mi chiese scusa con un filo di voce. Pensava che fossi davvero offeso per la gomitata di prima, tenero.

"Allora quando arriva il tuo amico?"
Quel giorno mi doveva presentare qualcuno che sembrava essergli molto vicino. Non mi diede molti dettagli ma mi fece subito comprendere che avrei dovuto fronteggiare una palla di energia e vivacità.
Non stavo nella pelle... Ironicamente, ovvio.

"Dovrebbe essere qui a momenti, mi ha scritto 10 minuti fa"
Lo vidi controllare lo schermo del cellulare più volte aspettando un segno di vita dal suo amichetto, se non sbaglio, chiamato Hoseok.
Pochi minuti dopo una chioma rossa ci corse incontro e salutò Namjoon con un sorriso che andava da una guancia all'altra. Si presentava esattamente come me lo ero immaginato, troppo esuberante e rumoroso.

"Namjoon-ah! Da quanto tempo!"

Solo in un secondo momento si accorse della mia presenza e mi salutò anche se con meno enfasi.
"Hoseok ti presento Seokjin, lavora nella ditta di mio padre"
Le presentazioni erano il mio forte. Mi mostravo elegante, educato e se vogliamo anche gentile, è così che si confonde una preda.
La chioma rossa ascoltò namjoon mentre parlava di come ci eravamo conosciuti e intanto proferiva parola raccontando le sue esperienze all'estero. Era stato fuori per circa un anno per completare gli studi, però era riuscito a rimanere in contatto con Namjoon nonostante l'elevata distanza.

My Angel // Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora