Ferite

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Varcai la soglia di casa verso le otto di sera quel giorno. Il capo mi aveva chiesto di coprire un collega perciò mi ero dovuto trattenere per un ora in più. Almeno uscivo alla stesso orario di Chiyong e avevo l'opportunità mettere in pratica un'idea su cui rimurginavo da un pò.
Non ero proprio un tipo romantico e non ero in grado di scegliere un buon ristorante tuttavia lei mi aveva rivelato di voler assolutamente provare la mia cucina. Ero un genio.

Gliene avevo parlato il giorno prima e mi era sembrata molto entusiasta, certo forse portarla a casa mia non era proprio la scelta giusta ma non sembrò essere infastidita.
Rimaneva un solo ostacolo: Jimin.
A quel batuffolo biondo non sembrava andare molto a genio la mia collega, si capiva da tutte le volte che roteava gli occhi al solo nominarla, insomma lui aveva un bel caratterino.
Sapevo che non gli sarebbe scesa la cosa però ancora una volta lasciai correre e cercai di tranquillizzarmi.
Quel giorno Jimin aveva avuto l'appuntamento con Hoseok e l'assenza di messaggi presagiva che fosse ancora con lui a quell'ora.
Speravo si fosse divertito eppure una parte di me sembrava infastida quando immaginavo i due assieme.
Non sapevo spiegarne il motivo perciò non badai ad una tale sciocchezza.

Una volta cambiato in abiti più eleganti uscii dall'ufficio, lei mi aspettava all'uscita e al solo vedermi un dolce sorriso apparve sul suo volto. Sarebbe andato tutto bene, doveva andare bene. Non possedevo una macchina e mi scusai per l'inconveniente ma ci godemmo quella camminata che alla fine non costituì un tale problema.

Il momento in cui varcammo la soglia di casa, lì iniziarono i guai.
Jimin era davanti alla porta, sembrava felice di vedermi, però mi aveva accolto con un sorriso così triste che mi pentii immediatamente delle mie azioni. Avevo parlato a Chiyong e ovviamente per lui non ci sarebbero stato problemi se lui fosse stato presente ma la cosa non sembrava reciproca.
L'espressione gentile di Jimin mutò prima da sorpresa poi ad irritata e mi guardava cercando spiegazioni od una possibile scusa per giustificare la presenza di quella ragazza.
"Jimin, lei è Chiyong.."
Lo dissi a bassa voce come se davanti a me ci fosse un leone pronto a divorarmi al primo errore.
Ci fu un attimo di silenzio poi lei salutò il biondino, saluto ricambiato con il più falso dei sorrisi.

Deglutii setendo un groppo alla gola e parlai più forte per distogliere l'imbarazzo di entrambi in quella situazione. "Allora mettiti comoda, ho in mente qualcosa di speciale da preparare!" ci scambiammo dei sorrisi e ringraziai l'internet per tutte quelle ricette originali, altrimenti avrei optato per dei noodles istantanei.
Non rimasero da soli, lei voleva a tutti i costi aiutarmi forse proprio per allontanarsi dal ragazzo che non le sembrava sociale come lo avevo descritto. Giustificai il suo comportamento con la stanchezza e ci divertimmo a creare macelli in cucina.

Il secondo errore ci fu a tavola, jimin mangiava in silenzio mentre noi due parlavamo come nostro solito. Ogni tanto Chiyong provava ad avere una conversazione con lui ma ciò che ne otteneva erano poche parole.
Questo suo comportamento mi fece molto arrabbiare, potevo capire che non gradisse la sua presenza ma poteva almeno sforzarsi un pò.
Pensavo di averlo fallito ma all'ultimo momento mentre l'accompagnavo alla porta ci fu il terzo errore.
Mi baciò sulle labbra velocemente come segno di ringraziamento, ero così sorpreso che spalancai gli occhi facendola ridere di gusto.
Jimin ci guardava impassibile e salutò la mia ospite solo con un cenno di mano prima di tentare la fuga.

Uscii dalla mia trance appena in tempo per afferrarlo dal braccio, non sarebbe scappato a quel confronto, al costo di litigare. Non mi guardò neanche in faccia, fissava il pavimento sentendosi piccolo.
I suoi occhi erano un pò lucidi ma lo presi come un atteggiamento infantile, come un modo per sfuggire alle mie ramanzine perciò non allentai la presa. E questo fu il mio quarto errore.

"Mi spieghi che cosa ti è preso?!"
Sbuffò sentendo il mio tono irritato, come se fosse troppo prevedibile.
"E a te invece? Perché l'hai invitata qui senza dirmelo?!"
"Pensavo non fossi in casa!"
"Avresti potuto almeno avvisarmi non credi?!" ci scambiavano occhiate infuriate ma i suoi occhi lucidi lo tradivano, non gli piaceva quando alzavo la voce. Mi passai la mano nei capelli per l'agitazione e iniziai a camminare in giro per la stanza.
"E questa ti sembra una ragione plausibile per comportarti in quel modo?!" mi avvicinai a lui e vidi il suo coraggio scendere con i secondi.
"Si mi sembra normale che sia nervoso quando inviti qualcuno a casa nostra senza dirmelo!".

"Casa nostra?! Questa è casa mia, Jimin, casa Mia! Tu sei piombato da chissà dove pretendendo il mio aiuto per trovare quel tuo amore del cazzo!"
Jimin tremava, gli stavo urlando in faccia parole pesanti che mai avrei sognato di dire ad una persona buona come lui. Qui ci fu lo scacco matto.
"Per tua informazione io non ho bisogno di te! Non hai fatto altro che pensare a te stesso e adesso pretendi?
Torna dal tuo Hoseok, che è meglio non vederti.."

Non era vero, non era vero, non era vero! Ogni singola parte del mio cervello mi gridava di smetterla ma la voce era più forte e così vidi la piccola figura di Jimin cadere a pezzi.
Rimase in silenzio, l'unico rumore era il suo respiro pesante e delle lacrime salate si stavano formando all'angolo dei suoi occhi scuri.
Mi girai per non guardare quella scena e per tornare in camera mia ma il rumore della porta d'ingresso sbattere mi fece voltare, come se sperasse che davvero non fosse uscito.
Mi faceva male la testa, riparare al danno sarebbe stato inutile al momento, forse era davvero più al sicuro nelle braccia di Hoseok.
Forse io non ero in grado di proteggerlo.. Ma solo di ferirlo.

Mi distesi sul letto con quei pensieri e fissai il soffitto, solo allora mi venne in mente il sorriso triste stampato sul suo volto. Quel sorriso che appena entrato mi colse in pieno e che mi aveva fatti sentire così in colpa.
Cosa era successo? Lui sembrava così contento di vedermi eppure non gli avevo neanche chiesto il perché di quell'aria affranta, ero stato un egoista. Avevo davvero messo da parte una persona così importante per me, solo per una cottarella da prima elementare?.
Volevo alzarmi e corrergli dietro, cavoli mettermi persino contro Hoseok e Taehyung se fosse stato necessario. Io volevo solo stringerlo e scusarmi ma ormai era troppo tardi.
Se lo avessi raggiunto subito dopo tali ferite, mi avrebbe solo ripudiato, dovevo lasciarlo stare con le persone che gli potevano solo recare bene.

Ma davvero io non ero di farlo?
Se così fosse stato, allora mi sarei definito un mostro.

My Angel // Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora