Sangue

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Taehyung's POV

"Io sono un angelo Hobi"

La tensione era scesa come un vento gelido fra le mura di quel stanza e mentre Jimin teneva salda la mano di Yoongi, io non staccavo lo sguardo da Hoseok. Aveva una faccia confusa, incredula alle parole appena sentite.
Dopo attimi di silenzio riuscii a sciogliere il nodo in gola e continuare.
"Ero,ero un angelo.. Per l'esattezza"
Sentivo lo sguardo carico di pietà di Jimin ma tanto valeva dire le cose per come stavano.

"Tae.. Cosa?"
"È la verità..tu l'hai chiesta"
"È una specie di scherzo?"
"No" guardai yoongi supplicandolo di lasciarmi parlare ma forse non era proprio una cattiva scelta. Lui era una persona seria e non avrebbe fatto una sciocchezza del genere per uno stupido scherzo. Fu anche grazie a lui se Hoseok iniziò a crederci.
"Quindi voi mi state dicendo che ho vissuto tutto questo tempo con un ex-angelo in casa?"
"Scusami Hoseok,per averti mentito.."
"No non è quello, è solo che.."
Si portò le mani a massaggiare le tempie e iniziò a girare intorno alla stanza mentre raccoglieva i suoi pensieri.

"È tanto da metabolizzare" Yoongi ammiccò un sorriso e spinse Jimin un passo in avanti. "Anche io ci ho messo un pò con questo qui" si vedeva da lontano il rossore sulle piccole guance del biondo, Yoongi aveva usato un tono molto dolce, cosa che realizzò dopo sentendolo tossire dall'imbarazzo.
"Anche tu sei un angelo Jimin?"
Jimin si ricordava ancora la delusione al ricordo del rifiuto di Hoseok, per quel motivo era ancora impacciato con lui, tanto da lasciarci parlare al posto suo. Si limitò ad annuire ed abbassare la testa mortificato.
"Io non so cosa dire.. Solo perché non me lo avete mai detto?"
"Se lo avessi fatto al nostro primo incontro mi avresti mai creduto"
"No" era vero. Se non avessi mentito quella volta non sarei mai riuscito a diventare suo coinquilino e soprattutto suo amico. Anche se in quel momento mi vergognavo di tutto, gli amici non si dicono le bugie, questo lo avevi sempre saputo.
Ma io ero solo, e la cruda verità mi gelava le ossa.

Io ero un dannato, un angelo a cui le ali erano state spezzate per un gesto ignobile. Molto tempo prima, io avevo interferito nella vita di un umano conducendolo alla morte.
Avevo pianto sul suo corpo gelido provando a rimediare al mio errore.
Mi ero sporcato del suo sangue e lo avevo implorato di svegliarsi, ma non lo fece. Rimase lì, immobile, lasciando la neve fresca poggiarsi sul suo viso.
Perciò io odio la neve, ho sempre amato il suo colore bianco e quando questo si tinse di rosso quella notte provai solo odio per quella neve.
Avevo ucciso la persona che amavano più di me stesso, tutta colpa del mio amore stesso e il dolore per la sua perdita non bastava a scontare la mia pena. Dovevo pagare per quel sangue innocente versato sull'asfalto.

Credevo di aver sofferto abbastanza. Secoli passati con le ferite aperte a vagare nel limbo, in mezzo alle anime tormentate e ai bambini non battezzati. Eppure mi ero ritrovato di nuovo sotto la neve, l'avevo sentita ancora quella sensazione forte al petto e credevo di poter aggiustare tutto. Volevo rimediare.
Ero sciocco a credere che le bugie lo avrebbero salvato quella volta. Le bugie non erano sempre buone, Hoseok me lo aveva spiegato allora, mettendomi le mani sulle spalle e implorandomi di non farlo più.
Non mi avrebbe avuto di nuovo, Jin non mi avrebbe più condizionato.
Se la verità era la strada da prendere allora dovevo andare fino in fondo, dovevo parlare con Jungkook e pregai, pregai affinché quella volta non sarebbe corso via nelle braccia della morte.

-🌇🥃-

Alle otto era sempre a casa, allora perché non era ancora tornato?
Mi aveva detto che era vicino a casa eppure erano già passati 15 minuti.
Sospirai chiudendo la televisione e guardando la porta, sperando si aprisse da un momento all'altro.
Niente, nemmeno il rumore dei suoi passi nella rampa di scale.
Decisi di uscire fuori al balcone per vedere se stava effettivamente arrivando, jungkook viveva al primo piano e il suolo non sembrava così lontano. Quando guardavo le persone correre dall'alto potevo vedere un pò delle loro preoccupazioni, un pò dei loro tormenti. Quella volta sarebbe stato meglio non vedere.

Jungkook era lì sotto al portone, appoggiato al muro. Era con una ragazza mai vista prima, una ragazza si bella ma molto spinta negli atteggiamenti. Si stavano baciando.
Lei aveva le braccia attorno al suo collo e sentii un forte malessere allo stomaco. Dovevo esserci io lì.
Quelle labbra avrebbero dovuto baciare le mie, non quelle di un'estranea. Distolsi lo sguardo cercando di non piangere.
Lui era tutto per me, era la ragione per cui avevo continuato a lottare in quella sofferenza e mi ero alzato dalle ceneri del limbo. Volevo aggiustare tutto eppure anche quella volta lui non era mio. Non era mai stato mio.
Le lacrime scesero prima che potessi fermarle e mi portai le mani al viso, come potevo guardarlo in faccia?.

Era entrato mentre singhiozzavo, aveva buttato via le chiavi e si era avvicinato provando a tenermi fra le sue braccia. Perché lo faceva se non mi desiderava veramente?
"Perché lo hai fatto kookie.. Chi era lei, perché eravate insieme?!"
Si era impietrito sentendo le mie domande ed aveva abbassato lo sguardo colpevole.
"Taehyung io.."
"Cosa Jungkook, cosa ?! Non era la nostra cosa speciale quella?..perché hai baciato qualcun altro?"
Piangevo gettando fuori quel fiume di parole senza peli sulla lingua.
Io lo avevo pensato veramente, di essere speciale per lui.
Le parole di Jin erano vere, lui non mi amava e non mi avrebbe mai amato.
Sarebbe corso via da me ancora e sarebbe sparito fra la neve.

"Tae, hey"
La sua prese sulle mie guance mi fece alzare lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi, sentivo che si stesse pentendo ma non riuscivo a fidarmi di ciò che vedevo. Mi accarezzò parlando a bassa voce mentre le lacrime rigavano il suo volto. Sentivo il suo fiato puzzare di alcol, chissà in quale posto indecente era stato e quante labbra aveva baciato al posto della mia. Mi fece sedere sul letto e si mise in ginocchio davanti a me, scosso dai singhiozzi, mi faceva quasi pietà.
"Tae ti prego...io non volevo io, io ho fatto una cazzata lo so però ti giu-"
"Dio mio quanto hai bevuto.."
Si era piegato, chinandosi su se stesso come se fossi chissà chi. Lo avevo fatto anche io, avevo pregato il perdono, ancora e ancora.
Avrei voluto farlo alzare e asciugare le sue lacrime ma il petto mi bruciava, mi chiedevo se lo avessi perdonato cosa sarebbe successo mentre una parte di me mi comandava di raccogliere almeno i cocci della mia dignità e di mandarlo via.
Ma non ce la facevo, non quando era in quello stato per via di una sbronza.
Lo tirai su e lo forzai a stendersi e riposare. Lui insisteva ed insisteva.
Voleva una risposta ma non ci riuscivo, dalla mia bocca non usciva niente anche se provavo ad urlare.
L

o guardai mordendomi il labbro mentre si calmava e si sistemava sotto le coperte.

"Tae non lasciarmi..almeno per stanotte, resta con me ti prego.
Non voglio stare da solo, non voglio morire da solo io.."
"Jungkook che stai dicendo tu non sei solo... Non con me"
Lo vedevo ancora in quelle lacrime e quelle suppliche. Ogni volta che guardavo il suo viso mi sentivo sempre più male come una mela divorata da un verme dall'interno.
Ma non potevo lasciarlo lì, già una volta avevo commesso l'errore di lasciarlo correre via...

E avevo promesso di non vedere più del sangue innocente versato.

My Angel // Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora