Capitolo 4.

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Jimin così si diresse verso l'ultimo piano dopo aver ricevuto in messaggio da Taehyung.

TaeTae:
Jiminie ti sto aspettando all'ultimo piano, sbrigati qui è tutto fighissimo.

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Iniziò a sentire la musica, ormai abbastanza alta, e tutti i ragazzi fare casino.
Arrivato all'ultimo piano ritrovò Taehyung intento ad osservare la famosissima festa, così gli diede un colpetto sulla spalla "Oh finalmente! Oddio ma.. Jimin sei bellissimo." Il minore guardò il contrario entusiasta, mentre l'altro arrossì vistosamente "Anche tu Tae, tu e Gucci siete una cosa sola, è inutile." Risero entrambi alle parole del maggiore notando poi arrivare Namjoon nella loro direzione "Siete venuti! Wow siete proprio belli stasera eh? Dai venite su, c'è anche da bere, ma non esagerate troppo eh." Namjoon ridacchiò contagiando anche gli altri due "Ah tranquillo, io reggo benissimo bene l'alcool non è un problema per me." Affermò l'arancione "Se per reggere significa devastare tutto, allora si. Lo reggi bene."
Fu Tae a rispondere, beccandosi subito dopo un leggero pugno sul petto dal maggiore "Beh allora facciamo finta che io mi fidi, divertitevi ragazzi a dopo!" Così il biondo lasciò entrambi per dirigersi dai suoi amici.

"Beh io vado a prendere da bere, tu vuoi qualcosa Tae?" Il maggiore voltò il suo sguardo verso il minore, sembrava come in stato di trance "Tae? Ma che.." Guardò nel punto in cui guardava Taehyung, e notò una persona, Yoongi.
Subito capì i pensieri del suo migliore amico e sorrise, beh era davvero bello quella sera il silver, una t-shirt nera, un giubbotto di pelle e dei jeans al quanto attillati che, gli fasciavano perfettamente le gambe.
"Okay lo prendo come un no, io vado." Così Jimin si diresse verso il bancone delle bevande, notando anche un'altra persona lì, Jungkook, il minore lo guardò a fondo, i capelli leggermente scompigliati, una camicia nera e dei semplici jeans con qualche strappo.
Notò che anche il corvino lo stesse guardando, così Jimin voltò lo sguardo sulle bevande e iniziò a versare della vodka alla fragola nel suo bicchiere "Sai che ti fa male l'alcool ragazzina?" Il tono di voce che usò fu molto serio, tant'è che fece ridere Jimin "Tu invece non sai farti i cazzi tuoi? Mh?" Il minore si voltò guardando dritto negli occhi il corvino che, sorrideva, quel sorriso tanto fastidioso da dargli un pugno, quanto bello da non farne mai a meno.
"Oh che rude, ti sto così tanto sul cazzo Jimin? Sei proprio tenero." Il corvino pizzicò una guancia del minore delicatamente, con un sorriso ironico "Si, e anche tanto Jungkook, e non toccarmi." Jimin lo guardò infastidito, ma non troppo, in fondo Jungkook era davvero un bel ragazzo, ma stronzo "Va bene principessina, ai suoi ordini, mi dispiace aver disturbato i suoi ormoni." Fece un occhiolino è lo lasciò lì da solo.

Ormoni? Ma che cazzo ti fumi.

Jimin sorseggiò tranquillamente il suo cocktail, notando poi di non vedere più il suo migliore amico, starà ballando, pensó.
Così si decise e andò a ballare anche lui, Jimin amava il ballo, era anche abbastanza bravo, infatti andò proprio in quel college per inseguire il suo sogno, il ballo.
Voleva migliorarsi, sapeva quanto fosse bravo, ma voleva essere meglio di quel bravo, voleva essere perfetto, voleva far rimanere tutti a bocca aperta.

Ormai Jimin aveva già bevuto ben dieci bicchieri di vodka, quindi la sua mente iniziava ad essere un po' annebbiata, ma continuó comunque a ballare, ondeggiava i fianchi in modo sensuale, i suoi movimenti molto sciolti nonostante l'alcool, si sentiva libero, lasciò cadere il bicchiere che teneva in mano, sul pavimento e continuò a ballare per quelle che parvero ore, quando sentì due mani poggiarsi delicatamente sui suoi fianchi, così si girò, ma per colpa dell'alcool non riusciva a decifrare bene il viso della persona dietro di sé, notò solo un enorme sorriso, così sorrise anche lui, ormai andato dall'alcool.
"Sei bellissimo anche così, Jimin." Il ragazzo sussurrò dolcemente all'orecchio del arancione che, sentì dei brividi lungo tutta la schiena, ma anche la voce, arrivò ovattata e non decifrò bene di chi fosse.
Così i due continuarono a ballare, forse per ore, forse per qualche minuto, Jimin non lo sapeva, ma i movimenti dell'altro lo stavano rilassando, non era un ballo scatenato come gli altri, ma tranquillo e con un pizzico di sensualità "Sei bravo a ballare, non immaginavo fossi bravo anche in questo." Le mani del ragazzo sconosciuto vagavano per i fianchi di Jimin, e un sorriso spuntò sulle sue carnose labbra, anche se ormai ubriaco rispose comunque "Sono b-bravo anche in altro, non solo nel b-ballo." Balbettò un po', ricevendo così una piccola risata da parte del ragazzo dietro sé, un suono bellissimo.

"Questo non posso saperlo, Jimin... ma immagino la tua bravura, forse." Le labbra dello sconosciuto sfiorarono delicatamente l'orecchio del sottoscritto, alchè Jimin si girò e sorrise.
Vedeva tutto un po' sfocato, ma notò le labbra del ragazzo che, era più alto di lui di non molto. Si avvicinò lentamente verso le labbra dell'altro, voleva baciarle, assaporarle, ma il ragazzo in questione si ritrasse e ridacchiò, la faccia di Jimin era confusa e leggermente delusa.
"Non adesso Jimin, non adesso. Sei ubriaco, non ricorderesti nulla." Baciò delicatamente l'orecchio del più basso e sorrise "Ti porto nella tua stanza Jimin, è tardi e tu non ci sei con la testa, mh?" il più basso non oppose parola, così diede la mano a quel ragazzo, ma non era in grado di fare un passo che si sentiva le gambe cedere, così l'altro lo prese in braccio come una sposa, e lo portò in camera sua.
Jimin dal canto suo, cercava di identificare bene il ragazzo, ma non ci riuscì, la luce era soffusa, la sua vista sfocata, sapeva solo che stesse sorridendo.
Proprio lui allungò una mano, e tocco dolcemente i capelli del più alto, erano morbidissimi, fece scendere leggermente la mano, e con movimenti delicati toccò il viso del ragazzo, che sentì contrarsi per via di un piccolo sorriso, che contagiò anche il più basso.

Finalmente arrivarono nella stanza di Jimin che, si sentì poggiare delicatamente sul suo letto, il ragazzo stava levando a lui le scarpe, e poi gli sistemò le coperte in modo da coprirlo bene "A-adesso te ne andrai non è v-vero?" Jimin per quanto potesse, lo guardò con tristezza "Si Jimin, resterei.. ma non posso, non voglio, mi dispiace." Sentì il ragazzo avvicinarsi, quando sentì un dolcissimo bacio sulla fronte, le labbra così delicate e soffici, gli fecero accapponare la pelle.

"Buonanotte Jiminssi." Il più alto sorrise solo, e uscì dalla stanza chiudendosi poi la porta.

"Buonanotte.. e grazie."

Così Jimin si addormentò, e si lasciò andare nel mondo dei sogni, sentendosi coccolato dalle soffici lenzuola.

Decalcomania《Jikook》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora