Capitolo 13.

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Ormai li divideva solo un centimetro, si sfioravano a malapena le labbra, sentivano l'uno il respiro dell'altro.
Ma quel momento non durò a lungo che un telefono squillò.

Il corvino sbuffò pesantemente, Jimin si allontanò di poco e prese il suo telefono dalla tasca del giubbotto
"È Tae dovrei risp-" Il rosa non fece in tempo di finire la frase, che il corvino prese il telefono del contrario e lo poggiò più in là "Fanculo Taehyung, tu stasera stai con me e non con lui, si faccia fottere." Così subito si precipitò sulle labbra di Jimin, quest'ultimo rimase quasi paralizzato per il gesto, ma ricambiò immediatamente il bacio, oltrepassava la dolcezza, non c'era nulla di assolutamente casto, era bisognoso e bagnato, ricco di desiderio da parte del maggiore, e questo il rosa lo percepì.
Jimin sentì mille brividi per tutto il corpo, il suo stomaco era in piena corsa sulle rotaie delle montagne russe, entrambi stavano condividendo le stesse sensazioni, tant'è che il corvino passò la sua lingua sulle labbra contrarie per chiedere l'accesso, così il rosa schiuse le labbra in modo che il bacio potesse intensificarsi, così il più piccolo mise una sua mano sulla guancia dell'altro, quest'ultimo lo prese di peso facendolo sedere sulle sue cosce, in modo da poter allacciare le gambe al suo bacino.

Jungkook mise le sue mani sui fianchi del più piccolo in modo da stringerlo più a sé, come se non volesse lasciarlo scappare, assaporò le labbra del più piccolo come se volesse farlo da anni, il rosa dal canto suo non capì quasi più nulla che, fece un movimento col bacino, cosa che stimolò il più grande, facendo così fuoriuscire un piccolo ansimo sul bacio.
A sciogliere quel momento tanto caldo fu proprio Jungkook, in modo da poter riprendere aria, guardò il volto del più piccolo e sorrise, notò le labbra ormai molto rosse e gonfie "Devo dire che baci molto bene Park Jimin, non me lo sarei mai aspettato." Ghignò facendo diventare il più piccolo rosso in viso "Neanche tu sei tanto male Jeon Jungkook." Ridacchiò, i loro respiri erano affannati, i cuori che battevano come non mai e i loro sorrisi ormai sbocciati "Modestamente sono un bravo baciatore, non per vantarmi." Fece un leggero sorrisetto e guardò nuovamente le labbra del più piccolo, quest'ultimo invece era concentrato sul viso del più grande, non poteva credere d'averlo già baciato, era la prima volta che uscivano, il primo bacio e non si conoscevano nemmeno da molto.

Jimin aveva una totale confusione in testa, nessuno dei due voleva sciogliere quell'attimo tanto caldo, così Jimin si precipitò nuovamente sulle labbra del più grande bruscamente, facendolo così cadere con la schiena sulla sabbia, il maggiore sorrise sul bacio contento, non si aspettava una reazione del genere dal più piccolo, così intrufolò le sue mani all'interno del maglioncino color indaco del più piccolo, sentì la pelle di Jimin accapponare per via del suo tocco, e ne fu felice, tant'è che il più piccolo chiese l'accesso all'interno della cavità orale del più grande, che non tardò ad arrivare, erano entrambi ormai troppo andati e nessuno poteva farci nulla.
Le mani del più piccolo, che stavano sulle guance del più grande, scesero lentamente fino al petto del più grande, e si lasciò andare, ancora una volta fece un movimento col bacino, e un altro ancora, causando così degli ansimi al più grande, che fecero sorridere appunto il più piccolo.
Per via dei suoi movimenti, le loro intimità si sfiorarono facendo così crescere le loro erezioni, causando così anche un ansimo al più piccolo, il corvino sorrise nel sentire quel suono fantastico uscire dalle labbra del più piccolo, sorrise perché pensò che in parte era anche lui la causa di quel suono fantastico.
Jimin sciolse il bacio per riprendere aria e guardò il più grande negli occhi, le sue iridi lasciavano intravedere il desiderio e la lussuria, così il corvino sussurrò "Vedo che qui qualcuno si è svegliato." E ghignò per poi ridacchiare "Inutile che ci scherzi, non sono l'unico qui a quanto pare." E sorrise leggermente guardandolo ancora negli occhi lucidi, per via del momento, quando il telefono suonò ancora ma stavolta quello del maggiore.
Jimin si alzò e si sedette controvoglia accanto al corvino, l'altro prese il telefono "Yoongi hyung, ma che vogliono stasera quei due?" Si lamentò il più grande facendo ridere così il rosa.
Dopo il terzo squillo Jungkook decise di rispondere e roteò gli occhi "Hyung che cazzo vuoi? Ma tu e Tae non avete un cazzo da fare invece di rompere i coglioni a noi?" Sbuffò pesantemente "Jungkook intanto stai calmo e non fare il cazzone, ti sto chiamando solo per dirti che sono già le una e mezza di notte. Cosa dimentichi coglione?" Il verde sembrò più nervoso dell'altro che, si diede uno schiaffo sulla fronte "Cazzo Yoon, l'avevo dimenticato!" Rise leggermente e l'altro sospirò "Vi conviene sbrigarvi, alle due in punto chiudono tutto e lo sai anche tu, non voglio più ricordartelo." Ringhiò il verde contro il telefono, il corvino ridacchiò un po', mente il rosa lo guardava interrogativo perché non stava capendo "Va bene hyung, stiamo tornando, però porca puttana la prossima volta non chiamate, avete rotto il cazzo tu e il tuo amorino." Disse infastidito facendo ridere il rosa fragorosamente "Hey vedi a come parli testa di cazzo! Sarò anche il suo amorino ma posso pure ammaz-" Taehyung parlò, ma venne zittito da Yoongi così parlò lui "Jungkook non rompere il cazzo e sbrigatevi." Così il menta chiuse la chiamata.

Jimin alzò un sopracciglio guardando il più grande "Ma cosa è successo esattamente?" Chiese incuriosito
"Dobbiamo sbrigarci a tornare Jiminssi, alle due chiudono tutto e potremmo rischiare di non rientrare." Lo guardò e sorrise per poi rendergli la mano, che il più piccolo afferrò saldamente, prese il suo telefono e il pupazzo e si alzò "Non pensavo si potesse stare fino alle due fuori." Il più piccolo parve confuso, d'altronde non stava capendo quasi nulla, quel bacio aveva spento qualsiasi suo neurone, così il più grande annuì nella sua direzione e sorrise.
Arrivarono finalmente in macchina e Jungkook mise in moto la macchina, e mise una sua mano sulla coscia di Jimin, che trattenne il respiro per via del tocco inaspettato, e l'altro ridacchiò per poi togliere la mano e metterla sul cambio.
Il rosa poggiò la sua testa contro il finestrino, osservava la città ormai illuminata dalle tante luci e si incantò per poi addormentarsi beatamente, mentre l'altro lo guardò per qualche secondo, pensando a quanto fosse tenero e piccino in quel momento.

Dopo venti minuti buoni arrivarono nuovamente al college, fortunatamente in tempo, così il maggiore scese dalla macchina girando dal lato del più piccolo che, lo prese in braccio come una sposa, ancora dormiente e lo portò dentro.



Spazio Autrice.

io l'avevo detto di non lasciarvi ingannare. ;)

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