Capitolo 1.

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La sveglia risuonò prepotente nella grande stanza del ragazzo che, presto sarebbe diventato uno studente di uno dei più prestigiosi college della Corea del Sud.
Jimin stirò un braccio verso l'aggeggio che emetteva rumori assordanti, e con un pugno la spense.
Si mise seduto sul letto guardandosi attorno, ormai la sua stanza era completamente vuota, i poster, le tantissime foto appese, non c'erano più, ormai anche gli armadi erano vuoti.
Guardò nella direzione della sveglia e notò l'orario lampeggiare '5:00 a.m.' sbuffò pesantemente buttandosi nuovamente con la testa sul cuscino.
Improvvisamente la porta di camera sua si aprì rivelando il suo fratellastro Taehyung ancora mezzo addormentato, ma entusiasta in viso.
"Jiminie andiamo alzati! Oggi è il grande giorno capisci? Finalmente andremo al college!" Iniziò a saltellare sul letto come un bambino di cinque anni, al maggiore divertì molto quella scena tant'è che lo tirò per una caviglia facendolo sdraiare accanto a sé per abbracciarlo.
"Si lo so Tae, oggi finalmente andremo via, speriamo che ci capiti la stessa stanza, o chissà magari qualche lezione in comune mh?" Jimin accarezzò dolcemente i capelli del minore sapendo che riusciva a rilassarlo, e l'altro non poté che annuire lentamente.

"Hey magari li ci saranno ragazzi carini, che dici?" Il blu fece comparire uno dei suoi sorrisi maliziosi, cosa che contagiò anche il maggiore, scoppiando poi entrambi a ridere "Beh che ne sappiamo, magari troveremo qualcuno che sappia renderci felici Tae."
L'arancione forzò un sorriso ricordando la sua ultima relazione non andata buon fine, il minore se ne accorse e lo strinse a sé "Hey già tu mi rendi felice Jiminie, non preoccuparti. E poi ci sarò io accanto a te, qualunque cosa accada okay?" Gli scompigliò leggermente i capelli, mentre il maggiore fece comparire un piccolo sorrisino sulle sue bellissime labbra.
"Okay Tae, ma adesso è l'ora di prepararci, non vorremo mica presentarci con il pigiama dei minions?" Entrambi risero, mentre il minore annuì e si diresse subito in camera sua.
Jimin iniziò a prendere i vestiti che avrebbe messo quel giorno, un giubbotto di pelle nero, una maglietta della Gucci bianca, dei jeans leggermente attillati e delle normalissime scarpe della Gucci.
Si diresse in bagno, dove iniziò a spogliarsi lentamente, si guardò per un po' allo specchio e sorrise, lui amava il suo corpo, o meglio, adesso poteva amarlo.
Entrò nel box doccia, ed aprì l'acqua calda lasciandosi trasportare dal calore di essa, sentì tutta la tensione muscolare andar via insieme ai getti d'acqua che scivolavano sul suo corpo, l'ansia di quel giorno era quasi de tutto svanita.
Iniziò ad insaponarsi per poi sciacquarsi subito, uscì dalla doccia e allacciò un asciugamano alla vita, subito indossò i vestiti scelti da lui personalmente, e decise di applicare un po' di trucco sul suo viso.

Finito di prepararsi il ragazzo si diresse al piano inferiore, dove trovò il fratellastro intento a litigare con la cameriera, Ga-Rin, quella donna ormai era come se facesse parte della famiglia.
"Dove hai messo la mia felpa nera! Non puoi averla persa andiamo!" Il minore aveva un mestolo in mano, mentre la donna un coperchio della pentola per parare i colpi.
"Signorino! Ti ho detto che io non ho toccato la tua santissima felpa, adesso levati che devo preparare la colazione." La donna spintonò il minore notando poi Jimin intento a ridere di gusto.
"E tu cosa ridi? Vedi che ne ho pure per te bellissimo." Diede una cucchiaiata sulla nuca del maggiore, che venne subito massaggiata per il dolore causatogli.
"Hey hey! Non c'entro nulla io! E comunque Tae, ti ricordo che la felpa l'hai già messa nelle valige, deficiente." Il minore guardò confuso il maggiore, per poi darsi uno schiaffetto sulla fronte, segno d'essersi ricordato.

I due ragazzi finalmente finirono di fare colazione e presero tutte le loro valige, quando a Jimin d'improvviso venne un dubbio.
"Ga-Rin ma i nostri genitori? Non vogliono nemmeno salutarci?" La donna abbassò lo sguardo per poi rialzarlo e guardare l'arancione negli occhi, ormai delusi.
"Sono dovuti scappare a lavoro, mi dispiace ragazzi, oggi vi toccherà salutare solo me." La donna quasi pianse, Jimin e Taehyung strinsero la donna fra le loro braccia sussurrandole che le volevano tanto bene, e che ogni tanto l'avrebbero chiamata, o chissà le avrebbero fatto anche una visita.

I due uscirono dalla grandissima villa, guardarono per l'ultima volta quella casa in cui passarono la loro intera infanzia e adolescenza, e tra spintoni e risate si diressero nella macchina del maggiore, caricando tutti i bagagli all'interno del cofano.
Salirono sul veicolo e si guardarono sorridenti, più che mai
"Stavolta lascio guidare te moccioso, solo perché ti vedo entusiasta, non farti film mentali." Entrambi risero alle parole dette appunto dal maggiore.
"Va bene tesoro, tranquillo non la distruggo mica." Mise in moto e si misero in viaggio, tre ore di viaggio, tre lunghissime ore.

Il maggiore decise di accendere la radio per il troppo silenzio, si meravigliò della canzone in riproduzione.

I woke up pissed off today
and lately, everyone feels fake.
Somewhere, I lost a piece of me
smocking cigarettes on balconies.

Quella canzone riusciva a rilassare il maggiore, non sapeva il perché, ma in qualche modo riusciva a fare viaggi con la mente, anche per svariate ore.
Poggiò la testa sul finestrino, ammirando la bellezza che quella città emanava.

So when your tears roll down
your pillow like a river
I'll be there for you
I'll be there for you.
When you're screaming
but they
only hear you whisper.
I'll be loud for you
But you gotta be there for me too.

Il minore notò lo sguardo rilassato del maggiore al solo suono di quella canzone, in un certo senso rendeva felice anche lui, alla fine era pur sempre suo fratello, anche se non di sangue.
Ormai erano vicini alla loro meta, mancavano solo due chilometri e avrebbero detto addio alla vita da adolescenti.

Finalmente dopo qualche minuto arrivarono dinanzi al grandissimo college, ed entrambi rimasero di stucco.
Le tantissime aiuole colme di fiori, la grande insegna della scuola era davvero molto appariscente, il parcheggio era pieno di macchine super costose, come la loro in fondo.
Ragazzi che scherzavano di qua e di là, alcuni che cercavano di non scoppiare a piangere, altri che festeggiavano tra di loro, altri che come loro si sentivano disorientati ma eccitati nello stesso momento.
"Tae ce l'abbiamo fatta! Ce l'abbiamo fatta!" Jimin abbracciò il minore più forte che poteva ed insieme iniziarono a ridere.
"Dai su entriamo Jimin, cerchiamo la nostra stanza!" Il minore prese la mano del maggiore dirigendosi verso l'entrata dopo aver preso tutti i bagagli.

Jimin però fu sfortunato perché inciampò su uno scalino, finendo così addosso a qualcosa, o meglio addosso a qualcuno.

"Attento a dove metti i piedi coglione."






Angolo autrice.

Hey bella gente, questo è il primo capitolo di questa fanfiction, molto tranquillo dato che è ancora il primissimo.
Eh nulla spero possa essere di gradimento, so di averne un'altra in corso, ma poco mi importa, la voglia di scrivere anche questa era davvero troppo forte.

Dunque nulla, buona lettura.💜⭐

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