Capitolo 12.

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"Dai Jungkook mi hai sporcato tutto il maglioncino, ma che cazzo!" Jimin guardò il suo povero maglioncino color indaco macchiato con del gelato al cioccolato "Scusami Jiminie, non pensavo soffrissi il solletico."
Il maggiore rideva ormai da ben dieci minuti, mentre l'altro lo guardava male "Ti conviene correre testa di cazzo." Così il maggiore iniziò a correre via inseguito dal rosa "Giuro che se ti prendo ti faccio diventare un fottutissimo unicorno del cazzo!" Urlò il più piccolo ridendo, mentre l'altro si fermò di colpo, e lo stesso fece il rosa "Dai principessa scusami! Davvero non sapevo soffrissi il solletico." Il corvino lo guardò sorridente, mentre l'altro si sporcò il dito di gelato e lo spalmò sulla guancia del più alto "Facciamo che siamo pari." Il rosa sorrise contento e l'altro lo guardò male e si asciugò con un fazzoletto "Che dici se adesso invece di fare i cretini, andassimo in spiaggia?" Propose il più grande ricevendo un caloroso "Si!" dal più piccolo.

Così i due si diressero in spiaggia e tolsero le loro scarpe insieme alle calze, la sabbia era fresca e il suono delle onde rilassavano entrambi, così si sedettero e guardarono il cielo "Kookie a te piacciono le stelle? Io le trovo così uniche e affascinanti.." Il più piccolo chiuse per qualche secondo gli occhi, si lasciò trasportare dal suono delle onde, nel mentre il più grande lo guardava e sorrideva "In realtà no, devo essere sincero.. Sono abituato a vederle sempre, in realtà dimostrano ciò che in realtà vorrebbero essere sai?" Il più grande guardò verso il cielo, mentre l'altro lo guardò attentamente e così fece anche l'altro "Beh ognuno la pensa a modo suo no? C'è chi ama certe cose o persone, mentre altre no." Il rosa abbassò di poco lo sguardo e sorrise tristemente, e l'altro se ne accorse così gli prese la mano nella sua e sorrise, Jimin alzò lo sguardo in modo da poter vedere il più grande in faccia e si imbarazzò per il gesto.

"Jimin tu mi dicesti che volevi conoscermi no? Beh perché non raccontarti adesso un po' della mia vita?" Il maggiore aspettò un segnale dal più piccolo, in modo da poter raccontare un po' di sé, e così il più piccolo lo incitò a raccontare.
"Bene allora devi sapere che, la mia famiglia non è una di quelle che vorrebbero tutti, assolutamente.
Non posso vantarmi di nulla, se non del mio stato economico, mio padre ha un'azienda molto famosa gestita da persone molto importanti, mentre mia madre? Beh lei si è fatta un'altra vita con uno stronzo del cazzo, ha fatto persino un figlio con questo. I miei genitori sono ormai divorziati da undici fottutissimi anni." Il maggiore si bloccò cercando di riprendere aria, e il più piccolo poggiò la sua testa sulla spalla del più grande "Io all'ora avevo solo undici anni, ci rimasi male, ma non tanto da piangerci su, mia madre non mi aveva mai visto come un figlio anzi, per lei non esistevo minimamente. Lei amava una cosa di mio padre, i soldi.. solo quelli.
Poi all'età dei miei quindici anni, mio padre iniziò a diventare un mostro, beveva.. fumava.. portava donne a casa nostra, alcune volevano anche combinare qualcosa con me, capisci? Che schifo.
Poi arrivò la goccia che fece traboccare il vaso, ossia me.. Avevo iniziato a frequentarmi col figlio di un amico di mio padre. Una sera suo padre ci trovò in stanza insieme mentre ci stavamo baciando, e iniziò a picchiare a morte il figlio, per poi cacciarmi via dall'abitazione... Quando tornai a casa, ormai tardi.. trovai mio padre seduto sulla sua poltrona di merda con un bicchiere di Soju e una sigaretta." Il corvino si bloccò, e sentì delle lacrime rigargli il viso, così il rosa se ne accorse e gli asciugò le lacrime "Hey.. se non ti va lascia perdere, è okay." Quest'ultimo sorrise e l'altro negò "Lasciami finire Jimin." Sorrise di poco e portò la sua mano in quella del più piccolo.
"Così poi mio padre iniziò a dirmi «Dove cazzo sei stato eh?» Io gli dissi che ero solamente stato a casa di un amico, avevo paura.. non sapevo quali fossero le sue intenzioni. Poi lo vidi alzarsi, e si avvicinò bruscamente a me spingendomi verso il muro e mi diede un pugno sul naso e mi urlò contro che non voleva figli gay, disse che gli facevo schifo.. che ero uno sbaglio della natura, io iniziai a piangere mentre il mio naso continuava a sanguinare. Lui mi bloccò in qualche modo, e mi strappò la maglietta di dosso.." Il corvino deglutì rumorosamente, ed alzò la sua maglietta rivelando delle piccole ustioni "Con la sua sigaretta.. fece un sacco di ustioni sulla mia pelle, per poi spegnerla sull'addome.
Io non facevo altro che urlare dal dolore, lo supplicai costantemente di fermarsi, ma lui non lo fece... mi picchiò a morte quella sera, non sentivo più nulla.. nemmeno dolore." Il corvino stava ormai piangendo, ed abbassò la maglia ritrovandosi un Jimin ormai in lacrime "J-Jungkook mi dispiace così tanto... sono sicuro che non meritavi tutto ciò." Così lo abbracciò forte e il più grande ricambiò l'abbraccio volentieri.

"Non ho ancora finito... Poi al liceo conobbi i miei due migliori amici, Yoongi e Namjoon.. che mi hanno salvato da tutto. Iniziai a crearmi un muro protettivo che nessuno poteva distruggere, o almeno così credevo io, avevo sentito anche la storia di Yoongi, peggio della mia sicuramente.. ma ognuno di noi dava forza all'altro. Poi insieme decidemmo di iscriverci nello stesso college, molte persone ci temevano.. pensavano che fossimo quei cattivi ragazzi che picchiavano chiunque ci capitasse davanti. Forse per via dei mille tatuaggi, i piercing.. o forse il modo in cui vestivamo? Non lo so. E poi nulla, l'altro giorno sei arrivato tu, così piccolo quanto letale eh Jiminie?" Ridacchiò il più grande ricevendo un leggero schiaffo sul petto "Sono comunque più simpatico di te, cretino." Il rosa ridacchiò e l'altro sorrise e basta "Beh Jimin, sai quella festa che organizzarono all'ultimo piano no?" Il più basso annuì e lo guardò curioso "Ecco, tu eri ubriaco.. molto ubriaco, così ne approfittai per avvicinarmi a te." Il più grande lo guardò, mentre il più piccolo iniziò a diventare rosso in viso "Eri così libero nei movimenti.. ballavi così bene, così mi unii a te e ballammo per tipo quasi tutta la notte.
Tu provasti a baciarmi sai?" Il corvino si avvicinò di più al rosa così da ritrovarsi completamente vicini, mentre l'altro arrossiva sempre di più.
"Però io mi sono allontanato Jimin, non volevo approfittarmi di te in quel modo. Così poi ti portai in camera tua, e ti diedi la buonanotte.
Se te lo stai chiedendo Jimin, non sono rimasto con te perché sennò avresti iniziato a riempirmi di schiaffi o chissà che."
Rise di gusto, mentre il rosa non sapeva assolutamente cosa dire, era imbarazzato di sé stesso e della situazione che si era creata. E se avesse combinato qualche cazzata con Jungkook? Però per fortuna non accadde nulla di tutto ciò "Mi dispiace per averti quasi baciato Kookie, ero ubriaco ovviamente e non sapev-" Il rosa non finì in tempo di parlare, che il dito del maggiore si poggiò proprio sulle sue labbra "Non scusarti Jiminssi, non devi proprio scusarti.." Il corvino sorrise e guardò le labbra del più piccolo "Mi sarebbe piaciuto quel bacio." Si avvicinò di più al viso del più piccolo che, chiuse gli occhi e trattenne il respiro.

Ormai li divideva solo un centimetro, si sfioravano a malapena le labbra, sentivano l'uno il respiro dell'altro.
Ma quel momento non durò a lungo che un telefono squillò.

Porca troia.

Decalcomania《Jikook》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora