Capitolo 29

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Nel capitolo precedente abbiamo lasciato Joshua e Lem che stavano lasciando la stanza dove risiedevano i loro amici con alle prese i due feriti da curare al meglio che potevano.
Il principe dei vampiri stava letteralmente trascinando l'altro di peso, che era ancora sotto uno stato di totale shock.
Egli non riusciva a credere di aver fatto una cosa così inconcepibile per la sua mente, aveva sempre creduto di essere al cento per cento umano, come sua madre e non riusciva a digerire che la persona più importante della sua vita gli abbia sempre mentito senza alcun pudore o senso di colpa.
Arrivarono al piano di sotto dove Joshua mise Lem davanti a se aspettando pazientemente che egli si riprendesse, ma sapendo che tale padre tale figlio non avevano molta pazienza.
Joshua spazientito aveva tirato uno schiaffo all'altro che gli fece girare da un lato la testa

-MA...ma sei scemo, ti sei bevuto il cervello con il sangue che ti ingurgiti ogni sacro santa volta- disse Lem prendendosi delicatamente con una mano la sua guancia che stava pulsando dal dolore e egli scommetteva che ci sarebbe pure rimasto il segno delle impronte delle dita dell'altro

-che pianucolone che sei...non era manco forte...vuoi o non vuoi sapere la verità- disse egli roteando gli occhi per poi sussurrare impercettibilmente ad un orecchio umano un "caro fratellastro"

-Cosa hai detto e che né sai di quello che mi è sucesso...spero che io abbia sentito male- urlacchiò Lem sbracciandosi come un volatile che sta per spiccare il volo

-oh...ma guarda un po' te, mi hai sentito...non è una cosa da umani no!...ti si stanno risvegliando i tuoi poteri dal loro lungo sonno...aggiungerei anche molto in ritardo- disse Joshua con un tono da sbruffone ed un sorrisetto da pigliare a schiaffi finché da farlo sparire in un batter d'occhio

Lem fece mente locale e si concentrò sulle parole del vampiro davanti a sé.
Si ricordò molte volte che da piccolo, sua madre quando egli chiedeva di suo padre, ella sviava l'argomento o proprio lo cambiava e ridacchiava nervosamente ed scappava dalla conversazione.
Lem notava sempre in sua madre  una sfumatura di dolore e di solitudine quando aprivano quell'argomento, era come un fardello che si teneva dentro e la distruggeva pian piano, così Lem smise di chiedere, essendo che sembrava che alla madre quel argomento fosse molto dolorante ed ancora vi era presente una cicatrice all'interno della sua anima che nel corso degli anni non si era per nulla chiusa.
Egli pensandoci molto raggiunse alla conclusione che suo padre non era un umano ma una creatura sovrannaturale

-C..chi è m..mio padre?- balbettò Lem una domanda così scontata se avesse solo dato peso alle parole di Joshua ci sarebbe pure arrivato, ma era troppo sotto shock, troppe informazioni in una volta sola, lo avevano disorientato e confuso, non sapeva cosa credere e cosa no

-Ti facevo più sveglio- disse Joshua con un ghigno che fece solo irritare Lem che gli prese il colletto ed avvicinandoselo minacciosamente

Lem aveva perso completamente le staffe, ed il suo occhio divenne nuovamente con la pupilla rosso sangue, brillante come un rubino e l'iride di un nero come il buio più assoluto ed agghiacciante nel suo terrore più puro, egli stava di nuovo perdendo il controllo di sé.

-Non è il momento di avere un comportamento del genere...sarà un vero piacere toglierti quell'irritante sorrisetto che hai in quel volto da schiaffi- disse Lem con un ghigno alquanto sinistro e perfido.

In quel preciso istante Aura scese da quella rampa di scale, si pietrificò sul posto guardando la figura del suo mate aggredire il vampiro, i due mate si guardarono negli occhi, viola contro il rosso e nero di Lem, e qualcosa si spezzò tra di loro, un filo che non si aggiusterà mai e poi mai più.
Aura capì il tutto ma era stordita, si rifiutava di crederci, le scesero parecchie lacrime che erano sfuggite al suo controllo poi tolte proprio da lei stessa.
Aurora era andata per scusarsi con Aura e vi trovò la sorella che stava per cadere all'interno, la prese per le spalle assai preoccupata per lei.
Ed in quel preciso istante la porta si aprì rivelando le figure dei loro genitori che gli guardavano confusi.
Lem si avvicinò pericolosamente agli adulti, soprattutto a sua madre con una faccia alquanto iraconda

-tu- le punto un dito contro -...non credevo che la persona più importante che avessi, mi potesse mentire così spudoratamente- sibilò egli con i denti digrignati e la mani chiusi in pugni

-L..Lem io..- balbettò Selina confusa, cercando di prenderlo almeno per un braccio ma egli si scostò in modo rude e repentino

-non mi toccare- disse per poi uscire dalla piccola villa di Silence e di Leo, Selina li corse dietro urlando il suo nome a squarcia gola

- è meglio che ci vai anche tu...è anche una tua responsabilità- disse Demetra in modo dolce rivolto a Kris che annuì senza proferire, seguito anche da Joshua e raggiungere i due e chiarire una volta per tutte.

Cass vide sua figlia Aura in quello stato corse da lei e le chiese cosa avesse ed Aura sussurrò in lacrime un "Qualcosa si è spezzato" e da lì anche la donna capì tutto ed l'abbraccio amorevolmente.

-Aura io ti avevo avvertito che non era giu...- Aura interrompe la madre

-TU...tu lo sapevi..lo s..sapevi e non mi hai detto n..nulla...che..che... Adesso voglio t..tutta la verità- disse Aura singhiozzante.
In quel preciso istante Crystal, Nat e Noah scesero per scoprire cosa sia successo e di cosa si trattasse di tutte quelle grida ed pianti che sentivano

-Si sapevo tutto, ma non potevo ostacolare il tuo destino, non sarebbe stato giusto ed anche stato troppo pericoloso...e non dirmi che non tu ho avvertita che non era vero...per l'altra questione Lem e figlio di Kris e Selina...ma quando era nato Lem, Demetra e Kris ancora non si erano conosciuti e il re dei vampiri era parecchio stupido, diverso ed aveva una quantità  esagerata di rabbia repressa  in se, da come lo si conosce ora e tutt'un altra persona...e diciamo che la parte vampiresca di Lem si è risvegliata, rompendo per sempre il vostro sottilissimo legame, ma Aura non temere il tuo vero compagno e lì fuori che ti sta cercando- disse Cass amorevolmente, non smettendo mai di accarezzare i suoi setosi capelli

-p..perché la Dea Luna mi ha fatto qualcosa del genere...ho fatto qualcosa di sbagliato!- disse Aura asciugandosi gli occhi dalle amare e salate lacrime che rigavano il suo bellissimo e delicato volto

-Avrà avuto le sue ragioni tesoro..lei non fa nulla se non necessario per la nostra felicità, ricordatelo...ti ha dato solo una prova da superare, e tu la supererai egregiamente affrontandola a testa alta,
come hai sempre fatto- disse Cass sorridendo, per poi tirare a se sua figlia Aurora in un abbraccio

-aspetta dov'è Nash...dov'è il mio ometto?- domandò Cass


In un posto lontano vi si vedeva Natasha come sotto ipotesi, seguendo  quella voce nemica al bene e che tramava contro ella, con inganni ed intrighi da veri maestri di guerra.
Natasha era tormentata e  adora al tempo stesso quella misteriosa e acuta voce che le veniva sussurrata all'orecchio parole che le piaquerò.
La voce era penetrata ad una velocità disarmante nel suo cervello impossessandosene e rendendolo suo definitivamente, Natasha non sapeva che stava andando incontro al suo funesto e tormentato destino e che non incontrerà mai più la vera felicità diventando una mera illusione.



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Ciao a tutti,
In questo periodo non è che mi senta bene e no so se il prossimo sabato riuscirò ad aggiornare spero che mi possiate perdonare

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto...commentate per favore su cosa né pensate
Se ci sono errori me ne scuso, ditemelo che correggerò



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