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Samantha scarabocchiava come sempre sul suo quaderno per gli appunti, non prestando troppa attenzione a quello che la circondava. I suoi capelli color platino si riversavano su tutto il banco, sciolti e disordinati, incarnazione perfetta dell'umore che correva quel giorno.
Aveva sonno ed era annoiata. Come se non bastasse poi, quello che arrivava alle sue orecchie la infastidiva non poco. Alcune studentesse della sua età stavano chiacchierando di cose assolutamente inutili e superficiali qualche banco più lontano.

Sam era un'anima solitaria, non era convenzionale e difficilmente si amalgamava ad un gruppo. Non amava i pettegolezzi, i commenti stupidi e le amicizie di facciata, motivo per cui amava circondarsi di poche persone. Le piaceva così e non sentiva il bisogno di altro.

Era proprio in quei momenti di profondo fastidio per chi la circondava che Sam ringraziava silenziosamente la presenza di Fred, il ragazzone alto appena un metro e novanta con favolosi ricci che le sedeva accanto.


Frederick Mills era diventato subito il suo migliore amico sin dal primo anno di università. Si erano conosciuti per sbaglio grazie alle chiacchiere insistenti del ragazzo che sin dal primo giorno di lezione avevano importunato la ragazza, nel tentativo di fare amicizia.

Fred era il suo raggio di sole personale, erano l'uno l'amore dell'altro, se solo lui non fosse stato gay e lei lesbica.

Ci troviamo alla facoltà di psicologia, sogno di Samantha da tempo ormai indefinito. Eppure qualcosa non tornava, Sam non sopportava le persone che le stavano attorno, più di una volta si era chiesta se non fosse tutto sbagliato, se la scelta fatta non fosse quella sbagliata.. o lei lo fosse.

Che ci faceva lì? Tra tutte quelle persone che sarebbero state il suo lavoro un giorno. Se lo chiedeva spesso e non trovava risposta. Stava meglio da sola in fondo, ma forse era solo curiosa di sapere.

Amava tutto ciò che riguardava la materia sin da quando, in prima superiore ci si era avvicinata per sbaglio, un po' per obbligo e alla fine se ne era innamorata. Si divertiva un mondo ad autodiagnosticare malattie mentali a sé stessa e ai i suoi conoscenti. Inutile dire che secondo il suo giudizio sarebbero stati tutti da rinchiudere, lei compresa.

"Ma allora sta prof? Ho uno spritz da bere io.."

Fred sbuffò sonoramente ticchettando sul suo Daniel Wellington con il dito. Le sue lamentele fecero voltare la ragazza seduta davanti a lui, che lo guardò con aria scocciata.
Aveva i capelli neri raccolti ordinatamente in uno chignon, gli occhiali sul naso le conferivano un'aria da vero topo di biblioteca.
Fred la guardò con aria di sfida, senza sentirsi minimamente responsabile del suo disappunto.

"Sì?" chiese con sarcasmo, ottenendo in cambio un'altra occhiataccia dalla mora, che tornò a sedere composta senza rispondere.

Samantha sorrise divertita, senza staccare gli occhi dal suo quaderno per gli appunti e continuando a disegnare cose senza senso. Era abituata a scenette comiche di questo tipo. Così era la vita al fianco di Fred.

"Visto che sei così impaziente di bere, ti ricordo che oggi tocca a te pagare." disse la ragazza, rallegrandosi da sola per essersene ricordata.

Fred si lasciò sfuggire una risatina.

"Non preoccuparti, non sei un peso per le mie finanze...dopo un solo bicchiere sei già da portare a nanna.." disse sistemando con cura i suoi ricci castani diventati ormai troppo lunghi.

Sam gli sorrise con sguardo colpevole e consapevole. Replicare sarebbe stato inutile, era proprio una mezza pippa con l'alcol, ma lei amava ritenere sé stessa una persona "economica", il che non era quindi proprio una cosa negativa.

I suoi inutili pensieri volti all'elaborazione di una risposta decente che l'avrebbero difesa furono poi interrotti dal rumore di due paia di tacchi che entravano nella stanza, zittendo il chiacchiericcio che fino ad un momento prima era stato protagonista. L'attenzione di tutti venne attirata verso la porta d'entrata, dove poco dopo comparve una donna.

Samantha la osservò attentamente, come tutti nella stanza.

La donna si tolse il cappotto e sistemò le sue cose sopra la cattedra. Era sicuramente molto giovane, ma chi poteva dirlo, venticinque, trenta al massimo. I suoi capelli erano color del rame, leggermente più scuri del classico colore rosso ed erano raccolti con una pinza in modo molto ordinato.
Il suo incarnato era quello tipico delle persone rosse di capelli, molto chiaro e con qualche lentiggine sparsa qui e là.

Ad accompagnare il tutto, due occhi verdi scrutarono velocemente la classe, senza soffermarcisi realmente finché si avvicinava alla lavagna per prendere il gessetto.
Indossava un completo classico, gonna nera sopra le ginocchia e una camicia bianca, semplice, che non lasciava intravedere nulla di sconveniente.

"Scusa e questa? Che figa imperiale!!"

Fred colpì Sam con il gomito dritto sulle costole per richiamare la sua attenzione, facendola sobbalzare. La ragazza si massaggiò il punto colpito senza riuscire a staccare gli occhi dalla donna. Sorrise lievemente, costretta a dare ragione all'amico anche senza parlare. Fred ci aveva preso, quella donna era bellissima. Mai una classe universitaria era stata così in silenzio prima,
la donna aveva catturato l'attenzione di tutti, soprattutto del pubblico maschile, che già si era espresso con qualche commentino tipico e poco elegante.

La donna scrisse il suo nome in modo frettoloso sulla lavagna, prima di voltarsi e prender parola.

"Buongiorno ragazzi, mi chiamo Jane Shawn, e sarò la vostra insegnante per quanto riguarda il primo e il secondo modulo di psichiatria quest'anno."

..

Teacher's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora