18.

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Jane guardò la ragazza lasciare la sua casa, incapace di fermarla, impotente.
Se le fosse andata dietro avrebbe solo confermato i sospetti di Gabriel che si divertiva a darle il tormento. Non poteva dargliela vinta così, non poteva permettergli di gongolare in questo modo, di prendersi gioco di lei e della sua vita, non più. 

"Avanti Jane, non vorrai forse nasconderti adesso, non mi pare tu ti sia mai fatta problemi." disse divertito l'uomo senza nemmeno aspettare che Sam uscisse dall'edificio.

Jane la seguì uscire con lo sguardo che subito divenne di pietra spostandosi su Gabriel.

"Ascoltami bene Gabriel, perché non te lo ripeterò un'altra volta..
anzi no..no no, non ci sarà una prossima volta. Sappiamo entrambi come andò quella 'volta' che non manchi mai di ricordarmi.." disse tutto d'un fiato, la rabbia le stava esplodendo in volto visibilmente.

"..Se io ho commesso uno sbaglio allora, tu hai commesso il peggiore fra tutti..sai bene di cosa parlo, motivo per cui sei l'ultimo qui che deve parlare."

Il sorrisetto beffardo di Gabriel scomparve gradualmente dal suo volto, amava fare infuriare Jane ma forse non si aspettava una reazione tanto esagerata.

"Non c'è motivo di scaldarsi così tanto, stavo solo scherzando un po'.."

"Vattene da questa casa. D'ora in poi vedrai Will quando ti sarà concesso, nessuna improvvisata, o giuro su Dio che ti impedirò anche quello"

Gabriel accusò il colpo in silenzio. Sapeva di non poter ribattere, Jane aveva il potere di impedirgli di vedere suo figlio, se lo avesse voluto.
Sparì dietro alla porta d'ingresso, senza nemmeno voltarsi a incontrare gli occhi ormai privi di clemenza dell'ex moglie.

 Rimasta finalmente sola Jane scoppiò in un pianto liberatorio. Lasciò correre senza freni quelle lacrime tenute legate. Voleva mostrarsi sempre forte, sempre felice, lo faceva per Will ma spesso dimenticava di non essere solo una mamma, era anche una donna a cui ogni tanto doveva essere concesso di desiderare, di volere, di prendere e di crollare anche se necessario. 


Quando le lacrime si fermarono assieme ai singhiozzi, ripensò al casino che aveva combinato. Scosse la testa per imporsi di ricomporsi, e così fece.

"Hey ometto...forza svegliati"

Il tocco gentile della madre svegliò il piccolo fagottino biondo, che a fatica stropicciò gli occhi sbadigliando.

"La mamma deve fare una cosa importante Will, quando avrà finito possiamo andare insieme dalla nonna a bere una cioccolata calda tutti assieme, cosa ne dici?" 

"Con la panna e le nocciolinee??" chiese speranzoso il piccolo, che si fece comprare in men che non si dica. Jane conosceva il suo polletto. 

"Con la panna e le nocciole, certo" 



*





Fred aspettava l'amica a casa con impazienza, l'aveva sentita strana al telefono e si era leggermente preoccupato.

Soprattutto, doveva aggiornarla sull'evolversi della situazione con Lucas.
Il ragazzo infatti gli aveva chiesto di uscire poco dopo che Sam aveva lasciato la sua casa l'altro giorno e non ero riuscito a farle sapere la grande notizia.

 Preso dall'entusiasmo aveva accettato ma ancora non sapeva cosa indossare e si stava lasciando prendere dal panico. Aveva bisogno del suo supporto morale ora come non mai.

 Provò una cosa come 3028 outfit senza trovare niente che fosse all'altezza del suo primo appuntamento e finì per crollare sfinito sul suo letto mentre attendeva un segno di vita da Sam.

Il suono del campanello lo svegliò di soprassalto dopo circa un'ora di sonno. Bava alla bocca e capacità di percepire la realtà circostante: level 1.

Ancora nel mondo dei sogni si affrettò a scendere per andare alla porta, sbuffando come una vecchietta. Sam aveva fatto un bel po' di ritardo, l'avrebbe incalzata per bene.

"Hey brutta lesbic...."

Il ragazzo si bloccò di colpo quando capì che davanti a lui non c'era affatto chi stava aspettando:
Capelli rossi, lentiggini, tacchi da urlo...
Fred si stropiccio gli occhi per mettere meglio a fuoco ma non potevano esserci dubbi, Jane Shawn era alla sua porta. Era confuso, perché la prof si trovava lì? e il marmocchio? era suo?

"B..buonasera Prof.." riuscì a biascicare.
Jane capì lo stato d'animo del ragazzo, e gli regalò un sorriso altrettanto imbarazzato. Come aveva potuto permettere a se stessa di far arrivare la cosa fino a ...questo.

"Buonasera signor Mills."

Jane lo guardò dall'alto in basso, cambiando per un attimo espressione quando il suo sguardo arrivò ai suoi Boxer dei Pokemon.
Il ragazzo non capendo, pensò di avere la maglietta sporca di qualcosa, e seguì lo sguardo della donna su di se per rendersi subito conto del suo abbigliamento.

。。。。


Il sovraccarico di imbarazzo lo portò a compiere l'azione istintiva più semplice di tutte:  chiudere la porta in faccia alla donna, leggermente a disagio ma alquanto divertita.

"Scuuuusi Prooof, arrivò subitoooo" urlò salendo le scale per raggiungere la sua stanza e infilarsi qualcosa di più decoroso.

"Faccia con calma Mills, io aspetto qui." Rise Jane, sedendosi sugli scalini davanti alla porta, stringendo Will fra le braccia.

Teacher's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora