17.

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Sam stringeva con forza la sua tazza di caffè, il suo ginocchio sotto al tavolo si muoveva compulsivamente per il nervosismo.
La ragazza seduta di fronte a lei le sorrideva, era lei la causa del suo nervosismo.  Eva aveva un modo molto sicuro di esprimersi, la sua gestualità, tutto di lei esprimeva sicurezza e Sam ne era in qualche modo attratta. La mora aveva degli occhi azzurrissimi, perfettamente in contrasto con i suoi capelli scuri, dettaglio che non aveva sicuramente notato due sere prima a causa dell'oscurità nel locale.
Aveva una bella voce, corposa, eppure delicata. Sam l'ascoltava parlare catturando ogni dettaglio, lasciandosi trasportare nel flusso di parole.

Sam era così concentrata che quasi ebbe un infarto quando il cellulare prese a vibrare sul tavolo, a fianco alla sua mano.

Era Fred. Cazz..

Gli aveva dato buca senza avvisarlo, il senso di colpa le diede l'amaro in bocca per qualche secondo, tornando a sorridere subito dopo. Era stata lei a chiamarlo, eppure per qualche motivo poco chiaro non aveva voglia di parlare dell'accaduto al momento. Tutto quello che desiderava era non pensare.

"Scusami.." le sorrise Sam, invitandola a continuare.

Eva si era accorta del piccolo turbamento comparso sul suo viso.

"Tua madre minaccia di buttare la tua roba dalla finestra?"

"E tu come lo sai??" Sam la guardò stupita, fingendo che il motivo della sua preoccupazione fosse quello.
La mora scrollò le spalle e rise.

"Mia madre lo faceva sempre..e poi dalle minacce è anche passata ai fatti...quindi sta attenta" disse facendole l'occhiolino.

Eva era molto bella. Parlandole Sam scoprì che era una studentessa russa in scambio studentesco e la cosa l'affascianava molto; vedeva se stessa troppo insicura per andare dall'altra parte del mondo da sola e con le sue sole forze. La sua curiosità venne placata solo dopo svariate domande, cui poi venne sottoposta a sua volta dall'altra, e il tempo sembrò scivolare.

Eva la guardava, fissandole le labbra e mordendosi le sue, lasciando volutamente immaginare a cosa stesse davvero pensando. Ogni volta che lo faceva, Sam distoglieva lo sguardo istintivamente, lusingata ma in forte imbarazzo.
Era stata lei a chiedere a Eva di uscire, in un momento di black out certo, ..ma lo aveva pur sempre fatto.
Si chiese come sarebbe stato baciare Eva da sobria, una ragazza della sua età, bella, che sembrava desiderarla..era facile, era tutto perfetto.

Il pensiero del viso di Jane era lì, nella sua testa, eppure non lo voleva vedere in quel momento, non voleva affrontarlo il ricordo di quella stessa mattina.

Faceva male.
Le aveva fatto male.

No...le sue stesse aspettative l'avevano ferita e ora ne pagava le conseguenze. Comunque non aveva importanza. 

"..ad ogni modo, mi stavi dicendo di quanto tu ti sia divertita in mia compagnia l'altra sera?"
La punzecchiò Eva richiamando così gli occhi della bionda su di se.
Sam tornò presente, lasciandosi sfuggire un risolino.

"Sì.. stavo giusto per ringraziarti per il regalino che mi hai lasciato.." disse ironica mostrando il livido sotto ai capelli platino.

"Dovevo fare in modo che ti ricordassi di me.." disse alzando un sopracciglio, soddisfatta di sé.

"Ha funzionato.." concluse Sam portando la tazzina di caffè alla bocca per berne un sorso, lanciando all'altra uno sguardo seducente.
Non era da lei, si sentiva strana..ma che importava.

"Mi auguro non ti abbia causato problemi.." disse la mora ricambiando l'occhiata.

Sam ripenso alle parole di Jane.

Sei adulta, non mi devi niente.

"Affatto"

Visto che erano entrate in argomento, Sam riempì la ragazza di domande riguardanti quella sera passata insieme, ammettendo di ricordarsi gran poco, sprofondando nella vergogna. Eva, un po' offesa, ci rise su e le raccontò tutto quanto nel dettaglio. In realtà era andata meglio di quanto Sam non ricordasse, almeno non aveva fatto figuracce.

"E che mi dici del tuo amico....di....come si chiama.."
"Lucas" le suggerì Eva
"Lucas!! Sì esatto"

"Lui e il tuo amico sono stati a parlare quasi tutta la sera, concludendo poi con un bacio..almeno questo è quello che so.." disse Eva facendo spallucce.

Sam si illuminò, sinceramente felice per Fred, anche se sapeva già tutti i dettagli.

Rimasero a parlare del più e del meno per un'altra ora, Eva si era spostata nel divanetto a fianco a Sam, per portare la conversazione ad un livello più confidenziale, senza ricevere opposizioni dalla bionda.
Sam non ci fece caso, fino a che la mano di Eva raggiunse la sua guancia, avvicinando le labbra alle sue in un bacio delicato.

Fu allora che si accorse. Si accorse di come le labbra di Eva, che nemmeno ricordava, non erano nemmeno lontanamente morbide e gentili come quelle di Jane.

Quei modi cosi diversi, non erano i suoi. Quelle mani, non erano le sue.

D'istinto ricambiò quel bacio per nulla pretenzioso. Voleva ricambiarlo, perché non avrebbe dovuto? Eva era bella, intelligente, disponibile, nessun impedimento.
Eva sorrise sulle sue labbra, quasi sollevata di non esser stata respinta.  Si staccò lievemente da lei solo per sussurrare all'orecchio: 

"Ti va di uscire da qui?"

Teacher's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora